Anche Twitter ci casca: errore nelle metriche legate ai video pubblicitari
Dopo Facebook è la piattaforma da 140 caratteri ad ammettere sbagli relativi alla misurazione, sottolineando ancora una volta la necessità di un rapporto trasparente fra domanda e offerta

Non c’è pace per i big dell’ad tech in tema di misurazione. Dopo Facebook è stata Twitter a inciampare sulle metriche di visualizzazione dei filmati pubblicitari sull’app Android, inflazionandola di circa il 35% e gettando ulteriori ombre sulle modalità con cui questi giganti raccolgono e collezionano le informazioni per la reportistica dei propri clienti. La notizia è stata svelata prima di Natale e Twitter ha detto di aver risolto il problema, intercorso nel periodo tra il 7 novembre e il 12 dicembre. L’azienda di San Francisco ha avvertito i clienti e comunicato loro l’impatto degli errori. Data la natura tecnica degli stessi, Twitter si è detta fiduciosa che le falle siano state messe a posto. L’annuncio non è avvenuto in un momento benevolo per la società e tutto il settore afflitto dagli errori di Facebook e da una generale mancanza di trasparenza nel processo di compravendita pubblicitaria. Un articolo di Digiday ha voluto porre l’accento sugli effetti provocati da questo sbaglio. Gli operatori della filiera chiedono da tempo l’utilizzo e l’ulteriore apertura a enti di verifica terzi. Ed è possibile che i volumi della domanda possano subire una contrazione. Eppure gli Over the Top non sembrano pensarla così: Facebook e Google per ora hanno in mano il 75% del mercato pubblicitario online globale. E Twitter sta perdendo terreno, penalizzata da una crescita dell’audience che ormai non c’è più e da una politica di taglio dei costi che ha portato alla chiusura di vari uffici, compreso quello italiano, oltre all’esodo di vari top manager. Nel 2016 Twitter si è accaparrata 2,61 miliardi di dollari di raccolta pubblicitaria, stando alle stime di eMarketer, Un giro d’affari che corrisponde al 7,9% degli investimenti social globali. Un po’ poco se si pensa che Facebook ne assorbirà il 67,9%.