Autore: Redazione
04/03/2024

Capire le potenzialità del DOOH e del mobile marketing: la missione di Sweet! Media

La fresca vicenda della startup appartenente al gruppo Numatec raccontata dal CEO Davide Tarabelloni

Capire le potenzialità  del DOOH e del mobile marketing:  la missione di Sweet! Media

Davide Tarabelloni

Cambia, si evolve, si trasforma, stagione per stagione, il mondo della comunicazione e dell’adv e, di conseguenza aumenta la specializzazione. Prendiamo Sweet! Media (https://www.sweetmedia.io/), agenzia specializzata nel Digital Out Of Home e nel mobile mar-keting, che ha da poco annunciato l’ingresso di Claudia Sgura come Sales Manager. Una nomina che segnala un nuovo cambio di marcia, per espandersi ulteriormente sul mercato nazionale… Chiediamo lumi a Davide Tarabelloni, CEO di Sweet! Media (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv

Quando nasce e con quali propositi Sweet Media?

«Sweet Media nasce nel 2023 tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo ed è una piccola startup che appartiene a un gruppo più ampio che si chiama Numatec, attivo a livello globale. Sweet! Media è stata fondata con il proposito di collegare quelle che sono le nuove tecnologie, quindi tutta la parte di Digital out of Home (DOOH) e Connected TV al meccanismo mobile. L’idea è stata proprio quella di dare, in particolare al DOOH, un riscontro concreto, perciò dare la possibilità alle agenzie e ai clienti che lavorano con noi di avere un dato in più rispetto alle “pubblicità digitali”».

Come si sono evoluti i settori del DOOH e del Mobile Marketing e quali sono i punti focali da toc-care affinché performino in maniera adeguata?

«A mio parere, il settore che si sta maggiormente evolvendo negli ultimi anni è quello del DOOH. Durante il Covid, abbiamo assistito a un inevitabile rallentamento di tutto il comparto, poiché non sono più state fatte pubblicità e affissioni out of home, ma oggi il mercato è in ripresa. A ogni modo, la problematica attuale che frena l’espansione su larga scala del DOOH è la stessa che era stata riscontrata qualche anno fa nel campo del performance marketing: mi riferisco alla man-canza di una reale misurazione dell’andamento dell’attività. Oggi, però, esistono degli strumenti come per esempio Adsquare, con il quale Sweet Media è integrato, che consente di avere dati molto specifici sul tipo di erogazione che sta avvenendo sugli schermi digitali situati in strada oppure all’interno dei centri commerciali. Nonostante ciò, manca ancora, lato cliente, l’idea di non poter vedere sicuramente la propria inserzione pubblicitaria, come accade, invece, per l’affissione fisica di un cartellone pubblicitario. Infatti, lato digital è necessario essere consapevoli che, a par-te in casi specifici, come ad esempio reservation e domination, quando si va ad acquistare in programmatic, esiste la possibilità di non riuscire a vedere la propria pubblicità, nonostante l’erogazione stia avvenendo. Con Sweet! Media stiamo cercando di legare questa attività al circui-to mobile, così da poter risalire al numero di persone che effettivamente vedono l’inserzione e attuare un progetto di ri-targetizzazione in un secondo momento. Oltre a ciò, oggi tutte le attività legate al digital marketing stanno cominciando a lavorare in sincrono, dal mobile al DOOH, alla Connected Tv, etc. con l’idea di misurare tutte le attività insieme al fine di realizzare una strategia più completa possibile».

L’arrivo di Claudia Sgura come Sales Manager porta a una ridefinizione delle strategie: su quali basi poggeranno?

«Ciò che stiamo cercando di fare, in particolar modo, con l’arrivo di Claudia, è ridefinire la strategia per l’affermazione e l’espansione dell’agenzia sul mercato nazionale ed internazionale. Nello specifico, Claudia si sta concentrando sulla parte di relazione diretta con i clienti perché, a differenza mia e degli altri due membri del team, che abbiamo sempre lavorato lato prodotto, lei ha una visione molto più ampia, grazie alla sua grande esperienza in agenzia. Questo ci permette di aiutare i clienti a comprendere meglio le attività fatte da Sweet Media e le diverse opportunità possibili, così che poi sia più facile anche il lavoro con i partner».

Ci sono pensieri/ragionamenti su possibili attività internazionali? A proposito, in cosa si differen-zia il mercato internazionale?

«Sweet! Media appartiene ad una holding company molto più ampia, con più di 22 aziende al suo interno, attive a livello globale. Abbiamo iniziato in Italia con Sweet! Media lo scorso anno ma stiamo già lavorando anche con mercati esteri. Abbiamo attivato le prime campagne con i Nordics e con paesi come Spagna e Portogallo che sono zone molto simili all’Italia a livello di clienti e di relazioni. L’idea è quella di espanderci ulteriormente sul mercato internazionale, perché crediamo che il DOOH sia un tema molto caldo in questo momento e, perciò, che abbia grosse possibilità di crescita quest’anno».

Una sintesi del vostro 2023 e i focus del 2024

«Abbiamo chiuso il 2023 con mezzo milione di fatturato e quest’anno prevediamo di raggiungere i due milioni, grazie anche a diverse partnership importanti che abbiamo stretto. Quando si parla di DOOH si parla di lanci più mirati e specifici nel corso dell’anno ma che richiedono budget più ampi, rispetto ad esempio al performance marketing e ciò favorisce, sicuramente, una crescita più rapida a livello di entrate. Sweet! Media si differenzia perché è in grado di dare valore aggiunto, mi riferisco all’analisi a posteriori non solo di impression ottenute da ogni campagna, ma anche a livello di audience raggiunta, che spesso è molto difficile da definire quando si parla di digital out of home. Inoltre, abbiamo chiuso una partnership strategica con Framen, player che si occupa di tutto quello che è il mercato DOOH indoor, molto utile per il segmento B2B, rispetto a quello B2C, che invece siamo abituati ad avere. L’idea è quella di avere un approccio doppio, ossia riuscire a rendere più chiaro al cliente che erogare in DOOH è un aspetto molto invitante sia a livello di creatività che si possono realizzare sia di risultati. Attualmente il DOOH è appannaggio principalmente dei brand di lusso, fashion e sport, perché hanno un grosso impatto a livello di video. La sfida per il 2024 sarà quella di cercare di far capire a diversi clienti le potenzialità del  digital out of home e perciò come investire i propri budget all’interno di questo mercato».