Autore: Redazione
01/03/2018

I consumatori condividono i propri location data solo con quelle app che offrono un valore in cambio

La qualità dei dati di posizione rimane un problema, ma i marketer stanno investendo molto in soluzioni alternative agli exchange per la raccolta e in location targeting, lo riporta un report pubblicato da eMarketer

I consumatori condividono  i propri location data solo con quelle app che offrono un valore in cambio

Nell’ultimo anno, i consumatori sono diventati sempre più disponibili a condividere i dettagli della loro posizione geografica e, al contempo, gli inserzionisti hanno una migliore comprensione di come utilizzare i location data. Generare valore In generale, una netta maggioranza di utenti mobile permette ai propri dispositivi di tenere traccia della loro posizione, da cui dipendono molte delle loro app preferite. Tuttavia, i consumatori si rifiutano di condividere le informazioni sulla localizzazione con app che non danno loro alcun valore in cambio. Qualità dei dati La qualità rimane un problema e la percentuale di location data idonei negli exchange è effettivamente diminuita. Tuttavia, i marketer dispongono anche di altri strumenti per il controllo e la verifica dei dati, e ci sono fonti di dati di alta qualità come alcuni provider che si occupano del filtraggio di gran parte delle informazioni di scarsa qualità che circolano. Location targeting Inoltre, crescono gli investimenti in location targeting. Infatti, una ricerca di BIA/Kelsey ha rilevato che la spesa pubblicitaria per il location targeting mobile negli Stati Uniti sarà più che raddoppiata tra il 2017 e il 2022. Queste informazioni sono tratte dall’ultimo rapporto di eMarketer: “Location Intelligence 2018: Consumer Behavior, Data Quality and Targeting Tips”. Il report analizza l’atteggiamento dei consumatori nei confronti dei location data, la loro qualità e il modo in cui i marketer possono integrare efficacemente tali informazioni nelle loro campagne di marketing.