M&A: i big della consulenza gli indiscussi protagonisti nel 2017, secondo uno studio di R3
L’anno scorso le multinazionali del mondo consulenziale hanno speso complessivamente 1,2 miliardi di dollari, grazie a un netto incremento per quanto riguarda i volumi. Mentre nel complesso, i deal e gli investimenti totali rimangono flat
Le società di consulenza stanno rubando la scena alle grandi holding pubblicitarie, almeno per quanto riguarda le attività di M&A. E l’Europa è una delle aree più effervescenti per la finalizzazione di fusioni e acquisizioni. A rivelarlo è un’indagine di R3, ripresa dal sito Marketing Interactive, secondo cui - insieme - Accenture, Deloitte, IBM, KPMG e McKinsey hanno speso 1,2 miliardi per rilevare agenzie pubblicitarie solo nell’anno appena terminato, un netto balzo in avanti del 134% sul 2016. Al contrario WPP, Dentsu, Omnicom, Interpublic e Publicis hanno ridotto gli investimenti del 46% per 1,8 miliardi di dollari. Secondo alcune voci di stampa finora mai concretizzatesi le grandi multinazionali della consulenza potrebbero addirittura acquisire una grande holding di advertising.
Unconventional Buyer
Tornando allo studio, R3 ha definito il 2017 come l’anno degli “unconventional buyer”, ossia di quei soggetti non direttamente attivi nella sfera della creatività. Non solo consulenza, ma anche editori e operatori ad tech. Da Snap al New York Times, dai grandi giganti hi tech ai gruppi d’investimento privati, il 2017 è stato effettivamente un anno atipico per gli M&A, ma la tendenza sembra destinata a proseguire nel segno della continuità. R3 sostiene che Accenture, Deloitte e altri big della consulenza abbiano intercettato un’autentica opportunità. Anche in Italia, dove EY si è assicurata il controllo della storica agenzia Italia Brand Group e di Applix, piattaforme che prefigge di accompagnare aziende e istituzioni nella digital transformation.
I numeri
Nel 2017 sono stati contate 401 operazioni di M&A nello spazio del marketing e della comunicazione, in leggero aumento dai 398 dell’anno precedente. Il totale di dollari investiti è di 13,5 miliardi, in calo del 3%. L’Europa è la regione che registra l’incremento più elevato (34%) per un totale di 3,7 miliardi, mentre gli Stati Uniti producono la quota più corposa, pari a 6,6 miliardi. In decisa contrazione Asia (-34%) e America Latina (-45%), con la Cina addirittura al -77%. Un atteggiamento attendista che non ha tuttavia minato l’interesse verso il mercato più grande al mondo. Per il 2018, R3 prevede un intensificarsi degli M&A e un consolidamento del settore. Naturalmente a trainare il tutto è sempre il digitale.
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