Autore: Redazione
12/09/2022

The Ad Store lancia il primo Human Report; nel 2021 ricavi a quota 3 milioni di euro in crescita a due cifre

La società guidata da Natalia Borri ha presentato giovedì scorso la sintesi di iniziative e investimenti in tema di sostenibilità effettuati l’anno scorso; nel 2022 l’obbiettivo è chiudere in continuità

The Ad Store lancia il primo Human Report; nel 2021 ricavi a quota 3 milioni di euro in crescita a due cifre

Natalia Borri

Da oltre vent’anni The Ad Store, il network di agenzie indipendenti aperto da Paul Cappelli negli anni ’90 a New York, fa del “fattore umano” un tratto distintivo dell’approccio strategico alla creatività e della comunicazione di brand oltre che della politica interna all’azienda. “Creativity for humans” è il motto e anche il posizionamento del Gruppo, guidato oggi dall’Italia ovvero da Natalia Borri, presidente e fondatrice di The Ad Store Italia che giovedì scorso ha presentato il suo primo Human Report. Con questo documento l’agenzia presenta ai propri stakeholder gli investimenti effettuati l’anno scorso nell’ambito dell’approccio strategico che si ispira all’Agenda 2030 per la sostenibilità, articolato in quattro macro aree: dipendenti, territorio, clienti e network. Nel 2021 The Ad Store Italia ha avuto ricavi per 3 milioni di euro, registrando una crescita a due cifre rispetto al 2020. Per quest’anno l’obbiettivo è chiudere in continuità: «Sento il bisogno delle aziende di trovare nell’agenzia un partner che possa aiutarle a sviluppare progetti, politiche e azioni che portino un impatto reale, tangibile, coerente e rilevante – commenta Natalia Borri -. Per quanto ci riguarda, vogliamo continuare a portare cambiamento e stimoli nella nostra industry. Abbiamo la fortuna di avere tante aziende che credono in noi; stiamo crescendo nell’healtcare e continuando a consolidare la nostra passione per il food».

I valori di The Ad Store

Il 2021 è stato un anno di crescita e di investimenti: sono state create due figure professionali nuove, il budget in formazione e welfare è raddoppiato, sono state sviluppate attività di volontariato aziendale. «Il nostro credo e il nostro nome è The Human Network, perché da sempre vogliamo essere diversi e antitetici a modelli di impresa basati esclusivamente sul profitto che non condividevamo. Abbiamo sempre cercato di valorizzare le relazioni tra persone, all’interno dell’agenzia come quelle con i clienti; il nostro fondatore Paul Cappelli aveva aperto letteralmente una vetrina in strada come se fosse un negozio di pubblicità, perché voleva creare un nuovo tipo di agenzia: trasparente, rapida, molto creativa, poco burocratica, pragmatica». Tutto questo scaturisce nello Humanifesto, una vera e propria carta dei valori che tutte le agenzie del network devono sottoscrivere

Le azioni intraprese in tema di sostenibilità

L’idea del Report nasce dal desiderio di condividere la relazione sull’impatto positivo esercitato dall’agenzia in termini di sostenibilità “umana”, e la sua capacita di trasformare in fatti concreti la sua visione. «Il nostro obiettivo è essere moltiplicatori di impatto positivo, e usare la creatività per rendere migliore la vita delle persone: che siano i nostri collaboratori o le aziende clienti». Per quanto riguarda l’area dipendenti, «abbiamo avviato “We”, un piano di welfare evoluto, e abbiamo anche introdotto la figura del Chief Happiness Officer che si occupa di favorire il benessere lavorativo dei nostri dipendenti e delle loro famiglie attraverso l’ascolto». In azienda entra anche la figura del Chief Sustainability Officer per affiancare i clienti sul tema della sostenibilità nella costruzione di progetti di comunicazione. In crescita del 100% anche l’investimento in formazione. Per quanto riguarda il territorio, The Ad Store ha sviluppato iniziative di volontariato aziendale come Welcome, progetto di tre anni a sostegno dei centri di accoglienza rifugiati locali.

Valori condivisi con gli stakeholder

Negli ultimi due anni la necessità di riportare il business su un terreno più umano ha reso quanto mai attuale il dibattito su questi temi: «Abbiamo intuito che le persone vogliono trasparenza, verità, onestà, e autenticità. Sono più esigenti e informate, le aziende possono rispondere attraverso i loro valori. E su questo noi puntiamo da sempre, il brand vende non solo prodotti ma posizioni chiare su questioni rilevanti, e attraverso progetti purpose driven diventa agente ispiratore di miglioramento». Così è nata anche la necessità di raccontare tutto questo in una tavola rotonda che si è tenuta giovedì 8 settembre a Parma, sede dell’agenzia, moderata dalla giornalista Cristina Fantoni, a cui hanno partecipato Massimo Ceriotti, Direttore Marketing di Fondazione Sodalitas; Massimo Ferro, CFO e Corporate Strategy di Nestlè Italia; Frank Pagano, autore ed esperto di Blockchain e NFT; Miriam Frigerio, Head of Brand and Communication di Sorgenia; Francesco Frattini, Segretario Generale di Fondazione Roche e Gaia Gualerzi, Direttore Marketing di Parmacotto Group. Conclude Borri: «Abbiamo voluto fare una riflessione sul valore sociale dell’impresa insieme ai manager di vari settori e a Sodalitas che si ha affiancati in questo percorso sulla sostenibilità, che non è più una scelta ma un modo di essere per l’impresa che mette al centro le persone».