Autore: Redazione
29/06/2017

È andato in scena Live the exceptional EY Experience

L’incontro organizzato da EY per analizzare, presentare e sperimentare come il digitale rivoluzioni anche la valorizzazione delle risorse umane

È andato in scena Live the exceptional EY Experience

Le nuove tecnologie e il digitale possono cambiare radicalmente le modalità per selezionare, attrarre e far crescere i talenti. È quanto emerso dall'incontro organizzato da EY presso la nuova sede milanese di via Meravigli con l’obiettivo di analizzare, presentare e sperimentare come i cambiamenti introdotti dalla digital transformation rivoluzionino anche la gestione delle risorse umane. Come cogliere le opportunità che l’innovazione e la tecnologia consentono e definire le direttrici che le aziende devono seguire per sviluppare il loro business, sono solo alcuni dei temi affrontati nella prima parte dell’incontro da Andrea Paliani, mediterranean advisory services leader di EY, e Fabio Moioli, direttore della divisione Enterprise Services di Microsoft.
Trasformazione prima culturale e poi tecnica
“La trasformazione digitale è prima di tutto culturale e poi tecnica - commenta Paliani -. Dobbiamo sapere cosa vogliamo fare. L’open innovation a livello di sistema paese e nelle singole organizzazioni, ad esempio, è una modalità vincente per trasformare imprese e istituzioni pubbliche. Tuttavia il capitale umano, all’interno delle organizzazioni e nella società nel suo complesso, rappresenta la vera sfida. Formare e attrarre nuovi talenti, con competenze adatte al mondo digitale, riqualificare le risorse interne (che fino ad oggi hanno garantito il vantaggio competitivo delle organizzazioni) introdurre modalità di lavoro coerenti nelle organizzazioni (collaborazione tra dipendenti, smart working,..) rappresentano sfide altrettanto importanti. Le aziende che hanno seguito la strategia di valorizzazione e crescita dei talenti per innovare hanno raggiunto risultati eccellenti: l’85% di loro ha avuto una migliore performance finanziaria, il 77% una migliore implementazione della strategia. L’Open innovation contribuirà anche sotto questo aspetto: nel mondo interconnesso digitale l’approccio all’innovazione diventa un processo “condiviso e collaborativo coinvolgendo più attori della business community (aziende, università, politecnici, società di servizi professionali, vendor di tecnologie, incubatori,...). Tuttavia sono ancora limitati i casi di innovazione di business: 11% ha utilizzato call for ideas per coinvolgere start up innovative, il 9% ha utilizzato Hackathon, il 7% ha acquisito società innovative per estendere il proprio business e il 18% ha sviluppato progettualità di start up intelligence, ma oltre il 45% delle imprese non ha intrapreso alcuna iniziativa per incorporate stimoli esterni all’innovazione”.
Alla ricerca di professionisti preparati
Moioli aggiunge “Il cloud, l’intelligenza artificiale, la realtà mista sono trend tecnologici in rapida crescita anche nel nostro Paese e lo saranno ancor più nei prossimi anni. Al contempo non si trovano figure professionali all’altezza delle richieste del mercato: è ad esempio difficile trovare persone competenti in ambito Data Platform e Machine Learning, ovvero professionisti che sono in grado di estrarre da una mole impressionante di numeri degli insight che diventino progetti di business. I giovani che coniugano doti statistico-matematiche, informatiche, e capacità di visione imprenditoriale sono altamente ricercati ed estremamente preziosi sul mercato. Si pensi ad esempio che entro il 2020 circa il 50% delle posizioni in questo settore non saranno ricoperte proprio a causa delle competenze mancanti. Gli analisti stimano inoltre in 4,8 milioni i posti di lavoro in Europa relativi soltanto allo sviluppo di nuove applicazioni entro il 2018. Questi dati ci obbligano a riflettere e muoverci fin da ora, con massima urgenza, partendo dalle scuole e dal settore pubblico, fino ad arrivare a trasformare le nostre imprese”. Al termine della discussione, gli studenti universitari partecipanti hanno sperimentato percorsi di Digital Sensorial EY Experience quali la realtà aumentata e si sono sfidati in una gara, tramite un’app, per testare il loro “digital mindset”. Infine, attraverso il tour nei Deep Diving Learning Corner, i partecipanti all’incontro hanno fatto esperienze immersive che velocemente li hanno stimolati a vedere e toccare con mano nuove prospettive e imparare nuovi skills e competenze.