David Droga “con Accenture opportunità non svendita”
Il famigerato passaggio della piccola struttura indipendente all’interno della multinazionale ha provocato parecchie discussioni, non sempre pacifiche; dopo qualche mese arrivano le risposte di David Droga

David Droga
Le ironie si sono sprecate, il sarcasmo è andato via come il pane, sono volati anche una serie di improperi difficilmente riferibili. Il passaggio di Droga5 tra le fila di Accenture Interactive ha fatto discutere, e molto, e non è piaciuto a molti, tutt’altro. Dopo mesi di strizzatine d’occhio, di battute tra i denti, di pettegolezzi dietro le spalle, David Droga ha voluto chiarire il suo pensiero in merito.
Under pressure
Il fondatore e presidente di Droga5 ha affermato che a volte le alleanze sono impossibili da rifiutare, soprattutto quando le pressioni del settore iniziano a salire. "Ho amato la mia indipendenza e, nella mia mente delirante, sono io ad aver comprato Accenture", ha detto Droga, in tono scherzoso(?). "Non ho paura dei giochi di parole", ha aggiunto in maniera enigmatica, in un recente meeting svoltosi a New Orleans. Un accordo, a detta sua, in realtà "liberatorio" perché non ha "cambiato nulla in azienda". “Tutte le holding hanno provato ad acquistarci e la cosa non mi ha mai interessato. Per loro, si tratta di raccogliere e acquistare entrate e non ero interessato a questo".
Rimanere rilevanti
Droga vuole rimanere rilevante e l'accordo con Accenture, a suo avviso, aiuta tale sforzo. "Con quello che [Accenture] può fare con i dati, i loro set di abilità e la loro portata, mi sono sentito come se potessero fare cose che noi non possiamo fare". “Possono ridimensionare, costruire ed eseguire sistemi come nessun altro”.