Jack Dorsey rassicura gli investitori: “Twitter non è in vendita”
Dopo il primo profitto netto della storia e un ritorno all’ottimismo, il ceo e fondatore della società è intervenuto alla Goldman Sachs Technology & Internet Conference, fornendo la personale visione della piattaforma
Jack Dorsey torna sulla cessione di Twitter e rassicura tutti: al momento non è un’ipotesi contemplata. Dal palco del Goldman Sachs Technology & Internet Conference a San Francisco, l’amministratore delegato e fondatore della società ha spiegato come sia importante non dipendere da nessuno e poter invece agire con autonomia e flessibilità. Il numero uno di Twitter ha anche ribadito la volontà di creare un business “sostenibile”. Discorsi abbastanza naturali davanti a una platea formata principalmente da investitori, ma che avvengono in un momento particolare: Twitter ha appena archiviato il suo primo bilancio trimestrale in utile da quando è sbarcata sui listini azionari di Wall Street, nel novembre del 2013. Oggi le azioni dell’azienda dell’uccellino valgono 33 dollari, per una capitalizzazione complessiva di circa 24 miliardi. Un anno fa la società galleggiava attorno ai 13 miliardi di dollari di valore. Insomma, l’ottimismo è tornato intorno a Twitter, dopo anni di tonfi in Borsa e di crescita stagnante.
Inversione di rotta
Un’inversione di rotta vista di buon occhio dai mercati, ma che le sue vittime, comunque, le ha fatte: a novembre del 2016 la sede locale di Twitter ha chiuso tutte le attività. E così altre filiali in tutto il mondo. Al contempo molte figure di primo piano hanno lasciato l’azienda, l’ultimo della lista è il chief operating officer Anthony Noto, l’uomo forte di Dorsey, che è diventato il nuovo ceo di SoFi. Ora che la situazione pare migliorata in molti si stanno chiedendo se una eventuale vendita, di cui si era vociferato con insistenza proprio nei mesi antecedenti al piano di tagli dell’autunno di due anni fa, sia una strada percorribile. Dorsey ha detto di “no” e ha anche manifestato la sua visione di Twitter: non più un semplice social network bensì lo “zeitgeist di quello che il mondo pensa”. Secondo il manager le chiavi di sviluppo sono rappresentate dal video e dai sistemi di automazione per rendere il servizio più facilmente fruibile dai cosiddetti creators. Dorsey ha anche ricordato la rilevanza rivestita dalla sezione “Moments”, che raggruppa i tweet su base tematica.
Migliorare Twitter
Ma Dorsey sa che non bisogna sedersi sugli allori e ha anche ammesso alcuni punti di debolezza della piattaforma. A partire dalle difficoltà d’utilizzo, in particolare per i suoi circa 330 milioni di user mensili nonché per gli inserzionisti. Per questo dopo aver allungato i post a 280 caratteri, l’azienda sta studiando la creazione di esperienza personalizzate in modo che le persone possano esprimersi con maggiore facilità, e soprattutto attraverso immagini e video. Per quanto riguarda gli spender pubblicitari, la loro richiesta è di strumenti di misurazione più semplici e immediati. Ecco perché la compagnia sta virando verso il video.