Autore: Redazione
27/02/2023

Comunicare oggi: tutta una questione di sinergie, parola di Joydis

L’agenzia, nata nel 2004, opera in una crescente logica omnichannel, una filosofia che la accompagna sin dagli inizi e che le ha permesso di crescere senza traumi a dispetto dell’ultimo triennio. Tra PR, eventi, attività di influencer & talent management, nel segno dell’emozionalità, il racconto è affidato all’A.D. Elisabetta Nicolini

Comunicare oggi: tutta una questione di sinergie, parola di Joydis

Elisabetta Nicolini

Che più di qualcosa sia cambiato nel mondo della comunicazione nell’ultimo triennio lo dicono in tanti; c’è chi lo sussurra, quasi timoroso, chi invece fa la voce grossa. Insomma, ormai lo si dà per scontato: canoni, prerogative e obiettivi hanno subito un decisivo mutamento, ma non è detto che tutti siano (stati) in grado di prendere le dovute contromisure, al di là dei proclami “a 360 gradi”. Poi, può accadere di trovarsi di fronte a strutture dotate della giusta esperienza ma anche di una freschezza che consentono un aggiornamento costante e mai traumatico; che si tratti di predisposizione naturale? Dalle parti di Joydis, agenzia omichannel nata nel 2004, si direbbe che abbiano trovato una (la) soluzione, sempre da quelle parti potrebbero replicare che l’avventura quasi ventennale abbia attinto con naturalezza dal trascorrere delle stagioni e dalle suggestioni createsi di volta in volta.

Un’agenzia e i suoi interessi

Un piccolo riassunto: siamo di fronte a un’agenzia che utilizza un mix di linguaggi diversi e si appoggia  a connettori differenti, quali sport, musica, arte, cultura e spettacolo; è propensa a credere in un approccio integrato che sappia connettere brand e cliente in chiave totalmente omnichannel, in linea con gli obiettivi e le esigenze di ognuno. Da sempre attiva nel campo delle pubbliche relazioni, Joydis studia attività ad hoc per i marchi che vogliono essere al posto giusto nel momento giusto, magari in occasione di eventi nazionali importanti come la Mostra del Cinema di Venezia (con aziende come il Gruppo Hearst, Atlas Plan, il gruppo Ten con il quotidiano La Ragione, Fiorucci Salumi, Fonte Margherita, Spirito Cocktails), il Festival di Sanremo, il Pitti a Firenze e il Mido a Milano, dove per anni ha partecipato organizzando eventi con la  presenza di artisti. Joydis inoltre si occupa del marketing della Lounge di Fondazione Ente dello Spettacolo alla Mostra del Cinema di Venezia che diffonde e promuove la cultura cinematografica in Italia ed è anche editore della Rivista Cinematografo, la più antica pubblicazione italiana del settore. E ancora: per favorire l’approccio emozionale al core brand, Joydis ha creato una rete di progetti di co-marketing e di comunicazione con le più affascinanti località di montagna italiane (Madonna di Campiglio, Ortisei, Courmayeur, Cortina D’Ampezzo) per attività di sampling o di visibilità del marchio. Oltre a curare l’ufficio stampa di tutti gli atleti e i talent che rappresenta, Joydis ha seguito l’ufficio stampa di diverse realtà turistiche e aziendali e di eventi e fiere costruendo contatti con testate (stampa, radio, tv, web) generaliste e specialistiche, nazionali e locali. La struttura affianca a un lavoro di ufficio stampa tradizionale un lavoro mirato a creare sinergie di interesse per il cliente e situazioni di collaborazione online e offline. Alcuni esempi: dal 2020 Joydis cura l’ufficio stampa di Skipass, il salone del turismo e degli sport invernali di ModenaFiere. Recentemente ha inoltre affiancato ModenaFiere nell’organizzazione di un press tour nel Pollino, in Calabria, territorio presente tra le realtà del turismo a Skipass. L’ultima sfida: il Fantini Club di Cervia.

Lo spettatore protagonista

Il minimo comune denominatore di tutti i progetti curati da Joydis è l’interazione tra prodotto, brand/località e consumatore che si svolge nella cornice dei diversi eventi e delle diverse situazioni che possono essere reali o virtuali. Joydis da sempre sceglie di lavorare nella direzione della comunicazione e del marketing emozionali. E così, chi partecipa agli eventi organizzati e promossi dall’agenzia, che siano B2C o B2B, non è soltanto uno spettatore ma un protagonista attivo, disposto a vivere esperienze uniche. I brand devono essere partner di contenuti, capaci di comunicarsi attraverso un linguaggio emotivo e coinvolgente.

Influencer & talent management

In una logica di una comunicazione integrata per brand e località, l’agenzia si occupa anche di management di atleti, talent e influencer; è in grado quindi di studiare e costruire progetti di influencer marketing individuando influencer/ambassador e ideando situazioni di collaborazione online con i talent della propria scuderia ma anche selezionando altri talent in target con i clienti. E allora, come deve muoversi un’agenzia di comunicazione oggi? Lo abbiamo chiesto proprio all’A.D. di Joydis, Elisabetta Nicolini (protagoniosta della puntata di DailyOnAir -The Sound Of Adv).

Come si muove Joydis sul mercato?

«Siamo nati nel 2004 e sin dall’inizio siamo sempre stati molto legati alla parte esperienziale, alla ricerca dell’unione più appropriata tra brand, comunicazione ed eventi; e così, abbiamo sviluppato una strategia omnichannel».

Certo che di acqua sotto i ponti in quasi venti anni di attività ne è passata…

«Il cambiamento in venti anni è stato incredibile, e occorre adattarsi, guardare sempre avanti. Lavorando sulla parte esperienziale abbiamo capito come trasformarci ed essere impermeabili. Non può esistere più una competenza che prescinda dalla conoscenza di quello che ci accade. Possiamo parlare di una vera e propria filosofia, sostenuta dai profili interni all’agenzia che portano novità, sfide ed entusiasmi. Nel 2020 il noto cambiamento epocale: la pandemia ci ha ovviamente negato la parte off e ci ha portato a crescere sulla parte online. Oggi ci accorgiamo che i due mondi non sono quasi più distinguibili, non hanno confini; pensiamo alla tv che va a pescare direttamente dai social».

Cosa ricerca Joydis?

«Cerchiamo il DNA di un brand, lo decifriamo e lo comprendiamo per poi trovare un talent adatto, che non è l’ambassador distante, il classico testimonial. Oggi come oggi bisogna tener conto del giudizio della community, è lei che decide. E l’aspetto dell’emozione rimane basilare nel suo costante aggiornamento».

Come fate a convincere il cliente sulla filosofia omnicanale?

«Non è facile. Per fare un esempio: seguiamo diverse attività legate al Festival di Venezia, evento attraverso cui coinvolgiamo settori al di fuori dell’ambito glam che però quando vivono l’esperienza capiscono, confermano, consolidano, sia sul fronte della sempre basilare awareness, sia soprattutto rispetto alla connessione che si può generare, quando è autentica, quando i valori corrispondono. Ecco perché serve estrema trasparenza».

Ci sono differenze tra i settori con i quali collaborate?

«Soprattutto c’è chi ha lasciato che il proprio marketing potesse spaziare e capire che c’è qualcuno dall’alta parte che, ascolta, guarda, legge. E allora, influencer, talent e social sono canali di comunicazione sempre più importanti, che impongono un dialogo vero e proprio. La comunicazione è diventata più profonda, studiata, consapevole. Occorre capire che dietro c’è sempre un interlocutore».

L’impressione è che la rete sia diventata sempre più “cattiva”

«Subire le critiche social è rischioso, anche per chi non si espone e si affida all’istituzionalità. Ma non c’è altra soluzione  se non mettersi sempre in gioco, andare in profondità, raccontarsi in una maniera vera».

E il nostro Paese come si muove in questo senso?

«In Italia il mercato ha voglia di rimettersi in gioco, dopo aver maturato una consapevolezza che determinate modalità sono entrare a far parte in maniera inconsapevole nelle nostre vite. Nel corso del 2022 abbiamo assistito  a una riapertura lenta, che richiedeva molta fiducia, con le aziende che cercavano di capire come riprendere a comunicare, cosa di cui noi ci siamo accorti anche grazie al lavoro di ufficio stampa. Poi, gli eventi hanno ripreso il loro corso e lì abbiamo capito che stavamo ripartendo».

C’è ancora spazio per l’evento fisico?

«Sempre di più, il contatto non è sostituibile. Chiaro, oggi può essere tutto riadattato per venire incontro a chi non può vivere l’esperienza in presenza. Ma un evento ha bisogno di socialità».

Eppure qualcosa non ha funzionato: i cinema sono quasi deserti, di contro i concerti vanno di sold out in sold out

«Si tratta di situazioni di mercato differenti: la musica si porta dietro l’energia delle esibizioni live che conduce alla condivisione e a una crescita di quello che si percepisce; il cinema si pensa invece che possa essere sostituibile, magari dalle tv connesse».

Come sarà il 2023 di Joydis?

«Ci focalizzeremo su eventi reali, aziendali, saremo a Venezia, ci occuperemo di sport, il tutto sempre a bordo di comunicazioni studiate. Lavoreremo sui talent, con filoni legati alla salute e al benessere. Abbiamo sempre operato con profili di atleti che, sempre di più, parlano la lingua del benessere; è un mondo in crescita quello dello sport come stile di vita. In ogni caso, ci muoveremo sempre di più sul terreno delle contaminazioni e delle sinergie».