Brand safety, i marketer risultano ancora poco informati
Secondo Vibrant Media il tema non è ancora al centro delle contrattazioni pubblicitarie
Brand safety, questa sconosciuta. Dopo le polemiche scoppiate intorno al caso YouTube, uno studio condotto da Vibrant Media su marketer britannici, tedeschi, e statunitensi, evidenzia ancora una volta la mancanza di informazioni sulle misure adottate per garantire la sicurezza online degli investitori pubblicitari: solo il 27% dei media buyer si dice ‘confidente’ in questo senso, mentre il 33% afferma di non essere a conoscenza e il 15% lo è solo parzialmente. La cosa più allarmante è che la brand safety non è un tema al centro dell’agenda dei buyer. Nei colloqui per definire i contratti non se ne discute. E gli operatori denotano una generale difficoltà nell’affrontare la questione. A dire il vero forse fino all’inizio dell’anno non se ne parlava nemmeno. Eppure oggi l’88% dei media planner considera ‘prioritario’ garantire un ambiente sicuro per i propri clienti. Il 59% dice di discuterne in fase di contrattazione, ma solo il 29% conosce con esattezza dove il suo annuncio è andato a finire. E alcuni credono sia quasi impossibile risolvere problemi come la brand safety e addirittura il programmatic.