Auditel: arrivano le rilevazioni dei device digitali e parte la “Total Audience” che integra gli ascolti dei nuovi mezzi con quelli tradizionali
Sarà domani l’incontro durante il quale i Presidenti della Società e di UPA, Andrea Imperiali e Lorenzo Sassoli de Bianchi, annunceranno la data di pubblicazione e la modalità di rilevazione e di distribuzione dei dati rilevati da Comscore
Lorenzo Sassoli de Bianchi
Questa volta, l’attesissima “Total Audience” di Auditel diventa finalmente davvero di pubblica disponibilità. Domani, infatti, dopo aver preannunciato a fine febbraio - in occasione della presentazione a Roma della consueta Relazione Annuale - che era in arrivo, il Presidente della Società, Andrea Imperiali, svelerà la data di pubblicazione e la modalità di rilevazione e di distribuzione dei dati d’ascolto rilevati sui device digitali, le cui misurazioni si integreranno quindi con quelle della tv “tradizionale”. Poichè la “settimana Auditel” inizia alla domenica, potrebbe essere proprio l’ultimo di questo mese il giorno fatidico dell’avvio del rilascio dei dati, dei quali comunque esiste già ovviamente una “storia”, anche se sperimentale, di oltre 6 mesi. Il tutto verrà svelato domattina in un incontro cui parteciperà anche il Presidente di UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi e che sarà l’occasione per illustrare anche come leggere e interpretare i dati degli ascolti sui nuovi device digitali e come integrarli a quelli della tv tradizionale.
I dati Comscore
Dal 2018 Auditel ha intrapreso un percorso di innovazione con l’avvio del “SuperPanel” composto da 16.100 famiglie, pari a circa 41.000 individui. La misurazione dei video televisivi su tablet, pc, smartphone, altri dispositivi OTT e, a differenza di Audiweb, anche smart tv, permette di consolidare il panel di Auditel come l’unica single source, un primato a livello continentale basato su un protocollo di assoluta qualità, la cui sperimentazione è stata avviata nello scorso dicembre. Imperiali ha già avuto quindi l’occasione di sottolineare come la nuova metrica sia assolutamente controllata e certificata, in un mercato, quello appunto digitale, per lo meno “opaco”, e come essa permetta di intercettare nuovi modelli di fruizione dei contenuti televisivi.
A breve quindi avremo dati precisi: ma sempre Imperiali, a fine febbraio, aveva anticipato che se – in base a quanto era emerso dai primi riscontri – sono “relativi” i trend sia di erosione degli ascolti dei canali televisivi “tradizionali”, sia di punti di share addizionali generati dai nuovi device, andava anche sottolineato come fin da subito si fosse evidenziato che i programmi fruiti per clip possano raddoppiare e addirittura triplicare gli ascolti rispetto a quelli tradizionali. In pratica, questo significa che se il passaggio di un programma (supponiamo l’esibizione di un cantante a Sanremo) ottiene una determinata audience sui canali tradizionali, quest’ultima può moltiplicarsi anche per tre grazie alla sua fruizione sui device digitali: con in più, l’ovvia considerazione che, a farla, nel caso di questo esempio, è un target giovane che usa nativamente le piattaforme online e che è quello più ambito dalle aziende che investono in comunicazione. I dati censuari dei device digitali – realizzati con Comscore – sono relativi ai canali Rai, Mediaset, Sky, Discovery e La7: ma l’obiettivo è di renderli più specifici e profilati grazie ai meter digitali.