Autore: Redazione
18/01/2024

Eventi, sostenibilità e tecnologia: tra conferme e innovazioni, la sfida di Superstudio Events

Un settore che ha conosciuto nell’ultimo lustro un’autentica rivoluzione e che, a discapito dei timori, ne è uscito rivitalizzato e rinforzato, come racconta Valeria De Grandis, Account Director della società specializzata

Eventi, sostenibilità e tecnologia: tra conferme e innovazioni, la sfida di Superstudio Events

Valeria De Grandis, Account Director di Superstudio Events

Ci fu un periodo, qualche stagione orsono, in cui qualcuno credette che il business dell’evento fosse improvvisamente tramontato. Il genio umano trovò subito soluzioni, escamotage, contribuì alla cosiddetta accelerazione digitale: l’evento artificiale, molto intelligente, quasi metafisico, poi ibrido e poi… di nuovo tutti in piazza. Si stava meglio prima, durante o dopo? E come la mettiamo con uno dei temi cardine dei nostri tempi, ossia la sostenibilità? Superstudio Events, società che organizza eventi negli spazi dello storico Superstudio di Milano (come il Superdesign Show, cuore della Design Week), è da anni impegnata in prima linea per rendere i vari progetti quanto più sostenibili e in questo senso ha già ottenuto molte certificazioni (ISO 20121 - TUV Nord; prima venue per eventi d’Europa certificata LEED Gold). Ci chiediamo allora: quanto può essere sostenibile un evento? Domanda importante anche perché l’industria del settore si sta allargando: il mercato arriverà a valere oltre 1550 miliardi di dollari nel 2028. Chiediamocelo e anzi chiediamolo a Valeria De Grandis, Account Director della società (ospite della prima puntata del 2024 di DailyOnAir - The Sound Of Adv).

Come è cambiato il business degli eventi nell’ultimo lustro?

«Tutto è mutato, in tempi brevi ma intensi. Abbiamo assistito alla famigerata e celebrata accelerazione digitale che ha portato all’ideazione di situazioni ibride, vissute attraverso lo streaming, a collegamenti da remoto, alla decisione di adottare piattaforme digitali all’interno degli stessi eventi. E la pandemia non ha in realtà penalizzato le manifestazioni fisiche, tutt’altro, ha contribuito ad arricchirle. Inoltre, sono cresciuti gli eventi esperienziali, immersivi. Non ultimo, si è fatta largo una certa sensibilità verso la cosiddetta sostenibilità».

A tal proposito: come si costruisce un evento sostenibile?

«È un tema complesso, anche perché di sostenibilità se ne parla spesso ma la sua conoscenza è limitata. Certo, in primo piano ci sono sempre le problematiche legate all’ambiente, ma il discorso non si esaurisce lì. Di fronte a un mercato che preme, la prima cosa che va fatta è informarsi e promuovere un’educazione alla sostenibilità. Noi ci appoggiamo ai fornitori di allestimenti, scenografie, arredi, vagliamo e studiamo le loro proposte. E poi ci siamo certificati per offrire spazi ed edifici appropriati, per utilizzare determinati prodotti, scegliere energia rinnovabile, gestire meglio i rifiuti. Un evento sostenibile è una vera sfida».

In che modo la tecnologia può aiutare il settore?

«È una risorsa preziosa, fondamentale; abbiano scelto di servircene per sviluppare soluzioni digitali, per esempio per monitorare gli ingressi nelle nostre sedi, anche in una logica predittiva, per studiare in tempo reale e analizzare a posteriori, anche grazie alla raccolta di pareri e opinioni. All’interno delle fiere abbiano lanciato un applicazione che mette in contatto con i partecipanti che hanno la possibilità di interfacciarsi, comprendere, ascoltare. La tecnologia nel futuro ci permetterà di entrare in determinate situazioni solo attraverso il riconoscimento facciale, una grande rivoluzione».

Quanto può contare/servire l’utilizzo dell’AI?

«È sempre più utile di fronte alla mole dei dati, ci aiuta a comprendere trend e modelli e può essere utile per automatizzare il marketing, per personalizzare e per tracciare in maniera corretta».

Quali settori di mercato sono più sensibili verso la sostenibilità?

«Direi moda, manifattura, tecnologia».

Quale tipologia di eventi è maggiormente difficile da organizzare?

«Quelli internazionali, per via dei problemi di natura logistica. Non semplici anche gli eventi con budget calmierati, che costringono a equilibrismi incredibili per riuscire a soddisfare le varie parti in gioco».

Stiamo assistendo a un periodo di freno?

«Tutt’altro: vediamo il 2024 degli eventi in maniera positiva, ottimista, con tante le cose in cantiere, con conferme provenienti dal 2023. Non vedo frenate, ma rinnovamenti continui».