Autore: Redazione
13/03/2018

Snapscreen arriva in Italia e nomina Stefano di Persio country manager

Un inedito sistema per il second screen ideato dall’austriaco Thomas Willomitzer, già co-founder di Last.FM, sbarca nel nostro Paese. Segmenti di utilizzo, accordi con i principali player del settore tv e delle scommesse sportive; questo e altro dalle parole del manager italiano

Snapscreen arriva in Italia e nomina Stefano di Persio country manager

Nessuna barriera, connessioni sempre più accentuate, collegamenti illimitati, settori, segmenti, mercati, possibilità di business che si incontrano che si moltiplicano, che sfociano in traiettorie poco prima solo immaginate, o magari neppure pensate. Il digitale e le sue possibilità in costante espansione. Il digitale come aggiornamento della figura del genio della lampada? Non paia una boutade, e forse non manca così tanto alla soddisfazione di ogni richiesta attraverso i più rinomati tratti della tecnologia applicata alla rete.
Thomas chiama, Stefano Di Persio risponde
Non ci credete? Basterebbe chiedere all’austriaco Thomas Willomitzer, fondatore e ceo di Snapscreen, un’idea che gli balenò mentre assisteva al Super Bowl edizione 2013 in diretta televisiva. Durante un break pubblicitario, uno spot invitava le persone ad attivare l’app di un famoso sistema di riconoscimento audio sul proprio smartphone per ottenere sconti e bonus. Il sistema era efficiente, pensò Thomas, ma poteva essere migliorato. Detto e fatto: nasceva Snapscreen. Come? Non avete l’indirizzo di Willomitzer? No problem, oggi il sistema è arrivato anche nel nostro Paese, grazie all’intuizione e alla conoscenza del mercato di Stefano Di Persio, imprenditore e consulente digital con un’esperienza decennale e ora country manager Snapscreen per l’Italia. Forse è più facile disquisire con lui, ed è quello che abbiamo fatto.
Mobile tv
Insomma, al di là di un’idea vaga e legata a quell’altro sistema di rilevazione di suoni, intesi come note musicali, che cosa è Snapscreen e come funziona? «È il modo più flessibile e intuitivo per connettere tv e dispositivi mobili: ogni immagine video (televisiva, veicolata su YouTube, presente nelle sale cinematografiche) è trasformata in una sorta di codice QR, con il vantaggio di non richiedere alcuna implementazione da parte del broadcaster o del producer», sintetizza Di Persio.
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L’espansione internazionale
Semplice no? Non siete ancora convinti? Sappiate che Snapscreen, pur mantenendo la tipica struttura agile tipica di una start-up, «sta vivendo una crescita importante testimoniata dall’apertura di filiali negli Stati Uniti e in Australia e ha già sviluppato progetti con player del settore televisivo come BBC e Giglio Group, delle telecomunicazioni come Hutchison Austria, del settore delle scommesse sportive come IGT e Derivco oltre a canali di shopping come ShopLC e club sportivi come Rapid Austria», continua il country manager.
Facile da usare
Sì, certo, ma come funziona? «Semplice: Snapscreen è in grado di riconoscere all’istante le immagini in movimento in tv o online. Il sistema funziona sia con i programmi in diretta sia con quelli registrati e fornisce soluzioni per broadcaster, advertiser e sport. Snapscreen trasforma la fotocamera dei dispositivi mobili in uno strumento versatile per intrattenere, mantenere e coinvolgere gli spettatori, attraverso una soluzione moderna. E, come detto, è facile da usare».
I (primi) campi di utilizzo
E a questo punto, appassionati, nerd, curiosi, ma anche manager dalle lunghe vedute staranno cominciando a farsi i conti ovunque, fantasticando su tutti i possibili campi di applicazione. Frenate o voi la fantasia, almeno per un momento, che Stefano Di Persio ha le idee molto chiare su quello che si può fare con Snapscreen: «Innanzi tutto, lo strumento è utilizzabile nel campo delle scommesse sportive; l’utente inquadra la partita in tv e in uno Snap! appaiono sul display dello smartphone le quote della partita, informazioni sul match e la possibilità di piazzare una scommessa immediata. In aggiunta, è possibile fidelizzare l’utente attraverso delle dinamiche di rewarding legate allo Snap (come, per esempio, catturare tre immagini del match per avere un bonus). Per il mobile commerce, quando sullo schermo scorrono le immagini di una sfilata di moda, di una televendita di gioielli o di un qualsiasi programma di intrattenimento che prevede degli inserimenti commerciali, l’utente inquadra lo schermo e Snap! tutti i dettagli dei prodotti reclamizzati vengono immediatamente resi disponibili sullo smartphone. Ancora un tap e il prodotto è nel carrello pronto per l’acquisto. Entertainment e advertising in AR: l’utente sta guardando un programma o una pubblicità, inquadra, fa Snap ed ecco apparire sul display dello smartphone oggetti o informazioni in realtà aumentata che possono arricchire la visione e la user experience. Infine, la social tv: durante la visione di una serie, di un cartone animato, di un talent show, è possibile attivare Snapscreen sul proprio smartphone per creare in automatico una clip di 10’’ - a partire dal momento dello Snap - che può essere immediatamente condivisa sui canali social».
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Qui Italia
Come sta agendo Stefano Di Persio nel nostro Paese? Quali sono i piani di sviluppo nazionali? «Il primo settore che abbiamo deciso di presidiare è quello delle scommesse sportive. Negli ultimi mesi abbiamo incontrato i principali player del mercato e stiamo procedendo rapidamente a dei test congiunti con l’obiettivo di arrivare ai Mondiali di Calcio del 2018 mettendo a disposizione di tutti i tifosi e gli appassionati, una o più app dotate della nostra tecnologia di riconoscimento delle immagini. Il mercato delle scommesse sportive è enorme e in Italia vale oltre 380 milioni di euro. L’utilizzo della nostra app è in grado di incrementare del 2%-5% la spesa media per utente».
My own tv
La televisione classica vi annoia? Dopo 60 anni di consumo sarebbe anche una reazione giustificata. Snapscreen potrebbe risolvere non pochi problemi legati all’usura, alla noia, al tedio: «Abbiamo avviato dei contatti con i più importanti broadcaster e producer per creare nuove modalità di fruizione dei programmi televisivi per fidelizzare gli spettatori ingaggiandoli con contenuti bonus, alimentando le conversazioni in rete, rendendo semplice la condivisione di piccole clip create automaticamente dall’applicazione a partire dall’immagine “snappata” sullo schermo».
Nuove terminologie
Googlare o Whatsappare, c’è ancora qualcuno che sorride sarcastico, ma si tratta ormai di termini entrati quasi nel lessico comune, perlomeno in quello più aggiornato, giovane e coinvolto. Stefano Di Persio è convinto che «Fare snap e snappare saranno anch’essi termini che entreranno nel linguaggio corrente. E se la tecnologia è made in Austria, mi piace pensare che noi italiani - con la nostra innata creatività - sapremo sfruttare Snapscreen per creare nuove applicazioni e individuare nuovi ambiti di utilizzo. A tal proposito, invitiamo tutti le agenzie digital italiane a sottoporci dei progetti innovativi basati su Snapscreen. Tra tutti i progetti inviati entro il 30 giugno, ne sarà selezionato uno che potrà diventare un prodotto commercializzato da Snapscreen in tutto il mondo».