Autore: Redazione
06/09/2017

Turismo digitale a Roma: tante ricerche, ma le imprese non rispondono

La ricettività sul web non è ancora all’altezza delle richieste. Alcuni segnali preoccupano secondo l'Osservatorio DiGItalia e Marketing01

Turismo digitale a Roma: tante ricerche, ma le imprese non rispondono

Che Roma sia una delle mete turistiche più ricercate del web non è certo una sorpresa, ma quali sono le tendenze dei potenziali turisti? Quali sono le prospettive e i trend? E le aziende romane, sono pronte a rispondere a un turismo che utilizza sempre di più il web per decidere la propria meta, il proprio itinerario e il proprio hotel?

L’Osservatorio DiGItalia e Marketing01, Google Partner e prima agenzia in Italia per il marketing turistico sul web, da alcuni mesi ha avviato un attento studio di ciò che si “muove” su internet in relazione alle principali mete turistiche italiane, accorpando dati di Google e monitoraggio delle discussioni sui social network.

Il 79% dei turisti utilizza il web per informarsi e prenotare i propri viaggi, spesso scegliendo anche l’hotel, alcuni dei ristoranti, le principali visite e itinerari. È quindi ovvio che i dati su ciò che accade su internet siano significativi anche per capire cosa accade (e cosa potrebbe accadere) nel mondo offline.

“Come era facile prevedere Roma continua a essere la meta più ricercata dagli stranieri che vogliono venire in Italia, almeno per il 70/75%. Occorre però dire che si tratta di ricerche non approfondite e non sufficientemente finalizzate a eventuali prenotazioni. Basti dire che la ricerca di “hotel” su Roma è di circa il 15% inferiore alle ricerche sull’AS Roma - ha dichiarato Paolo Bomparola, direttore di Marketing01 -. Si tratta pur sempre di numeri importanti di potenziali visitatori, che comunque non trovano sempre un’offerta pronta a cogliere le opportunità del web: il 32% delle strutture ricettive di Roma e provincia (su un campione di 500) ha un sito internet obsoleto o comunque non aggiornato. Solo il 15% delle aziende svolge continuativamente una qualunque attività di web marketing all’estero, presso i paesi da cui provengono i maggiori flussi turistici. E di questo 15% molta parte è di grandi alberghi e catene internazionali. Si nota inoltre un grande utilizzo degli “aggregatori” di offerta, ossia quei portali come Expedia o Booking. com che facilitano la presenza online, ma impoveriscono le imprese con fee molto importanti e appiattiscono l’offerta su logiche di prezzo”.

I numeri di Roma sul web restano importanti, ma si nota un impoverimento della tipologia di ricerca, d’altronde coerente con i dati di Federalberghi, che conferma come ormai il turista-tipo a Roma si fermi solo per 2/3 giorni, preferendo strutture low cost. “Facendo un’analisi predittiva sulla base dei dati Google e social: il trend di crescita delle ricerche di qualità sembra non essere molto positivo, i numeri aumentano ma di poco e se non si interviene, il turismo a Roma potrebbe essere destinato a soggiorni brevi e di basso costo, riducendo ulteriormente il turismo di medio e alto livello di spesa. Per invertire questa tendenza, a parte le necessarie iniziative istituzionali, le imprese devono puntare più decisamente sul web marketing, organizzarsi, farsi trovare sui motori di ricerca esteri. Il turista digitale è ormai maturo, sa scegliere e si aspetta più offerta, interattività e chiarezza. Le aziende romane che hanno per troppo tempo puntato tutto sulla naturale forza del brand “Roma” rischiano oggi di restare irrimediabilmente indietro”, ha concluso Bomparola.

Oggi a Roma, presso l’Hotel Green Park Villa Pamphili (largo Lorenzo Mossa, 4), si tiene un seminario gratuito sul web marketing nel turismo aperto a tutti gli imprenditori della regione. “Cercheremo di illustrare tutti i modi, neanche troppo complessi, per riuscire a catturare la domanda, ad aumentare il livello qualitativo dei potenziali clienti e a rispondere adeguatamente alle richieste, aumentando visibilità e prenotazioni”.