Autore: Redazione
10/04/2020

Banca Mediolanum, l’A.D. Massimo Doris: «Nei periodi di crisi no al taglio degli investimenti in comunicazione»

L’imprenditore commenta le politiche del Governo per fronteggiare l’emergenza economica dovuta al lockdown per il Covid-19; a marzo la raccolta sfiora 1,4 miliardi di euro, trimestre a quota 3,3 miliardi

Banca Mediolanum, l’A.D. Massimo Doris: «Nei periodi di crisi no al taglio degli investimenti in comunicazione»

Massimo Doris

Nei momenti di crisi un’azienda lungimirante continua a investire in pubblicità perché «tagliare gli investimenti in comunicazione per risparmiare è facile, bisogna invece agire sulle efficienze. Nei momenti di crisi la pubblicità non si tocca». Questo è l’insegnamento di Ennio Doris, Presidente e “patron” di Banca Mediolanum, così come lo racconta il figlio Massimo Doris, Amministratore Delegato della società, che ieri è intervenuto all’incontro (rigorosamente in video conferenza) “Wake up innovators – Restart special edition” dedicato alla ripartenza post Covid-19, organizzato da Connexia e condotto dalla Corporate Communication Director dell’agenzia, Zornitza Kratchmarova.

«Durante i periodi di crisi non abbiamo mai smesso di comunicare. Anzi, di solito incrementiamo gli investimenti perché mentre gli altri tacciono, se si parla si viene ascoltati di più e meglio». Banca Mediolanum aveva appena concluso la campagna partita lo scorso gennaio a firma Armando Testa dedicata alla promozione del tasso al 2% lordo, che l’emergenza da coronavirus l’ha riportata in tv con lo spot “Insieme ce la faremo”, per lanciare una raccolta fondi a favore degli ospedali italiani. «Questa è una campagna un po’ diversa, non punta a fare pubblicità al brand ma a dare speranza, e aiutare chi ne ha bisogno» approfittando anche degli spazi che si sono resi disponibili sui mezzi.

Lo Stato al fianco delle banche per garantire la ripartenza

Nel frattempo la raccolta fondi ha superato il milione di euro. E’ andata bene anche la raccolta complessiva nei primi tre mesi, pari a 3,3 miliardi di euro netti, con un gettito nel solo mese di marzo di 1,4 miliardi circa che Doris definisce un record contro i circa 1,14 miliardi del 2019.

«La campagna sul 2% ha portato nuovi clienti. Ai risparmiatori dico che la crisi non mette in discussione la prossima ripresa dei mercati. Questa è una certezza. Ciò che cambia oggi è la natura della crisi: le precedenti erano dovute a un inceppamento del pil mondiale, qui la crisi economica la sta creando lo Stato con questa chiusura, che è sacrosanta per tutte le ragioni che sappiamo, ma per questo motivo lo Stato deve stare vicino alle banche che sono chiamate a dare liquidità alle aziende in vista della ripartenza. Il sistema bancario da solo non può farcela».

L’intervento dello Stato è indispensabile «perché ha deciso di spegnere l’economia quindi deve prendere le contromisure per farla ripartire. Sottoscrivo al cento per cento ciò che dice Mario Draghi, vale a dire no limiti agli interventi e soprattutto rapidità».

Patrimoniale impensabile

Con il Decreto Liquidità il Governo ha messo in campo 800 miliardi di euro a sostegno delle aziende, una cifra molto importante «ma bisogna vedere se basteranno, bisogna ridurre al minimo la burocrazia perché la  velocità è importante, è necessario partire subito. Mi aspetto però che mettano a disposizione altri fondi».

E a proposito dei 1400 miliardi di euro nelle tasche dei risparmiatori italiani «in realtà sono tutti impegnati e non possono essere chiesti indietro». Tantomeno è pensabile l’opzione patrimoniale: «Nessun governo in un momento del genere potrebbe pensare di introdurre una patrimoniale. Sarebbe una follia totale esigere denaro, in un momento in cui c'è un disperato bisogno di riceverne».

Quindi una sorta di nuovo Piano Marshall è possibile, anzi auspicabile: «La civiltà è prendersi cura dell’altro. I coronabond sono un esempio di civiltà, che conviene a tutti. Se Cina e USA non possono intervenire, deve farlo l’Europa».

L’evoluzione del sistema bancario

Il sistema bancario è solido nel complesso, afferma Doris. Da questa crisi emergeranno i più forti e quelli che maggiormente coglieranno l’opportunità offerta dal digitale. Per prima Banca Mediolanum ha cominciato a eliminare gli sportelli: «Mio padre diceva che gli sportelli faranno la fine delle cabine telefoniche. Questa situazione accelera l’obsolescenza degli sportelli, ma non spariranno mai perché la necessità di incontrarsi fisicamente rimarrà, però non ci sarà più bisogno di uno sportello ogni 500 metri».

L’impegno di Banca Mediolanum

Banca Mediolanum si è impegnata subito per agevolare clienti e per aderire alle iniziative ABI e questo ha generato un aumento del lavoro, effettuato in smart working: «Credo che questa modalità ce la porteremo anche oltre l’emergenza». Inoltre la società ha fatto donazioni dirette al Sacco, al Policlinico di Milano e al San Matteo di Pavia, nonché donato 5 milioni di euro alla Regione Veneto, di cui è originaria la famiglia Doris.

A proposito del Decreto Liquidità, è un’operazione che «fa molto bene all’economia, pazienza se qualche furbo ne approfitterà, il bene sarà estremamente superiore». Si sta facendo troppa finanza e poca economia reale? «No, non credo, permettere alle banche di prestare soldi è economia, non finanza».