Autore: Redazione
19/11/2018

Advertiser Perceptions Report: Google Ad Manager è oggi la SSP più diffusa tra gli editori

Stando ai risultati della ricerca condotta su 154 publisher, lo strumento di Big G è adottato dal 42% dei rispondenti. Nonostante non eccella in alcune caratteristiche fondamentali per la scelta di un partner, come la condivisione proattiva di insight e report e la disponibilità di questi ultimi

Advertiser Perceptions Report: Google Ad Manager è oggi la SSP più diffusa tra gli editori

Google Ad Manager è la SSP più diffusa, stando all’Advertiser Perceptions’ 2018 Programmatic Intelligence Report. Ma i 154 editori intervistati hanno valutato anche piattaforme attive in aree come la condivisione proattiva di insight e reporting, categorie in cui Google non appare tra i competitor. “Google è chiaramente il leader, ma i publisher chiedono partner che li aiutino a trovare nuove vie per arrivare a revenue ulteriori e incrementare i loro margini”, spiega Kevin Mannion, chief strategy officer di Advertiser Perceptions. Quali elementi considerano i publisher? Gli editori vogliono lavorare con SSP che siano di supporto nelle loro decisioni, condividendo proattivamente insight e report. I publisher hanno individuato proprio questo come criterio principale nella scelta di una partnership, e nella lista delle strutture più considerate nella specifica caratteristica Google è solo settima, dietro a AppNexus, PubMatic, Yahoo, Rubicon, OpenX e MoPub. “Le SSP che stanno guadagnando terreno o tornando tra le prime scelte sono attive nell’offerta di queste possibilità”, spiega Mannion. Google occupa il settimo posto anche nella classifica delle preferenze riferita alla disponibilità dei suoi report, per cui sono stati tenuti in conto la frequenza misurata e la quantità dei report corrisposti. In questo ranking è MoPub a dominare. Ma Big G si piazza bene quando si tratta di protezione verso bot, ad fraud e bad ads. È seconda dietro, ancora una volta, a MoPub. Quando gli editori valutano le capacità di una SSP, le prime due caratteristiche che considerano sono la “visibilità accurata all’interno delle inventory disponibili” e le opzioni del PMP. Per quanto riguarda la prima voce, i favori degli editori vanno a MoPub, Yahoo e Google Ad Manager, mentre per ciò che concerne il private marketplace, PubMatic e Yahoo sono le piattaforme migliori. Nonosante le più basse posizioni di classifica occupate da Google Ad Manager in alcune categorie principali, è ancora quest’ultima la migliore SSP, con un net promoter score di 52. Pubmatic, AppNexus e Yahoo seguono con una valutazione superiore a 40, mentre OpenX e MoPub si aggirano attorno a uno score di 30. Un editore su quattro, se dovesse scegliere una sola SSP, propenderebbe per Google. Quali SSP utilizzano i publisher? In media, gli editori utilizzano 2,7 SSP a testa e hanno intenzione di alzare il numero fino a 3,3 nel prossimo futuro. Questa cifra è molto più bassa rispetto al recente benchmark proposto da STAQ ed effettuato su 22 publisher. Nonostante il gruppo di indagine fosse molto contenuto, i risultati hanno evidenziato una media di 14,5 programmatic partner. Per quanto riguarda le piattaforme più utilizzate, secondo l’Advertiser Perceptions, il 42% degli editori si affida a Google Ad Manager, il 31% a Yahoo for Publisher, il 30% a OpenX, il 23% a AppNexus, il 21% a MoPub, il 20% a PubMatic e il 19% a Rubicon Project. Ultimo in classifica Index Exchange, con 6 punti percentuali. “Mi ha sorpreso il risultato di Index Exchange. Non è la prima volta che la struttura finisce tra i player di seconda fascia”, commenta Mannion. Un’altra sorpresa riguarda la posizione di Yahoo, dato che l’11% dei rispondenti ha dichiarato di aver usato One by AOL negli ultimi dodici mesi. “Pensiamo ci sia un po’ di confusione nel marketplace riguardo alle property di Oath, e questo fa parte della loro sfida”, aggiunge Mannion. Un po’ di confusione, ecco perché... Il tipo di risorse che ha risposto al sondaggio può avere influito sui risultati, perché potrebbero aver avuto una visibilità differente rispetto alle strutture pubblicitarie o alla percezione dei partner per il programmatic. Il 45% del campione proveniva dal reparto operations, il 55% dai sales. Mannion ha affermato che i risultati differivano in base al ruolo. IL 62% degli intervistati erano VP level, mentre il restante 38% ricopriva ruoli di direttori o supervisor.