AdReport: lo strumento di rilevazione del digital advertising sarà presto in grado di stimare i budget delle campagne
La società, in sinergia con Media Consultants, ha presentato la soluzione sul nostro territorio nell’ottobre del 2015. Da quel momento sono state presentate nuove funzioni e i siti misurati sono aumentati da 500 a 1800. Intanto si lavora al futuro, tra native, social ed espansione in 4 nuovi Paesi
Partito da Grecia, Turchia e Olanda, lo strumento AdReport non ci ha messo poi molto ad arrivare in Italia. Ma nonostante l’espansione sul nostro territorio, avvenuta nell’ottobre 2015, ha ancora fame di territori, e nel 2018 monitorerà anche le campagne di altri Paesi europei. Insieme a Media Consultants, partner per l’Italia, AdReport sta sviluppando nuove possibilità da aggiungere al servizio di rilevazione di campagne digital, come l’inserimento del programmatic nel coverage oppure la stima dei budget delle campagne. Dati necessari per interpretare il mercato e la propria strategia di comunicazione, anche in relazione ai competitor. DailyNet ha parlato con Ilias Toutoudakis, president e ceo di Ad Report.
AdReport è stato lanciato in Italia circa un anno fa. Come ha reagito il mercato? E come si evolve il prodotto?
Le cose stanno andando molto bene. Le vendite sono aumentate e abbiamo sviluppato nuove feature di cui i marketer avevano bisogno, che presenteremo nei prossimi mesi. In questi giorni stiamo rilasciando la versione che consente di incrociare campagne online e tv che utilizzino lo stesso filmato su entrambi i media. In questo modo riusciremo a monitorare l’intera video strategy. Stiamo lavorando, poi, sulla possibilità di aggiungere il programmatic al coverage e abbiamo già raggiunto un buon risultato. La novità più importante invece sarà rappresentata da uno strumento capace di stimare il budget delle varie campagne: sarà capace di mettere insieme le creatività misurate facendo stime quantitative basate sulla spesa media online.
Ilias ToutoudakisAltri progetti per il 2017?
Stiamo avviando una serie di sperimentazioni. Oltre al programmatic, che come dicevo è già a buon punto, stiamo provando a rilevare il coverage di native e social. Abbiamo creato account per i nostri robot che li istruiscano a creare target prendendo i dati disponibili. Vogliamo poi dare un affaccio internazionale ai nostri clienti, e nel 2018 prevediamo di espanderci in altri Paesi europei. È vero, ci sono altri strumenti di monitoring per le campagne, sia in Italia sia fuori dai confini, ma questa è una spinta per migliorare sempre più il nostro strumento. Cerchiamo di renderlo il più user-friendly possibile verso le aziende, creando un rapporto che faccia crescere noi e loro attraverso suggerimenti e nuovi sviluppi.
Quanto è vasto l’ecosistema che monitorate?
Quando il servizio è stato lanciato in Italia, il nostro strumento rilevava circa 500 siti. Adesso siamo arrivati a 1800. Le nostre analisi e i rapporti con il mercato, poi, rendono la nostra crescita continua sia a livello di siti sia di formati monitorati. In Grecia, dove il prodotto è attivo da più tempo, rileviamo circa il 95% delle campagne digital display e solo in rari casi i nostri clienti ci segnalano campagne da recuperare.