Autore: Redazione
17/06/2016

Dark Social, una pratica in grande ascesa

Lo certifica uno studio RadiumOne, che propone una soluzione per estrarre valore dai dati social

Dark Social, una pratica in grande ascesa

La pratica del Dark Social è in grande ascesa e gli editori devono trovare il modo per rispondere a questa tendenza. Secondo lo studio “The dark side of mobile sharing” pubblicato nei giorni scorsi da RadiumOne, infatti, a livello globale l’82% delle condivisioni via mobile avvengono attraverso messaggi, email o testi. Nel 2014 questo valore era attorno al 50%. Solo l’11% è condiviso su Facebook mentre il 7% è veicolato sugli altri social network. In Europa i valori dell’analisi condotta sul comportamento di 940 milioni di utenti sono abbastanza simili. Estarre valore dai dati dei social media All’inizio, il report di una ventina di pagina, segnala come questa pratica non possa essere ignorata dall’intera filiera e che è possibile estrarre valore dall’attività Dark Social: in questo senso la stessa RadiumOne ha sviluppato un tool ad hoc. Intervistato di recente sul tema, il managing director di RadiumOne Mattia Stuani, ha spiegato che «All’interno di una data strategy composta da diverse fonti di dati, quello social è uno dei più qualitativi perché consente di targetizzare le audience che interagiscono con la pagina social del brand, al di fuori delle pagine social. Inoltre siamo in grado di sfruttare i dati sulle condivisioni dei contenuti degli utenti sui siti web: sapere cosa condivide un utente e con chi, ci dà modo di avere delle informazioni di behaviour molto qualitative e l’evidenza di un interesse reale. Tuttavia, la vera forza sta nell’avere la capacità di attivare in maniera efficiente questi segmenti e, soprattutto, nel possedere un algoritmo come il nostro pluribrevettato ShareGraphTM, che è in grado di amplificare i dati, di qualificarli e di renderli efficienti per l’acquisto del media, naturalmente anche in cross-device».