I Millenials e “il ruolo della comunicazione per la società di domani” al centro del settimo Forum di WPP Italia e THE - Ambrosetti, il 16 novembre
Anche quest’anno il consueto incontro organizzato dai Gruppi di cui sono rispettivamente Country Manager Massimo Costa e M. P. & Ceo Valerio De Molli si svolgerà al Magna Pars di Milano, e sarà dedicato alle tutte le problematiche e opportunità legate alla generazione dei giovani adulti nati tra il 1985 e il 2000

“Il ruolo della comunicazione per la società di domani – Generare valore e cambiamento culturale”: è questo il titolo della Settima edizione del Forum realizzato da WPP Italia in partnership con The European House – Ambrosetti che, anche quest’anno, si terrà al Magna Pars il prossimo 16 novembre. L’evento nasce dalla creazione, 6 anni fa, di un Advisory Board di taglio strategico sul futuro del settore della comunicazione, della pubblicità e dei media in Italia, realizzato dalla holding di cui è Country Manager Massimo Costa e dalla società di consulenza di cui invece è Managing Partner & CEO Valerio De Molli. La comunicazione è un asset strategico per le imprese e per l’intero Sistema-Paese, e si contraddistingue per essere un settore ad alto valore aggiunto, ad alta presenza di giovani talenti e di donne che stimola la creatività e favorisce l’innovazione. In questo senso, il mondo della comunicazione, rispondendo ai cambiamenti del business, dei consumatori, dell’organizzazione e, soprattutto, dei bisogni di chi investe in comunicazione, pubblicità ed editoria, stimola a sua volta investimenti e nuova occupazione nel Paese.

L’agenda
Il ruolo dei Millennials nella società, le loro caratteristiche chiave come consumatori di oggi e di domani, la loro visione sul futuro dell’Italia, il loro rapporto con il mercato del lavoro e l’analisi del portafoglio di competenze digitali attuali e prospettiche di cui si deve dotare l’Italia per affrontare con successo la competizione a livello globale: sono questi alcuni dei principali temi affrontati dall’Advisory Board e che saranno presentati al mondo delle istituzioni, degli investitori e delle aziende di comunicazione, utili a restituire centralità e visione strategica al settore, avviando un confronto aperto con il mercato e gli stakeholder. Per questo, il primo panel sarà dedicato al tema: “Millenials e Mercato: quali paradigmi emergenti?”. Ne parleranno Federico Capeci, ceo di Kantar Insights Italy (“I Millennials e i Brand: serve un nuovo marketing?”); Marco Costaguta, Presidente di Ltp – Fast Moving Consumer Goods Expert (“Millennials e Generazione Z: una analisi comparativa”); Francesco Pugliese, A.D. Di Conad (“I Millennials e i consumi: il caso Conad”) e Cristina Scocchia, A.D. di KIKO (“Donne Millennials: alla ricerca di self-expression”). Resterà in tema il secondo panel, “Millenials e comunicazione: quali regole di ingaggio?”, cui parteciperanno Andrea Zappia, A.D. di Sky Italia (“L’evoluzione delle produzioni video per i Millennials”) e Luca Garavoglia, Presidente della Davide Campari (“Comunicare con i Millennials: il caso “Aperol Spritz”). “Millenials e competenze: quali prospettive per il Paese?” sarà il titolo del terzo panel, che vedrà impegnati lo stesso De Molli (“Le energie del sistema-Italia”); Silvia Candiani, A.D. di Microsoft (“L’attrattività del Paese e dei Millennials agli occhi di una multinazionale”); Danilo Taino, editorialista del Corriere della Sera (“La ricetta per il Paese e il ruolo dei media e della tecnologia”) e Aldo Bisio, A.D. di Vodafone Italia (“La rivoluzione 5G: stato dell’arte e prospettive”). A seguire, “Parola ai Millenials: storie di successo e imprenditorialità”, con Julian Melchiorri, Ceo di Arborea; Matteo Sarzana. G.M. di Deliveroo; Giuseppe Stigliano, Executive Director Europe di AKQA; Vittoria Gozzi, Ceo di WyLab; e Matteo Polistina, Responsabile “The Peres Heritage Initiative” di The European House – Ambrosetti. E decisamente stimolante si preannuncia infine – prima delle conclusioni di Costa - anche il talk “Generazioni a confronto” tra la blogger Sofia Viscardi e Gabriele Salvatores.
Identikit di una generazione
Il tema della giornata è frutto in particolare dei lavori dell’Advisory Board dello scorso 4 aprile, dedicati a: “Baby Boomers, Gen X, Millennials, Centennials: 4 generazioni a confronto. Quali sono le caratteristiche distintive di questa generazione?” e che si sono focalizzati sulla relazione tra consumi, impresa e giovani generazioni, i cosiddetti Post Millennials, con la partecipazione anche di due relatori esterni e, cioè, il citato Capeci e Massimo Beduschi, Ceo di GroupM. Vengono considerati Millennials tutti gli individui nati tra il 1985 e il 2000, mentre i nati tra il 2000 e il 2005 appartengono alla cosiddetta Generazione Z (Gen Z). Millennials e Gen Z, nel complesso, compongono la generazione dei Post Millennials, su cui oggi si concentra molta attenzione da parte della business community e dei media. A livello globale, rappresenta il 40% della popolazione totale, con le economie avanzate che, insieme alla Cina, registrano valori d’incidenza sotto la media globale. L’appartenenza a una data generazione si riflette nella condivisione di una serie di caratteristiche in termini di gusti, preferenze, esperienze e processi di consumo. Il concetto di generazione, dunque, fa riferimento non a una fascia d’età ma piuttosto a un intervallo di anni entro il quale sono nati individui con specifiche visione del futuro e comportamenti d’acquisto – formatisi a seguito di eventi disruptive in ambito tecnologico, sociale e/o economico – che li distinguono dalle generazioni passate e da quelle future.
Le caratteristiche
In questa accezione – continua il documento preparatorio - lo studio dei Post Millennials è un fattore di competitività molto importante per le imprese che intendono dotarsi della capacità di instaurare e gestire una relazione con i propri clienti. Se, in Italia, i consumatori nati prima degli anni ’80 rappresentano ancora il 65% del totale, la media globale si attesta oggi al 42%, con le nuove generazioni che conquistano quote sempre più alte di presenza nel mercato del lavoro e dei consumi. La stima è che le nuove generazioni anche in Italia arriveranno a pesare per più del 70% della popolazione entro il 2050. Nonostante un ritorno alla crescita dopo la crisi del periodo 2008-2013, i Millennials delle economie più sviluppate hanno una minor fiducia nella stabilità economica dei propri Paesi di appartenenza. Questo si rispecchia anche nei temi che vengono indicati come fonte di maggior preoccupazione: oltre il 40% dei Millennials è preoccupato dalle disuguaglianze sociali ed economiche (attuali e future) e oltre il 30% per il proprio futuro lavorativo. Concentrandosi sul nostro Paese, si possono riscontrare le stesse “percezioni” sul futuro: l’Italia è, infatti, l’economia che registra il tasso di occupazione più basso tra i grandi Paesi europei (57,2%, contro il 74,7% della Germania, il 73,5% del Regno Unito, il 64,2% della Francia e il 59,5% della Spagna). Esiste, dunque, un forte problema di formazione e partecipazione al mercato del lavoro per i giovani, che li rende più “poveri” rispetto alle generazioni precedenti. Quello della mancata indipendenza economica è, infatti, un fenomeno diffuso e l’età media di uscita dal nucleo familiare in Italia è di 4 anni superiore rispetto alla media europea. Il quadro che emerge è da tenere in seria considerazione in qualsiasi analisi e proposta finalizzata a un rilanciare i consumi in Italia che, anche se negli ultimi anni hanno registrato una lieve crescita, sono ancora lontani dai valori del periodo pre-crisi.
Le peculiarità
I Millennials sono una generazione con delle caratteristiche del tutto peculiari, originate da un set valoriale non sovrapponibile con quello delle passate generazioni, in quanto frutto di uno o più eventi che hanno determinato una rottura netta rispetto al passato, in primis la crisi economica e la Rivoluzione 4.0. I Millennials privilegiano la condivisione al possesso: se c’è una caratteristica che li distingue dalle generazioni precedenti è infatti il disinteresse – e in certi casi il rifiuto – per gli “status symbol” del passato: ascoltano la musica su piattaforme come Spotify e fanno la spesa su Amazon. Inoltre, sono attenti all’ambiente e ai temi della sostenibilità: il 51% è disposto a riconoscere un premium price ai brand che reputa sostenibili. L’80% dei Millennials, prima di acquistare un prodotto, desidera ricevere informazioni dettagliate e l’85% mostra interesse riguardo alle modalità di produzione dello stesso. Nati nell’era del digitale, i Millennials fruiscono infine di una pluralità di mezzi di comunicazione e valutazione, attribuendo a ciascuno di questi un diverso livello di credibilità.