Secondo le analisi del CeRTA, Netflix è il punto di riferimento per il co-viewing in famiglia
Presentata ieri a Milano la ricerca realizzata insieme al CeRTA; la Vice Presidente Italia Tinny Andreatta: «Fattore decisivo la ricchezza della nostra offerta»

Tinny Andreatta e Anna Sfardini
La famiglia continua a essere al centro delle attenzioni degli editori televisivi, anche di chi è entrato sul mercato come agente di rottura rispetto alle consuetudini di consumo di contenuti audiovideo, come le piattaforme in streaming. Infatti Netflix ha condotto insieme al CeRTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano, diretto da Massimo Scaglioni) la ricerca ‘TVgether. Dallo schermo al dialogo (e viceversa): le famiglie italiane e il co-viewing’ sulla visione condivisa, da cui emerge una tendenza per certi versi sorprendente: è proprio grazie all’offerta on demand che il salotto di casa torna a essere il ‘focolare’ intorno a cui ci si ritrova per guardare la tv insieme. E Netflix, secondo la ricerca, è considerata l’opzione preferita per il co-viewing. «Con lo streaming cambia il modello di fruizione ma non l’importanza della visione condivisa per la sua valenza affettiva e come ingrediente di connessione famigliare» commenta Tinny Andreatta, Vice Presidente per i contenuti italiani di Netflix, che insieme ad Anna Sfardini, Responsabile ricerche CeRTA, ha presentato ieri a Milano i risultati dello studio. Il fattore decisivo di questo successo è l’articolato catalogo «che risponde alle diverse esigenze del pubblico per ricchezza dei formati e tipologia di contenuto» continua Andreatta. Contenuto che deve tenere conto dei trend emersi da indagini come questa; tanto è vero che, sottolinea Andreatta, quando si commissiona un progetto «c’è l’idea che il nucleo famigliare debba trovare qualcosa di adatto». La co-visione all’interno della famiglia è quindi una linea direttrice da tenere d’occhio per i prossimi sviluppi dell’offerta locale di Netflix, che quest’anno compie dieci anni in Italia. La stagione 2025, come annunciato a fine gennaio, sarà caratterizzata da più di un contenuto originale al mese, tra cui titoli come ‘Il Gattopardo’, ‘Il Mostro’ (una visione inedita delle vicende del Mostro di Firenze targata Stefano Sollima, ndr), ma anche prodotti di intrattenimento unscripted come ‘L’amore è cieco Italia’, o anche il rap show ‘Nuova Scena - Rhythm + Flow Italia’ con Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain.
Punto di riferimento per la co-visione famigliare
E quindi, nonostante lo scenario televisivo nel suo complesso sia ricchissimo di prodotti di ogni genere, un genitore su tre indica Netflix come l’offerta migliore per la co-visione famigliare. Questa modalità di consumo televisivo è particolarmente apprezzata perché è un’occasione per ridere e divertirsi insieme (82% adulti, 90% ragazzi); favorisce complicità e condivisione di emozioni (79% adulti, 85% ragazzi); stimola scambio di opinioni e riflessioni (75% adulti, 88% ragazzi). La media di co-visione settimanale è di circa 8 ore, soprattutto tramite smart tv (57% delle preferenze). «Un dato molto interessante, che indica come il co-viewing sia una pratica oramai quotidiana – commenta Sfardini -, trainato proprio dalla smart tv e dai servizi in streaming. Questa ricerca ci offre l’occasione di studiare le famiglie, le dinamiche di visione al loro interno, il modo di fare famiglia. I contenuti visti insieme si trasformano in occasioni per affrontare temi difficili o complessi, coltivare passioni comuni, rivelare i propri interessi e scoprire quelli degli altri componenti della famiglia, addirittura programmare insieme gite fuori porta facendosi invogliare dalle location viste sullo schermo. La ricerca, insomma, ha mostrato il lato sinergico, affatto scontato, del rapporto tra media e famiglie italiane».
I dati della ricerca
L’indagine è stata condotta con metodo CAWI mediante utilizzo del panel Toluna: 800 interviste complete a genitori/tutori di bambini o ragazzi di età 6-17 anni (quote rappresentative della popolazione italiana per sesso ed area geografica). La forza del co-view risiede nella quotidianità: il 67% delle famiglie lo pratica nei giorni feriali e l’86% nel fine settimana. Si scelgono soprattutto le novità (67% del campione) soprattutto tra gli utenti Netflix (73%). In media, vengono considerati diversi aspetti per definire cosa guardare insieme: trama e genere soprattutto, e poi trailer, personaggi, attori, suggerimenti, passaparola. Il co-viewing è anche un’opportunità per affrontare insieme tematiche rilevanti come: confronto e rispetto delle regole (56%), ecologia, sostenibilità e cambiamento climatico (48%), bullismo (41%, che sale al 45% tra gli utenti Netflix), relazioni affettive e sentimentali (40%), razzismo (35%, con un aumento al 38% tra gli utenti Netflix) e il ruolo della donna nella società (34%).
Retrowatching
Una pratica diffusa tra i genitori è quella del retrowatching, ovvero introdurre ai figli contenuti del proprio passato (menzionata dal 45% degli intervistati) considerandoli parte di un patrimonio culturale ed emotivo da condividere, tramandare e su cui riflettere insieme. Quasi 1 famiglia su 2 sceglie di guardare film meno recenti o classici: per il 59% del campione, i contenuti più datati non solo rafforzano i legami, ma contribuiscono anche a costruire la storia familiare. In particolare, tra gli utenti Netflix (61%), questa scelta diventa un modo per stabilire punti di contatto con i figli, condividendo con loro esperienze ed emozioni passate.
Modalità di co-viewing
Le modalità di co-viewing sono quattro, secondo la ricerca: spontaneo quotidiano, che si integra nella routine; programmato, che diventa un appuntamento atteso; rituale e festivo, tipico delle occasioni speciali; selettivo di gruppo, focalizzato su contenuti che stimolano conversazioni e connessioni. Parlare di ciò che si è visto insieme segue due principali modelli: il media frame, che ruota attorno al tema del contenuto, e il family frame, che nasce all’interno del nucleo familiare. In entrambi i casi, il contenuto diventa un mezzo di comprensione reciproca e di connessione più profonda. I servizi SVOD, inoltre, hanno profondamente trasformato il modo in cui consumiamo contenuti audiovisivi, superando le limitazioni imposte dagli orari rigidi della TV tradizionale e liberando i contenuti dalle griglie del palinsesto.