Autore: Redazione
18/06/2020

Connexia, la reazione culturale contro la crisi del sistema

Massimiliano Trisolino, Managing Partner Strategy & Creativity dell’agenzia, ci racconta i mesi del lockdown dominati da un’organizzazione estremamente strutturata, tra gare vinte, iniziative solidali, incertezze di mercato e nuovi scenari

Connexia, la reazione culturale contro la crisi del sistema

Massimiliano Trisolino

Arrivano le prime testimonianze. Come ha reagito il mercato? Le aziende? Le agenzie? Noi consumatori ci stiamo guardando allo specchio da mesi ormai, consapevoli di attese, aspettative, obiettivi, risorse, desideri, utopie, ma i costruttori dei nostri sogni hanno dormito, immaginato o non hanno mai smesso di cercare soluzioni? Le prime voci dal campo si fanno largo. Connexia è uscita dai blocchi con una prontezza che forse ha sorpreso gli stessi titolari. Massimiliano Trisolino, Managing Partner Strategy & Creativity dell’agenzia, utilizza una locuzione degna dei migliori Giochi Olimpici che, visti gli eventi, tornerà utile nell’estate del 2021: «Abbiamo avuto una risposta reattiva e abbiamo preso in mano la situazione, consapevoli delle difficoltà. Connexia ha subito voluto testimoniare la sua vicinanza ai clienti, è sempre stata operativa, ha partecipato a un discreto numero di gare, anche durante la chiusura, e ha subito pensato alla salute del proprio entourage: una settimana prima che fosse ufficializzata la chiusura del Paese, la struttura, che conta 150 persone, era già pronta in modalità smartworking».

Una soluzione definitiva?

«No, ma comunque prolungata fino al 31 agosto. È andata bene, abbiamo raggiunto molti risultati e lavorato con soddisfazione, ma il nostro è un mondo che si nutre volentieri del confronto fisico, necessario per poter crescere, che deve sbattere la testa sui progetti lungo i corridoi dell’agenzia, che deve incontrarsi».

E allora come siete riusciti a preservare le vostre attività?

«Merito di un approccio consulenziale molto strutturato: la famosa “organizzazione”, che ci ha permesso di rimanere operativi al 100%. In questo siamo stati facilitati dal grande lavoro effettuato nell’ultimo lustro, lasso di tempo in cui abbiamo consolidato la funzione operations, che danno ordine alle varie competenze che contraddistinguono Connexia, alle nostre differenti “anime”: innovation, creativity, content, data».

E le citate gare?

«Abbiamo vinto, tra media e creatività, AssoBirra, Ontex e Europ Assistance, oltre ad un progetto di consulenza di comunicazione per Cereal Docks, e realizzato per ActionAid una bella campagna stampa e digital. Tutti budget dell’ultimo periodo, quello del lockdown».

A proposito di emergenze, quarantene, chiusure, Connexia si è spesa molto per la comunità…

«Sì, abbiamo lanciato la Mappa della Solidarietà, una app che abbiamo sviluppato per tracciare tutte le imprese impegnate attivamente nella lotta all'epidemia, mappando le donazioni in denaro e materiali effettuate dalle singole aziende e rappresentandole graficamente in forma di dati aggregati: è possibile consultare sia le donazioni totali, sia suddivise per settori industriali, per beneficiari e per tipologia di donazione (monetaria o non monetaria). Abbiamo anche sviluppato una app per mappare a livello internazionale le diverse campagne legate al Covid, per capire come i brand hanno scelto di comunicare durante l’emergenza, e inaugurato “Wake Up Innovators Restart”, un ciclo di incontri dedicato alla “ripartenza” post-emergenza Covid-19 con i top manager protagonisti dell’industria italiana. La nostra Corporate Communication Director, Zornitza Kratchmarova, intervista ogni settimana un ospite in rappresentanza di una specifica industry, tra le aziende che si sono distinte nel donare durante l’emergenza. Tutte queste iniziative sono legate alla nostra volontà di andare oltre il concetto di agenzia adv: non siamo semplicemente un player pubblicitario, ma una struttura che si occupa di cultura, di business e di comunicazione. Ci prefiggiamo, come ben raccontato anche dal nostro recente rebranding, di aiutare i clienti a risolvere i problemi e raggiungere obiettivi di business e comunicazione facendo leva su queste competenze».

Avete quindi un polso della situazione tale da capire quanto abbia rallentato il mercato.

«Dal nostro punto di osservazione, diciamo intorno al 10%. La chiusura del 2019 ci vede in crescita, sempre più competitivi, come testimoniato anche dall’acquisizione di Ragooo, che ha completato ulteriormente il nostro potenziale su media, data analytics e SEO. Il 2020 diventa un anno di contenimento e, probabilmente, non saranno questi che stiamo vivendo i mesi peggiori.  Si parla di un calo degli investimenti generale tra il 20 e il 40%».

Avete avvertito qualche reazione rispetto all’inizio della Fase 2?

«In effetti sì. Soprattutto nelle ultime tre settimane, ci sono state aziende che hanno sbloccato qualche budget e non poche realtà ci stanno chiedendo consiglio su come agire e quali leve attivare, tra quelle “classiche” e quelle incentrate sul digital. Quest’ultimo sta prendendo sempre più piede, anche se, ovviamente, durante il lockdown, il consumo televisivo ha registrato un’impennata notevole. Connexia è in ogni caso pronta all’integrazione di diverse leve, come dimostra il pitch Motta vinto lo scorso anno, un incarico che unisce tv e digital».

Scenari prossimi?

«Occorrerà attendere settembre e l’ultimo trimestre dell’anno, per capire un mercato che ora è sulla difensiva. Sono situazioni delicate, che possono avere ripercussioni anche all’interno dell’agenzia, sul senso di appartenenza che deve essere coltivato, tenuto in forma. Un lavoro nel lavoro, che l’agenzia adempie grazie a una figura predisposta che si occupa di quello che possiamo chiamare “la dimensione culturale” di Connexia».