Autore: Redazione
19/04/2023

Bain & Company: entro il 2026 il mercato globale dell’AI varrà circa 120 miliardi di dollari in investimenti

Data engineering, machine learning e intelligenza artificiale sono i settori più rilevanti, per questi ultimi due prevista una crescita media annua tra il 25% e il 30%

Bain & Company: entro il 2026  il mercato globale dell’AI varrà circa  120 miliardi di dollari in investimenti

Lorenzo Ruggieri, Innovation & Design Expert Partner di Bain & Company

Il mercato della tecnologia e della AI si appresta a raggiungere in tre anni la cifra complessiva di 100-120 miliardi di dollari in termini di investimenti, a livello globale, con un tasso annuo di crescita tra il 16 e il 18%. Questi i numeri presentati da Bain & Company in un incontro che si è tenuto lunedì 17 aprile sul tema di come l’intelligenza artificiale generativa stia cambiando il mondo. I segmenti su cui le aziende hanno investito in questi anni, principalmente, sono gli advanced analytics, e il machine learning, oltre all’AI, che in avrà un peso del 31% sempre in termini di investimenti, area tra le più rilevanti insieme a quella del data engineering, con una quota del 35%. «L’intelligenza artificiale e il machine learning cresceranno più rapidamente del mercato (25-30%) grazie soprattutto alla possibilità di migliorare in termini di costi ed efficienza grazie alla trasformazione digitale», dichiara Lorenzo Ruggieri, Innovation & Design Expert Partner di Bain & Company.

Trend di mercato

Il mercato complessivamente crescerà in 10 anni dai 110 miliardi di dollari del 2021, tenendo conto tutte le applicazioni dell’AI, a due trilioni nel 2031. Nello stesso arco di tempo si passerà dagli 8,15 miliardi dell’AI generativa a 126,5 miliardi. In Italia si è passati da un totale investimenti di 330 milioni di euro nel 2021 ai 500 milioni dell’anno scorso. Gli investimenti in startup sono aumentati da 408 milioni di dollari del 2018 a 4,5 miliardi del 2022. Nel gennaio di quest’anno si registravano già circa 10 miliardi di dollari, e questo dimostra la centralità di questo settore; d’altro canto, il 90% dei manager del settore tech ritiene l’AI una priorità. Secondo le proiezioni di Bain, in ambito AI e machine learning la spesa si riduce di cinque punti percentuali in ambito servizi grazie all’automazione, mentre crescerà molto l’outsourcing (dal 38% al 44% circa), l’advanced analytics aumenterà del 22-26% CAGR (con una applicazione nell’e-commerce per fornire offerte mirate in base ad acquisti passati e visualizzazioni. Per il data engineering si prevede un andamento in linea con il mercato anche per il massiccio aumento dei dati prodotti a livello globale. 

Spiragli per ChatGPT

Durante l’incontro si è parlato anche del tema etico sollevato intorno alle AI generative, e in particolare dopo l’apertura dell’istruttoria su ChatGPT in Italia da parte del Garante della Privacy, che ha indotto la società che la produce, ossia OpenAI, a sospendere l’accesso al servizio per via delle limitazioni all’accesso ai dati personali. Intanto, l’evoluzione della vicenda è che OpenAI ha tempo fino al 30 aprile per adottare le misure richieste dal Garante. Queste misure sono: rendere disponibile sul proprio sito una informativa trasparente sulla modalità e logica del trattamento dei dati; strumenti per l’esercizio dei propri diritti in tema di privacy; verifica dell’età degli utenti e sistemi di tutela per le persone al di sotto dei 13 anni ed esclusione di minori dal servizio in mancanza del consenso dei genitori; campagna informativa. 

Trattamento dati 

Sul tema della base giuridica del trattamento dei dati personali, il Garante ha ordinato a OpenAI di indicare, in base al principio di accountability, “il consenso o il legittimo interesse quale presupposto per utilizzare tali dati, fermo restando l’esercizio dei propri poteri di verifica e accertamento successivi a tale scelta”. «Su questo aspetto - commenta l’avvocato Maria Francesca Guardamagna, partner dello studio legale Guardamagna e Associati - ritengo questo un approccio semplicistico, quella del legittimo interesse non è una categoria valida per il trattamento dei dati sensibili». L’iniziativa del Garante, però, è «illuminata, perché ha creato il presupposto per la nascita della task force dei Garanti (l’iniziativa è del Comitato europeo per la protezione dei dati, ndr) per individuare le regole uniformi da adottare in tema di privacy e intelligenza artificiale».  

Regolamento UE 

Nel frattempo si sta lavorando sempre in ambito UE al regolamento europeo sulla AI, che però sarà valido per tutti i soggetti non europei se l’output sarà utilizzato in Europa. Il regolamento è pensato per garantire due principi, creare un sistema di sicurezza e affidabilità dove utenti possano agire; e una visione antropocentrica, a tutela dei diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla UE. In particolare, individua e cataloga i sistemi secondo una valutazione del rischio che comportano, suddividendoli in totalmente vietati, tra questi ci sono i sistemi che permettono di attribuire credito sociale e che presuppongono un utilizzo per fare limitazioni preventive alla libertà personale; e ad alto rischio, tra cui sistemi che sulla base di valutazioni effettuate con automatismi tecnologici possano comportare pericolo o discriminazione. Durante il dibattito, che ha coinvolto anche Luca Morena, founder e CEO di Nextatlas, e Gianluca Maruzzella, founder e CEO di Indigo.ai, sono emerse due contraddizioni evidenti: ossia, che il legislatore è estremamente lento rispetto alla rapidità con cui evolve questo mercato, e quindi il sistema di regole, che arriverà entro l’anno, pur essendo fondamentale rischia di essere obsoleto; l’altra è che l’approccio con cui si affronta il problema della tutela dei dati è in conflitto con la stessa natura dell’AI generativa, con il suo funzionamento e i suoi scopi.