Autore: Redazione
18/03/2019

Doing presenta una nuova offerta media e punta alla gestione avanzata delle social ads

L’intervista ad Andrea Tisato, Head of Digital Advertising, che illustra a DailyNet il nuovo corso delle strategie interne alla struttura, di recente acquisita da Capgemini, che si presenta al mercato con molte novità e servizi sempre più efficienti, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale

Doing presenta una nuova offerta media e punta alla gestione avanzata delle social ads

Andrea Tisato, Responsabile Media di Doing

L’agenzia Doing, di recente acquisita da Capgemini, che ha chiuso il 2018 con un giro d’affari di circa 30 milioni, ha ampliato la sua offerta in ambito media, che prevede ora la gestione delle campagne su più canali: search, social, display (sia in reservation sia in programmatic) e native. «Con il mio ingresso in Doing, che è avvenuto l’anno scorso a marzo dopo un’esperienza in GroupM e Triboo, abbiamo lavorato sull’evoluzione dell’area media advertising ampliando i pacchetti di offerta, che fino a poco tempo prima si limitavano più strettamente all’ambito social, includendo, oltre ai nuovi canali, obiettivi di crescita sia lato branding sia lato performance. Inoltre, completa il quadro la certificazione come Google Partner», spiega a DailyNet Andrea Tisato, Responsabile Media di Doing.

Focus sulla formazione

L’agenzia ha all’attivo anche un intenso programma di formazione continua per il team media, sullo sviluppo del quale ha in programma ingenti investimenti, che prevedono anche l’introduzione di due nuove risorse entro la fine di luglio 2019. Tutti i membri dell’organico che lavorano sui progetti dell’azienda, per mantenere alto il livello di qualità e specializzazione, seguono costantemente corsi di certificazione e aggiornamento legati a tutte le piattaforme digitali di interesse, con formatori, sia interni sia esterni, che ogni settimana illustrano le nuove soluzioni tecnologiche più innovative nel panorama dell’offerta media advertising.

«Questo indirizzo ha un duplice obiettivo, oltre a mantenere sempre molto alto il livello dell’expertise in house, anche quello di attirare nuovi talenti sempre più di valore in agenzia. Per rendere l’idea in termini numerici, siamo passati da tre a dieci specialist in meno di un anno, di cui sei che si occupano prevalentemente di performance e altre quattro risorse principalmente content a cui stiamo iniziando ad affidare anche la sponsorizzazione advertising, al fine di rendere il loro ruolo ancora più completo», continua Tisato.

Il ruolo di Capgemini

L’acquisizione da parte di Capgemini, annunciata a ottobre dell’anno scorso, ha dato una forte spinta al business e alla crescita di Doing, spianando la strada all’agenzia verso nuove opportunità evolutive anche orientate a progetti di respiro più internazionale. «Scegliere Doing garantisce un valore aggiunto ai clienti, anche grazie alla nostra offerta integrata, che tocca tutte le aree progettuali, dalla consulenza alla strategia, al content e media passando per una consolidata expertise in data intelligence, nuove tecnologie come il machine learning, service design UX e UI e molto altro. Quindi, all’interno di quelli che noi chiamiamo dei business team, riusciamo a comporre squadre di lavoro molto trasversali, con una forte contaminazione virtuosa tra expertise e figure professionali, per soddisfare tutte le esigenze del cliente. Questa impostazione funziona molto bene, perché da una parte permette di creare una metodologia su misura per i clienti, dall’altra di mettere a terra una struttura più rapida e agile, oltre che a valorizzare i talenti in azienda formandoli sia su soft skill, sia su specializzazioni più tecniche e verticali sempre varie», racconta Tisato.

Tale attenzione al dettaglio e tale flessibilità sono anche alla base della crescita del portfolio clienti dell’azienda, che oltre ad aver partecipato a molte attività legate all’acquisizione di new business, compresi in media circa due revisioni competitive al mese, ha ampliato molti dei rapporti con i clienti già in essere, che con la nuova proposta media hanno deciso di aggiungere ulteriori servizi al proprio account con l’agenzia. Inoltre, a quattro mani con l’area del marketing e del top management, Doing sta costruendo un’offerta integrata che permetta, da una parte, di scalare quelle che sono le esigenze dei clienti diretti e, dall’altra, di proporsi anche ai clienti di Capgemini e spingerli a prendere in considerazione l’offerta dell’agenzia.

Tecnologia per l’agilità

Oltre a costruire una nuova offerta commerciale, Doing, ha potenziato l’offerta su uno dei canali più strategici per l’agenzia: la gestione avanzata delle social ads, novità testata intorno alla fine dell’ultimo quarter e già particolarmente apprezzata dai clienti dell’agenzia. «Quello che abbiamo costruito in questi mesi, grazie ad un lavoro di collaborazione continua con il team di Insight&Experience, riguarda l’utilizzo del machine learning e dei dati non solo in fase di reportistica, ma anche in chiave di performance - dettaglia Tisato -. Siamo riusciti ad utilizzare sia i dati proprietari del cliente, ad esempio provenienti da CRM, email, visite al sito, sia tutti i dati estrapolati dall’ascolto della rete, proprio attraverso il machine learning, e poi utilizzarli in adv per prendere delle decisioni in real time e affinare la targetizzazione delle campagne, nel pieno rispetto della privacy degli utenti.  Per fare un esempio, l’unione di segmenti di dati quando il cliente manda una newsletter e l’utente in un determinato cluster la riceve, permette di seguire quest’ultimo anche a livello comportamentale per servirgli offerte rilevanti, simili al contenuto della newsletter, nel momento più opportuno anche sui social network».

L’aggregazione di questi dati permette, dunque, di microsegmentare le campagne non più solo per canale e per device ma anche basandosi sulla sfera comportamentale, oppure sulla posizione dell’utente rispetto al funnel di acquisto, e giocare sul momentum per dare una spinta alle performance sia su KPI di reach sia di vendite e attivazione, indipendentemente dall’industry di riferimento e con percentuali migliorative che arrivano anche fino al 20%. Inoltre, la possibilità di prendere decisioni in real time e l’utilizzo della tecnologia, consente uno snellimento notevole dei processi, che in una certa misura possono essere anche automatizzati e continuativi (soprattutto in fase di monitoraggio e reportistica) rendendo sempre più agile la gestione dei progetti.