Autore: Redazione
26/09/2018

We Are Social esplora le realtà immersive nel terzo episodio di What The Future

Il format dell’agenzia dedicato a tutte le tendenze che influenzano la comunicazione, ha raccontato perché queste tecnologie rappresentino sempre più interessanti opportunità per le aziende. Tra gli speaker presenti anche MSC Crociere, Samsung e Thimus

We Are Social esplora le realtà immersive nel terzo episodio di What The Future

di Anna Maria Ciardullo

Virtual Reality, Augmented Reality, Mixed Reality, Social VR, queste sono le tecnologie esplorate da WTFuture Immersive Realities Edition che si è tenuto ieri sera presso la sede milanese di We Are Social dopo le prime due edizioni che hanno approfondito il tema dei chatbot e quello dell’influencer marketing. Cosa succede al cervello quando si trova di fronte a contenuti in Realtà Virtuale o Aumentata? Le aziende stanno cogliendo le opportunità offerte da queste nuove forme di comunicazione? Come evolverà la fruizione dei contenuti sullo schermo o anche in assenza di esso? L’evento è stato l’occasione per confrontarsi su queste e ulteriori tematiche insieme ad alcuni brand che hanno già iniziato a lavorare in quest’ambito.

Una sfida per i brand

“La realtà aumentata aggiunge un layer alla realtà trasformando l’esperienza di fruizione visiva e di percezione. La realtà virtuale è, invece, un mondo completamente immersivo che permette di interagire con oggetti ed esperienze che non esistono nel mondo reale, ad esempio, attraverso un visore. Sono oltre 3,7milioni i device venduti nel 2017 per fruire di questa tecnologia e si tratta di un mercato in continua ascesa. La mixed reality è invece un insieme delle due e permette di interagire nella realtà con oggetti virtuali. Dunque, è facile comprendere le possibilità che si aprono per le aziende e per chi crea contenuti e le occasioni di engagement che queste realtà aggiungono ai touchpoint già esistenti; e siamo solo all’inizio della diffusione di queste tecnologie, che dovrebbero raggiungere una espansione di massa già entro i prossimi cinque anni. Per i brand è molto importante capire che impatto possono avere le realtà immersive in tutti gli step della customer journey”, spiega Luca Della Dora, Marketing & Innovation Director We Are Social.

Storytelling medium

La parte bassa del funnel è, al momento, quella che subisce un impatto minore da strategie di marketing che fanno uso delle tecnologie immersive, ma le applicazioni che si stanno sperimentando fanno intravedere molte nuove possibilità.  Ad esempio, attraverso la fotocamera di Snapchat è possibile inquadrare un prodotto e finalizzare l’acquisto di quest’ultimo direttamente su Amazon, un servizio che nasce da una partnership appena stretta dalle due aziende. Si tratta di una fase di sperimentazione di quelli che si possono definire nuovi “storytelling medium”, dove lo spettatore ha un ruolo attivo e decisivo.

we-are-social-295x300
Interazione social

Un altro aspetto delle tecnologie immersive che sta affrontando un’evoluzione è quello dell’interazione sociale. Il 77% degli utenti che utilizzano le tecnologie immersive dicono che vorrebbero più social engagement, per evitare che i momenti di fruizione diventino troppo individuali e solitari. Infatti, piattaforme come Facebook, ad esempio, stanno già sviluppando servizi che consentano di vivere esperienze immersive condivise con altri utenti.

I casi concreti

Oltre al punto di vista di We Are Social, WTFuture Immersive Realities Edition ha ospitato le voci di MSC Crociere (Andrea Guanci, Marketing Director) che ha sperimentato le tecnologie immersive nei suoi strumenti di comunicazione, come il nuovissimo catalogo immersivo, e Samsung (Antonio Bosio, Product & Solutions Director) che hanno offerto la loro visione sulle realtà immersive e sugli sviluppi previsti per i prossimi mesi sia a livello di applicazione sia di implementazione delle tecnologie. Al loro fianco il lavoro di ricerca neuroscientifica di Thimus (Mario Ubiali e Andrea Bariselli, Co-Founders) che attraverso il neuromarketing aiuta i brand a raccogliere dati per costruire “actionable insight” sulla customer experience e indaga l’esperienza dei consumatori “live dal loro cervello” per capire davvero in che modo queste tecnologie possono avere un impatto sulle emozioni e sui comportamenti delle persone.