I contenuti native chiaramente sponsorizzati hanno performance migliori
Secondo il report “State of Native Disclosure” di Polar i content che aderiscono alle guideline del dicembre 2015 della FTC hanno un maggior tasso di click-through
Circa un terzo dei posizionamenti degli annunci nativi non riescono a rispettare le linee guida della Federal Trade Commission. Il report “State of Native Disclosure” di Polar ha analizzato 137 native placement di 65 editori ed ha rilevato che solo il 55% di loro ha utilizzato il termine “sponsored”, mentre il 4,5% ha usato il termine “advertisement”, aderendo alle guideline della Federal Trade Commission che vogliono gli annunci native esplicitamente etichettati come contenuti pubblicitari sponsorizzati. Il resto non ha avuto nessuna denominazione o ha utilizzato termini ambigui come “promoted”, “presented” o “partner.” Secondo le linee guida pubblicate nel dicembre 2015, la FTC precisa che una terminologia ambigua potrebbe potenzialmente “far credere ai consumatori che il contenuto della pubblicità è sostenuto dal sito dell’editore e che l’inserzionista non lo ha creato o influenzato”.
Il tasso di click-through
Lo studio di Polar ha rilevato che il più alto tasso di click-through (0,19%) è stato raggiunto dagli annunci nativi etichettati come “promoted”, mentre il secondo più alto (0,17%) da quelli etichettati come “partner” di contenuti. Gli “sponsored” sono al terzo posto con un click-through rate del 0,16%, mentre il contenuto native senza specifiche ha raggiunto un tasso dello 0,15%.
Desktop e mobile
Lo studio ha trovato marcate differenze anche tra le prestazioni delle comunicazioni pubblicitarie native su desktop e su mobile. Mentre gli “sponsored” hanno superato i “promoted” con un margine del 26% sulle pagine desktop, su mobile “la storia è completamente diversa”, secondo Polar, con i “promoted” che superano gli “sponsored” del 105%.
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