Autore: Redazione
26/06/2019

Auditel svela i primi dati sugli ascolti tv su device. Il tempo medio speso sui 6 broadcaster misurati nella settimana dal 16 al 22 è di 5’ e 19”: la strada verso la “total audience” è agli inizi

Il Presidente della Società, Andrea Imperiali, e quello di UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, hanno presentato ieri i risultati delle prime rilevazioni da piattaforme digitali, relative a Rai, Mediaset, Sky, La7, Discovery e DeAgostini. A fine mese anche le rilevazioni sulle app

Auditel svela i primi dati sugli ascolti tv su device. Il tempo medio speso sui 6 broadcaster misurati nella settimana dal 16 al 22 è di 5’ e 19”: la strada verso la “total audience” è agli inizi

Andrea Imperiali

Un’altra data storica per Auditel che, da ieri, ha iniziato a rendere pubblici, ogni giorno, anche gli ascolti tv sui device digitali (Smart Tv, Smartphone, Tablet, PC e Game Console) in casa e fuori casa rilevati con il nuovo sistema di raccolta censuario Auditel (attivo dal 16 dicembre 2018), che misura non soltanto la performance dei contenuti ma anche quella della pubblicità, un primato assoluto a livello internazionale. Elaborati anche i dati della settimana 16-22 giugno (la settimana è la cadenza consigliata per avere una “fotografia” di queste nuove misurazioni, e verrà rilasciata alle 10:00 di ogni martedì) e del primo mese, quello dal 12 maggio al 24 giugno. Lo ha annunciato, appunto ieri, nel corso di una conferenza stampa, la prima nella storia trentennale della Società, il Presidente di Auditel, Andrea Imperiali, che ha spiegato: «I dati relativi ai device digitali rilevati con il sistema censuario non sostituiscono né si sommano ma semplicemente si affiancano a quelli tradizionalmente raccolti con il sistema campionario: alla base di entrambi c’è il “SuperPanel Auditel”, che offre le massime garanzie al mercato. Si tratta solo della prima release della nuova soluzione Auditel. Ci saranno ulteriori step già a settembre e, poi, a gennaio 2020, per arrivare, alla fine del percorso, al traguardo della “Total audience della tv”, ovvero l’integrazione degli ascolti della tv tradizionale con quelli appunto dei device digitali, attraverso metriche univoche e omogenee, che verranno rese disponibili sia con standard digitali sia con i tradizionali standard televisivi».

Salto di qualità

In realtà non si tratta esattamente dell’audience totale della tv, sia perché mancano (e per ora non sono alle viste) gli ascolti fuori casa e nelle seconde case, sia perché, ovviamente, non esiste un “totale internet”, ma questo non toglie che si tratti di un primo passo importante in quella direzione. Non a caso, Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA (che ha un delicato ruolo super-partes in Auditel, di cui ne indica anche il Presidente), ha dichiarato: «La nuova rilevazione Auditel rappresenta per il mercato degli investitori in pubblicità e comunicazione un vero salto di qualità. La possibilità di misurare i contenuti televisivi su tutti i device digitali consentirà di disporre di una rappresentazione più articolata e penetrante dei nuovi segmenti di consumo, favorendo l’innovazione tanto nella pubblicità quanto nei prodotti editoriali. Si tratta di un risultato di grande valore, che fa di Auditel una delle società di assoluta avanguardia in questo settore a livello internazionale».

Sistema censuario

Con il tradizionale sistema campionario, Auditel rileva gli ascolti di circa 191 editori. Con il nuovo sistema censuario rileverà, per ora, gli ascolti di 6 editori che, però, rappresentano l’86,5% del totale ascolto televisivo: sono DeAgostini, Discovery, La7, Mediaset, Rai e Sky. La rilevazione è su tutti i device abilitati alla visione via protocollo IP (Tablet, Smartphone, Smart TV, PC, Set-Top-Box, Mini-Set-Top-Box, Game Console, etc.). Al momento, Auditel rileva gli ascolti tramite desktop e mobile browser e ha avviato anche la rilevazione di quelli generati su Smart TV. I dati pubblicati non comprendono ancora la visione attraverso le app, che stanno completando la fase di certificazione e si aggiungeranno a brevissimo, cioè entro fine giugno.

Le metriche

Per misurare gli ascolti sui device digitali, Auditel utilizza quattro nuove metriche: 1. AMR-D (Average Minute Rating-Device - Ascolto nel Minuto medio dei Device): di fatto è identico all’AMR della tv tradizionale ma, invece di misurare gli spettatori nel minuto medio, allo stato, quantifica i device nel minuto medio (dietro cui vi è almeno una o più persone in visione); 2. LS (Legitimate Stream): misura il volume di stream erogati e visti per almeno 300 millisecondi (soglia tecnica per avere certezza dell’effettivo avvio dello stream) da ciascun device. Si calcola sia per la visione del contenuto lineare (live) che per la visione di quello on-demand (VOD); 3. TTS (Total Time Spent): è calcolato sommando tutti i secondi in cui ciascun device ha visualizzato contenuti editoriali e pubblicitari di un singolo canale; 4. ASD (Average Stream Duration): calcola la durata media di uno stream. Le software house coinvolte coinvolte in questa prima fase per le misurazioni quotidiane sono Nielsen, Techedge e MCS (le medesime che, tra le altre, elaborano anche il dato campionario). Da gennaio 2020 saranno disponibili anche la library digitale di programmi tv e spot e il CUSV – Codice Univoco Spot Video, che permetterà di misurare la performance del singolo spot e non più solo del singolo break.

Rilevazioni non sommabili

«La principale avvertenza che desideriamo dare – ha aggiunto Imperiali - è che la lettura di questi dati è più articolata. La AMR-D è la metrica più vicina a quella della tv tradizionale, cui, allo stato, è affiancabile ma non sommabile, perché basata sui device e non sugli individui. Altra avvertenza: il web non è la tv. Non è possibile calcolare la share come si è abituati a fare con la tv lineare». E ha concluso con una stoccata agli OTT: «I dati Auditel sono certificati. Rispettano pienamente i principi regolatori. E, in un mondo digitale opaco, garantiscono la totale trasparenza».

 

Standard Auditel Digitale: prime indicazioni e sorprese nei dati della settimana dal 16 al 22 giugno
Le rilevazioni effettuate con la metrica Legitimate Stream evidenziano, per il totale dei 6 editori coinvolti, 119 milioni di LS, 5,6 milioni di ore spese e un tempo medio di 5’ e 19”

 

I primi dati relativi alla settimana 16-22 giugno degli ascolti da device digitali rilevati con la metrica LS – Legitimate Stream (si applicano ai contenuti editoriali e pubblicitari di tipo Pre-Roll, Mid-Roll e Post-Roll, detti anche X-Roll), resi pubblici il 25 giugno, svelano già una serie di informazioni utilissime per il mercato e gli operatori, che potranno avere anche conseguenze immediate sulle pianificazioni e i costi degli spot. Ad esempio, se in un periodo di 7 giorni, un determinato canale e i suoi contenuti pubblicitari vengono visualizzati da 200.000 device, con una media di 10 stream cominciati (e visualizzati per almeno 0,3 secondi) al giorno, LS sarà uguale a: 200.000 (device) x 7 (giorni) x 10 (Legitimate Streams medi al giorno per device) = 14 milioni di LS. In linea generale è emerso infatti che gli LS (dei 6 editori monitorati) sono stati 119.373.000, il 92% dei quali on demand e l’8% live (più o meno quindi, con proporzioni esattamente inverse rispetto alla tv lineare), per il 51% da mobile e per il 48% da PC, ma l’1% rimanente da Smart TV e OTT è una percentuale destinata sicuramente a crescere. Il totale tempo speso è stato di 5.653.000, con un tempo medio di 5’ e 19” (esclusi gli stream pubblicitari). Tra gli editori, Sky stacca nettamente Mediaset (74.313K contro 27.250) con la Rai a 11.563, Discovery a 2.916, la7 a 2.903 e DeAgostini a 7 con Alpha. Il Totale Tempo Speso (TTS), calcolato invece sommando tutti i secondi in cui ciascun device ha visualizzato contenuti editoriali e pubblicitari, vede Mediaset (2.149K) superare la Rai (2.078), con Sky a 1.008, La7 a 211, Discovery a 159 e DeAgostini a 2.