Milano presenta la Digital Week, l’appuntamento a marzo
Il capoluogo lombardo sempre più in prima fila sul fronte dell’innovazione tecnologica lancia una manifestazione dedicata: scenari presenti e futuri, obiettivi e rischi da superare nelle parole dei protagonisti, tra i quali il sindaco Giuseppe Sala
Milano che non si ferma mai. Un tempo c’era la Milano da bere oggi si parla di Milano che innova. Eppure non si tratta di una novità, piuttosto di una qualità insita nel carattere del capoluogo lombardo. Qualcuno, per avvalorare una simile tesi, potrebbe far leva sul ricordo di Luigi Mangiagalli. Proprio lui, sindaco di Milano, innovatore del sistema sanitario, promotore prima e rettore poi dell’università. E Milano non poteva non essere in prima fila sul fronte della digitalizzazione. Punto nevralgico della crescita nazionale, campo minato e difficilmente percorribile oggi. Ma non per il capoluogo lombardo. Che, in maniera opportuna, presenta la Digital Week: andrà in scena dal 15 al 18 marzo 2018.
Venerdì a Palazzo Marino
Venerdì la presentazione dell’evento a Palazzo Marino, in un’aula stipata e ricca di personalità: Anna Scavuzzo, vicesindaco, Roberta Cocco, assessore della trasformazione digitale e servizi civici del comune di Milano, Carlo Mango, consigliere delegato della Cariplo Factory, Carlo Noseda, presidente di IAB Italia, Nicola Zanardi, presidente di Hublab, Federico Plantera media specialist journalist e-Estonia Showroom - Enterprise Estonia, Diego Pacentini commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale.
Presentazione Milan Digital WeekObiettivi
Cosa vuole essere la Digital Week? Un’iniziativa promossa attraverso avviso pubblico da Comune di Milano - Assessorato alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici e realizzata da Cariplo Factory, in collaborazione con IAB - Interactive Advertising Bureau e Hublab. Saranno quattro giorni a porte aperte dedicati alla produzione e diffusione di conoscenza e innovazione attraverso il digitale. Una chiamata rivolta ad aziende, istituzioni, università, startup, centri di ricerca, associazioni e a tutte le realtà che vorranno raccontarsi e aprire fisicamente le porte ai cittadini, per far conoscere i tanti volti della Milano digitale. Dall’innovazione sociale alle startup, dall’industria 4.0 alla digital education, attraverso talk, mostre, seminari, eventi, performance, workshop, laboratori. Inoltre, una Call for proposal che mira a coinvolgere per la prima volta sotto lo stesso cappello progetti in divenire ed esempi virtuosi di trasformazione digitale in atto nella città nei più diversi settori, da quello scientifico e tecnologico alla cultura, dalla comunicazione alla finanza, dal food al design, fino a tutti i nuovi ambiti di innovazione resi possibile dal digitale; le candidature possono essere presentate entro il 31 gennaio 2018 sul sito: www.milanodigitalweek.com.
Presentazione Milan Digital WeekInterventi e testimonianze
Veloci, agili, entusiasti, sicuri ma sempre pronti alle possibili migliorie. I conduttori del gioco, intervenuti ieri alla presentazione, hanno lasciato il segno con dichiarazioni, propositi, certezze, anche qualche legittimo dubbio.
Capitale del fashion, design e digital
«Milano è in prima fila sul tema dell’innovazione digitale, un ruolo che le viene riconosciuto a livello internazionale. Tra gli obiettivi primari del nostro operato c’è l’intenzione di accrescere la digitalizzazione nel rapporto tra cittadino e comune», ha dichiarato Roberta Cocco. «Sposiamo la filosofia della Digital Week, che parla di apertura, ai giovani, al pubblico, alla partecipazione in generale, con spazi adeguati, con il sostegno del comune», ha precisato Carlo Mango. «Da sempre Milano è vista come capitale del fashion, del design, una Milano che oggi diventa sempre più digitale, che punta a raggiungere una leadership anche su questo versante». «Sapete che per ogni euro investito sul digitale si ottiene un indotto di 25 euro? - chiede Carlo Noseda -. Oggi il mercato del digitale in Italia vale 53 miliardi, numeri che lo posizionano tra automotive e fashion. Ed è un ambito in ascesa anche perché caratterizzato da una forte propensione al rischio. La Milano Digital Week diventa un’occasione irrinunciabile per appoggiare gli operatori, per coltivare talenti e una mentalità differente. Anche per rispondere ai detrattori che si nascondono ovunque».
Mappare il digitale
«Oggi il digital significa conoscenza e accesso al mondo del lavoro, un veicolo per fare un salto di qualità e civiltà. Vogliamo mostrare il software che si nasconde dietro la recente espansione che ha caratterizzato la città, una mappatura, in progress, della Milano digitale e del suo settore manifatturiero. Un progetto utile ad alimentare anche il senso di accoglienza e che si avvarrà dell’apporto di elementi di AI», racconta Nicola Zanardi. E la mappatura sarà in mostra tra il 15 e il 18 marzo al Base. Ci sono dei casi di espansione analoga che sono nel frattempo divenuti realtà consolidate, che possono essere fonte di ispirazione, come l’Estonia, dove «Il 99% dei servizi è digitalizzato. Occorre alzarsi dal divano solo per sposarsi, divorziare e comprare un’abitazione. Un processo iniziato con l’indipendenza conquistata e concretizzatosi a partire dal 2001. Ne è scaturito un sistema del quale oggi il cittadino si fida» dice Federico Plantera.
Da sinistra: Carlo Mango, Nicola Zanardi, Anna Scavuzzo, Roberta Cocco, Diego Piacentini e Carlo NosedaCon le norme, oltre le norme
«Digitalizzare significa semplificare le norme, non spedire mail e pdf da firmare. Un digital che a Milano non è all’apice solo nel segmento marketing. Però non c’è solo Milano. La trasformazione è localmente più semplice, da lì si parte per renderla viva anche a livello centrale. Per far sì che questo avvenga occorre capire che le regole tecniche non possono essere vincolate alle norme legislative che per loro natura sono statiche, difficilmente modificabili, mentre la tecnologia muta di giorno in giorno», chiarisce Diego Piacentini. Un pensiero confermato anche dal sindaco Giuseppe Sala: «L’evoluzione digitale deve andare di pari passo con la gestione amministrativa, altrimenti perde di significato». Attenzione però ai rischi nascosti, come fa notare Roberta Cocco: «Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti in termini di servizi, ma non del processo visto nel suo complesso, dal quale si deve uscire per poi attuarne una rigenerazione. Il pericolo è di inciampare e di digitalizzare anche gli errori, che non sono pochi».