Autore: Vittorio Parazzoli
25/06/2024

Bene l’Italia a Cannes; Stefania Siani: «Annata positiva, siamo sulla strada buona anche se ancora mancano maestri capaci di fare “share of hope”»

La Presidente di ADCI commenta la performance tricolore al Festival, cui hanno contribuito anche tanti talenti che lavorano all’estero

Bene l’Italia a Cannes; Stefania Siani: «Annata positiva, siamo sulla strada buona anche se ancora mancano maestri capaci di fare “share of hope”»

Stefania Siani

Fin dal primo giorno di shortlist cui poi sono seguiti quelli che hanno via via assegnato i premi, era subito apparso che per l’Italia si poteva delineare, come poi in effetti è stato, una buona annata per l’Italia, nonostante e anzi forse proprio in quanto i lavori tricolori iscritti fossero calati del 10% a 440 dai 488 del 2023 (nel 2022 erano stati 449). Per l’occasione avevamo chiesto un primo commento a Stefania Siani, Presidente dell’ADCI che, tra l’altro, ci aveva detto: «Come lo stesso Simon Cook, CEO dei Lions, ha evidenziato, è un momento di grandi cambiamenti dove la crescita significativa delle iscrizioni a Cannes nella Creative Effectiveness -e dunque nello stabilire una relazione tra creatività e creazione di valore e di efficacia- è l’indicatore più importante. È fondamentale che anche in Italia l’intera industria contribuisca a riaffermare la centralità della creatività come acceleratore di business così da continuare a investire con sempre più ambizione nel Festival di Cannes. Il leggero calo delle nostre iscrizioni è ascrivibile a diversi fattori: la qualità e il taglio più italiano che internazionale dei progetti anche rispetto allo “use of humour” per citare una nuova categoria dei Lions, la volontà di essere molto clinici nelle iscrizioni anche per rendere sostenibili gli investimenti, e la difficoltà ad assumersi rischi e fare scelte più coraggiose e visionarie condivisa tra agenzie di creatività e media e clienti». Ora, a Festival concluso le abbiamo chiesto un parere finale, che è improntato alla piena soddisfazione per la nostra performance al Palais e in generale e anche per quella di nostri talenti che hanno contribuito al successo delle agenzie internazionali in cui lavorano: «Personalmente definirei del tutto positivo un anno che si è chiuso con 26 leoni contro i 21 dello scorso anno, con Bruno Bertelli e Cristiana Boccassini che mantengono un difficilissimo ranking anno dopo anno; con due italiane, Francesca Romana Ferracini e Alice Teruzzi, che firmano anche loro come D.C. due Grand Prix di Ogilvy New York per Coca-Cola con uno dei lavori più belli di sempre come quello per “Recycle me”; con la standing ovation del Palais per The Small di Luca Pannese e Luca Lorenzini e per Indiana Production con Karim Bertoletti per Coordown; con Marco Venturelli che guida Publicis Conseil a diventare Agency of the Year; con la shortlist nella categoria Film di un progetto dalla grande bellezza come “Translate” di AUGE, già Grand Prix di ADCI; con i nostri Giovani Leoni finalisti nella categoria Digital dopo che 700 loro coetanei da tutta Italia hanno concorso per arrivare a Cannes; con gli studenti di Accademia di Comunicazione vincitori ai Future Lions; con Amnesty International Leone a sorpresa con il lavoro di Michele Mari; con BBDO Italia che ha difeso i nostri colori e con ognuno di noi che ci ha provato, che ha partecipato, che ci ha creduto col suo progetto. Noi ce la mettiamo tutta. E possiamo fare di più. E dobbiamo fare di più. Prendiamo ispirazione. E riproviamo ancora. I veri maestri che mancano oggi sono persone capaci di fare “share of hope” e non rimpiangere la grandeur del passato. Il presente è molto interessante. Il futuro resterà sempre da scrivere».