Autore: Redazione
11/03/2020

Da UNA, Ferpi, IAA e le associazioni del management proposte per la comunicazione istituzionale di crisi

La Rete offre al Governo un contributo strategico e tecnico per la gestione dell’emergenza e la difesa del Paese dai danni reputazionali a seguito dell’epidemia di coronavirus

Da UNA, Ferpi, IAA e le associazioni del management proposte per la comunicazione istituzionale di crisi

La Rete delle Associazioni dei Comunicatori e del Management - Ascai, Cida, Com&Tec, Confassociazioni, Ferpi, Iaa, Una - si mobilita per fornire al Paese servizi di comunicazione efficiente ed efficace in questo momento di emergenza dovuta all’epidemia di coronavirus, e mette a punto un piano di proposte operative per gestire la comunicazione istituzionale di crisi. Destinatario delle proposte, inviate sabato 7 marzo 2020, è il Governo e in particolare il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i Ministri degli Affari Esteri Luigi Di Maio, Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Andrea Martella. Le azioni vanno dalla necessità urgente di comunicare in maniera positiva l’impegno profuso dal Paese per non farsi sopraffare dall’epidemia, alla volontà di raccontare come il mondo del lavoro e delle imprese sta affrontando la situazione e di coinvolgere i giovani in un progetto di ricostruzione. Inoltre si renderà necessario lavorare al rilancio dell’immagine e della reputazione dell’Italia nel mondo.

Comunicazione istituzionale in difficoltà

«Nel momento in cui il coronavirus ha dimostrato che la comunicazione è un punto debole, la Rete delle Associazioni ha deciso di mettere a disposizione le proprie professionalità verticali per costituire una unità operativa con team leader esperti in comunicazione di crisi, emergenza nazionale e comunicazione sanitaria. Oggi più che mai i corpi intermedi devono fare sistema» spiega Rita Palumbo, Segretario Generale della Ferpi. Dopo la gestione schizofrenica di alcune situazioni, per esempio la fuga di notizie di sabato 7 marzo relativa alla bozza di decreto sulla istituzione della “zona arancione” in Lombardia e altre province italiane, si rende più che mai necessario evitare di fare informazione allarmistica e di creare panico. «Ci è sembrato necessario tendere una mano a istituzioni che non devono imparare niente da nessuno ma hanno bisogno del sostegno di tutti – aggiunge Andrea Cornelli, Vicepresidente UNA -. La nostra posizione è costruttiva e proattiva, la comunicazione diventa un elemento determinante di una corretta gestione della crisi. Con tante parole spese, ci è sembrato doveroso tradurre le parole in fatti».

Le azioni proposte

Per cercare di difendere il Paese dai danni economici, di immagine e reputazionali che sta subendo, la prima azione e la più urgente è comunicare l’Italia che non si ferma per trasformare l’attuale “comunicazione di crisi” in “comunicazione positiva”. Un piano di comportamenti e azioni di comunicazione di gestione della crisi, di business continuity e di rilancio reputazionale, elaborato dagli esperti delle Associazioni che sarà presentato alle Parti Sociali e alle Istituzioni. I Ministri Dadone, Patuanelli e Di Maio sono stati coinvolti perché si parla di comunicazione pubblica, di processi a sostegno delle imprese e di reputazione dell’Italia all’estero. La seconda azione proposta riguarda il racconto, da parte di lavoratori e imprenditori, di come è cambiata l’organizzazione e la comunicazione nei posti di lavoro e le ricadute sulle famiglie. Una radiografia del fenomeno per far luce sui rischi occupazionali e sulle crisi aziendali. La terza azione è relativa a una campagna di sensibilizzazione che veda i giovani protagonisti della “ricostruzione” del nostro Paese. Infine, la realizzazione di un white paper dedicato al Made in Italy e al Sistema Italia per avviare il rilancio dell’immagine del nostro Paese nel mondo attraverso le articolazioni internazionali delle Associazioni della Rete. «Quanto prima individueremo i componenti della task force che lavorerà al primo punto, il più urgente» spiega Cornelli. Per quanto riguarda invece il rilancio dell’immagine del Paese «bisogna interagire in maniera strutturata, partiamo da un fatto che non può essere messo in discussione: questo è il Paese più bello del mondo popolato dalle persone più belle del mondo, dobbiamo far capire che stiamo affrontando tutto al meglio».