Autore: Redazione
04/10/2016

Smartphone, ecco com’è diventato il vero amico degli adolescenti italiani 3.0

Uno studio svolto nell’ultimo lustro da “Progetto Massere - Sicurezza dei minori sul web” sulle abitudini tecnologiche dei giovani nel nostro paese sottolinea, fra le altre cose, il ruolo sempre più marginale di pc e del notebook. Tra i social media Instagram cresce, mentre Facebook cala

Smartphone, ecco com’è diventato il vero amico degli adolescenti italiani 3.0

Giovani e giovanissimi alle prese con la rete, l’ambito social prediletto è quello presente su internet. Benvenuti definitivamente nella realtà virtuale. Preadolescenti e adolescenti, ecco la nuova generazione 3.0 d’Italia. Ricevono il primo dispositivo mobile a 12 anni, sono connessi quasi 24 ore su 24, utilizzano lo smartphone come dispositivo universale. Tra i social, prediligono Instagram e WhatsApp a discapito di Facebook che riscuote via via meno consensi. Dall’altra parte ricevono e si danno poche regole di comportamento e imparano da sé a connettersi in rete rimanendo esposti a rischi come cyberbullismo, sexting e vamping. La tendenza dei prossimi anni? Una sempre maggiore richiesta di garanzie e tutela della privacy da parte dei giovani stessi. Un campione di 2000 giovani tra i 10 e i 15 anni È quanto emerge da una ricerca condotta dal 2010 al 2016 su un campione di 2.000 tra ragazze e ragazzi tra 10 a 15 anni di età nelle scuole medie e superiori di Comuni in Provincia di Monza (Barlassina, Besana Brianza, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Seregno, Seveso). I dati sono stati raccolti ed elaborati da “Progetto Massere - Sicurezza dei minori sul web”, associazione nata nel 2010 per iniziativa di Andrea Massa e Pierluigi Parravicini, che organizza corsi su rischi - ma anche opportunità - del web per alunni, genitori e insegnanti nelle scuole, in collaborazione con ULI - Utility Line Italia, uno dei più antichi ISP, fondato a Seveso nel 1995 da Vittorio Figini, da sempre impegnato nella diffusione di trasparenza e utilizzo consapevole dello strumento informatico. Smartphone, ormai classico regalo della prima comunione Nel dettaglio, la maggioranza dei ragazzi riceve il loro primo cellulare tra i 10 e i 12 anni (lo smartphone è diventato il classico regalo della prima comunione mentre fino a qualche anno fa lo era della Cresima). Una tendenza in crescita: dal 48% dei 10-12enni nel 2010, al 59% nel 2013, al 69% nel 2016. Diminuisce la percentuale di coloro che ne dispongono nella fascia 13-15 anni: 28% nel 2010, 21% nel 2013, 6% nel 2016. I ragazzi sono sempre più connessi. Lo erano l’8% nel 2010, il 67% nel 2013, il 96% degli intervistati nel 2016 afferma di disporre di connessione 24/24. Predomina e in crescita l’utilizzo dello smartphone utilizzato dal 2% nel 2010, dal 42% nel 2013, dal 62% degli intervistati nel 2016. Tendenza inversa a quella di pc/notebook, impiegato dal 93% nel 2010, dal 43% nel 2013 e dal 19% nel 2016.  La maggior parte degli accessi a internet passa da smartphone (i ragazzi affermano per comodità, privacy, multifunzionalità), quasi nessuno utilizza il pc ma lo sostituisce con device di nuova generazione come console e tv multimediali. Non ha più senso chiedere in quale ambiente della casa (cucina, studio camera) si connettono: grazie al wireless/4g e all’evoluzione dei telefoni cellulari i ragazzi accedono a  internet  ovunque. Facebook, il calo inaspettato del social per antonomasia Tra i social, cresce la diffusione di Instagram: dal 5% del 2014 al 55% del 2015 al 61% del 2016, e di WhatsApp, dal 15% del 2014 al 45% del 2015 al 96% del 2016. Ciò a discapito di Facebook: 55% nel 2014, 50% nel 2015, 42% nel 2016. In calo anche Twitter, peraltro di per sé già poco diffuso: 8% nel 2014, 3% nel 2015, 2% nel 2016. Si amplia la fascia di ragazzi i cui genitori concedono un tempo massimo di utilizzo: 15% nel 2010, 25% nel 2013, 33% nel 2016. In calo coloro che affermano di “non avere regole”, seppure il dato rimane alto: 70%  nel 2010, 63% nel 2013, 61% nel 2016. Si riduce la fascia di chi afferma di avere imparato a navigare: dal 55% del 2014 al 48% del 2016. All’opposto cresce il numero dei genitori che dichiara di farsi carico di insegnare: dal 14% del 2014 al 24% del 2016. Un ragazzo su due sostiene di avere imparato a usare internet da solo, anche se negli ultimi anni, grazie a una lieve diminuzione del gap digitale, i genitori sono il riferimento per il 25% degli intervistati. In base alle previsioni nei prossimi anni consuetudine diffusa, educazione e consapevolezza con lo strumento web a tutti i livelli della società, determineranno una sempre maggiore richiesta di garanzie e tutela della privacy in particolare da parte dei giovani stessi.