Autore: Redazione
25/11/2016

Dopo l’abbinamento con l’Espresso, che vale 15.000 copie in più, la Repubblica si rafforza alla domenica con Robinson

In uscita a partire dal 27 novembre il nuovo inserto culturale avrà una foliazione tra le 32 e le 40 pagine, completa l’offerta del quotidiano: senza sovrapprezzo

Dopo l’abbinamento con l’Espresso, che vale 15.000 copie in più, la Repubblica si rafforza alla domenica con Robinson

Le città degli artisti, i nuovi musei da visitare, i laboratori degli scienziati, i libri, le terre del fantasy, un teatro, le riviste di carta e sul web: tutto questo è Robinson, il nuovo inserto culturale della domenica della Repubblica che, a partire appunto dalla prossima, inizierà a raccontare i luoghi della cultura, reali o immaginari, dove le cose succedono e potrebbero succedere, e dove si possono incontrare  persone e idee. Tante isole, per fermarsi a riflettere, guardare, ascoltare, discutere e inventare. Perché la curiosità è l’anima delle scoperte. E una guida nei tempi difficili.

Veste grafica speciale

L’inserto, naturale evoluzione di quello – denominato appunto la domenica - che già finora ha offerto il quotidiano diretto da Mario Calabresi ai suoi lettori dell’ultimo giorno della settimana, avrà una foliazione tra le 32 e le 40 pagine, una veste grafica speciale e sarà sempre all’interno di Repubblica, estraibile e senza sovrapprezzo come invece fa il Corriere della Sera con La Lettura, acquistabile separatamente dal primo a 50 centesimi. Per altro, la Repubblica, alla domenica, da agosto (dopo precedenti esperimenti areali), costa già 2,50 euro con l’Espresso in abbinata obbligatoria e, forse, non era il caso di caricare ancora di più l’esborso di chi va a comprare il quotidiano quel giorno. Per altro, l’abbinamento sembra aver fatto bene sia a quest’ultimo, che risulta aver incrementato le vendite mediamente di 15.000 copie, sia al settimanale che, a settembre, secondo ADS, ha consolidato 306.000 copie, quindi molte più delle precedenti medie intorno alle 160-180.000.

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Buon riscontro pubblicitario

In agosto, però, erano state oltre 340.000. In ogni caso, Robinson - che è curato da Valentina De Salvo, prima all’Ufficio Centrale (il progetto grafico è di Francesco Franchi), ha avuto anche un buon riscontro pubblicitario e pure per questo esce con il massimo della foliazione prevista e, cioè, come detto, 40 pagine - potrebbe dare un ulteriore slancio alle vendite del quotidiano nell’ultima giornata della settimana. Il sottotitolo dell’inserto, “La cultura, esplorata in lungo e in largo”, è anche il claim della relativa campagna di lancio, ideata da Young&Rubicam Roma e che, oltre che su tutti i mezzi del Gruppo, è on air anche su siti e radio esterni.

Il commento di Stefano Bartezzaghi

Su repubblica.it, Stefano Bartezzaghi ha così commentato: “Nel 2017 saranno trent’anni che con Repubblica tutte le settimane c’è un Venerdì; ora lo raggiungerà Robinson. Non è per questa circostanza che il nuovo inserto culturale si chiama così, anche se il caso onomastico ha una sua spiritosa pertinenza. Diciamo che non è soltanto per questo; né lo si deve soltanto al fatto, assai meno futile, che il mito robinsoniano ha attraversato tre secoli di letteratura narrativa e filosofica… Ci sono tre abitudini che Robinson prende dal momento in cui si trova nell’isola che oggi hanno per noi un significato prezioso. La prima è l’abitudine di marcare il tempo: le tacche si accumuleranno come numeri di un giornale. Ma pure, e questa è la seconda caratteristica che ci interessa, Robinson vive nella pura presenza. Nulla gli può capitare che egli stesso non faccia capitare. Gli toccherà conoscere, esplorare, esperire, tentare, costruire; riprodurre da solo, insomma, l’idea che la cultura sia il modo che l’uomo ha per assumere, modificare e dare senso alla natura, che di per sé è ottusa al punto da sembrarci ostile. La terza attività che Robinson intraprende è la compilazione, costante e scrupolosa, di un diario. Ce n’è evidentemente abbastanza per un giornale che, nel tempo, intenda andare dove il sapere e l’arte cercano e trovano la loro relazione con gli ambienti naturali e sociali, e intenda impiegare – in presenza – la scrittura come strumento di conoscenza e costruzione, ancor prima che come dispositivo di memoria da consegnare ai posteri”.