Autore: Redazione
28/11/2016

Bollicine nel Salento: a Natale si brinda con Piccolebolle

Un vino spumante ottenuto da uve biologiche dall’Azienda Agraria Duca Carlo Guarini, che ha mille anni di storia e tante idee innovative

Bollicine nel Salento: a Natale si brinda con Piccolebolle

Terra di masserie e di vigne antichissime, di rossi intensamente profumati e corposi, come il primitivo e il negroamaro, il Salento sta diventando la nuova frontiera delle bollicine in Italia, con vini spumanti ottenuti dalla vinificazione in bianco del più importante vitigno locale a bacca nera, il negroamaro. Così a Natale si brinda con Piccolebolle, ottenuto da uve biologiche certificate, prodotto e spumantizzato con il metodo Martinotti dall’Azienda Agraria Duca Carlo Guarini di Scorrano, in provincia di Lecce, frutto di una specifica tecnica di coltivazione in campo e di un ottimo lavoro in cantina, coordinato dall’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi. Ha un perlage sottile e persistente, un aroma particolare con sentori agrumati e al gusto è raffinato, armonico con una piacevole persistenza.

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Una storia millenaria

La famiglia Guarini ha 900 anni di storia ed è espressione del territorio. Viticoltori da 25 generazioni, con 70 ettari di vigneti, puntano Viticoltori da 25 generazioni, con 70 ettari di vigneti, puntano sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, nel rispetto dell’ambiente, senza l’uso di prodotti chimici. Un mondo di uomini e donne, che con il loro lavoro tutelano il patrimonio viticolo salentino, quello del negroamaro, del primitivo e della malvasia nera. Così nascono i classici, da vitigni autoctoni del Salento, vinificati in rosso, in rosato e in bianco. Una grande varietà di vini fatti con competenza e sincerità, rispettando l’ambiente e i consumatori. Solo vigneti coltivati direttamente, con passione e fatica per dare le giuste sensazioni. Merita una visita l’antica cantina nel cuore del Salento, a Scorrano: qui si possono vedere i luoghi del vino, a partire dalla barricaia nel frantoio ipogeo del ‘500 e ascoltare i racconti di quasi mille anni di storia, di come i Guarini siano giunti nel Salento dalla Normandia nel 1065 e di come alcune etichette parlano dei loro avi e di personaggi illustri. Come Murà, il bianco ottenuto da uve sauvignon blanc, in onore di Gioacchino Murat, che già re di Napoli fu ospite dei Guarini e su una specchiera incise il suo nome all’italiana; o Boemondo, un primitivo di alta qualità ispirato a Boemondo d’Altavilla principe di Taranto, primo figlio di Roberto il Guiscardo, conquistatore della Puglia, di cui Ruggiero Guarini fu compagno d’arme nell’avventura della prima Crociata.

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Vini bio e innovativi

Sette vini biologici sono già certificati Codex: Vigne Vecchie e Pìutri da primitivo; Natìvo e Campo di Mare da negroamaro; Murà da sauvignon; Malìa e Malìa Rosa da malvasia nera. Presto lo saranno anche tutti gli altri. I Guarini sono sempre al passo con i tempi ed esprimono la novità nella continuità: sono stati i primi a commercializzare in bottiglia vini che portavano orgogliosamente sull’etichetta frontale i nomi dei vitigni autoctoni, come il Negroamaro Pìutri e il Primitivo Vigne Vecchie, presentati con grande successo al Vinitaly del 1997. Dal 2015 i loro vini hanno la “carta d’identità” in etichetta, con l’indicazione dell’età del vigneto, la composizione del terreno, l’intensità e la resa per ettaro. I loro progetti futuri? Continuare nell’evoluzione e nella proposta di vini nuovi, così come hanno fatto negli ultimi anni con Malìa, malvasia nera in purezza rosso e rosato, Taersìa il negroamaro vinificato in bianco e Piccolebolle il primo spumante di negroamaro in bianco interamente prodotto in cantina. Sono vini sorprendenti, che rispecchiano il carattere del territorio: sole, mare, passione, eleganza, storia, cultura e ospitalità.