Autore: Redazione
06/06/2018

Apple vs. Facebook: Safari bloccherà il tracciamento attraverso pulsanti e widget

Intelligence Tracking Prevention stopperà di default le operazioni di raccolta dati tramite le note icone “Mi Piace” e “Condividi”

Apple vs. Facebook: Safari bloccherà il tracciamento attraverso pulsanti e widget

Apple ancora contro Facebook. Per diversi anni il social ha raccolto i dati degli utenti attraverso il pulsante “Mi piace”, sparso sui siti in giro per il web. Con i rinnovati macOS Mojave e iOS 12, Safari, il browser della Mela, limiterà tale funzione, richiedendo agli utenti il consenso esplicito per abilitare il tracciamento. In altre parole, Intelligence Tracking Prevention di Apple bloccherà di default le operazioni di raccolta dati attraverso i pulsanti “Mi Piace” e “Condividi” e tramite altri widget per commentare. Finora non era neanche necessario cliccare sui pulsanti affinché partisse il tracciamento. L’annuncio è avvenuto lunedì sera in occasione della Worldwide Developer Conference (WWDC), organizzata dalla società di Cupertino. Per il mondo dell’advertising si tratta di un’importante novità, che riflette una battaglia più ampia tra i due colossi in tema di privacy. dIchiarazioni al vetriolo In un’intervista dello scorso aprile, il Ceo di Apple, Tim Cook, era intervenuto sul Caso Cambridge Analytica affermando che non si sarebbe mai trovato nella posizione di Zuckerberg. “La verità è che potremmo fare un sacco di soldi se decidessimo di monetizzare i nostri consumatori - ha detto ad aprile alla MSNBC -. Abbiamo scelto di non farlo”. Pronta la risposta del numero uno di Facebook: “La realtà è che se si vuole costruire un servizio che aiuti a connettere tutto il mondo, ci sono un sacco di persone che non possono permettersi di pagarlo. E quindi, come per molti media, avere un modello supportato dalla pubblicità è l’unica strada razionale in grado di supportare la costruzione di questo servizio per raggiungere le persone”. Tornando alla WWDC, Tim Cook ha anche risposto al report di questo weekend del New York Times, secondo cui diversi produttori di smartphone, tra cui Apple, avevano ricevuto dati sensibili agli utenti. “Non abbiamo mai chiesto o ricevuto alcun dato”.