Autore: Redazione
11/12/2017

Le principali holding pubblicitarie raddoppieranno la spesa su Amazon nel 2018

Secondo il Wall Street Journal l’ecommerce è l’oggetto dei desideri di brand e agenzie, ma la sua market share è ancora ridotta rispetto a Facebook e Google

Le principali holding pubblicitarie raddoppieranno la spesa su Amazon nel 2018

Amazon assorbe solo una piccolissima fetta degli investimenti advertising online, ma la sua quota di mercato è destinata ad aumentare in futuro. Le principali holding pubblicitarie, infatti, sarebbero intenzionate ad accrescere la spesa sull’ecommerce, spiega il Wall Street Journal. Publicis, WPP e Omnicom, scrive il giornale, sono pronte ad aumentare la spesa sulla piattaforma per un totale di 800 milioni di dollari nel 2018. Quest’anno, per esempio, WPP ha speso 200 milioni in pubblicità su Amazon, stando a quanto dichiarato dal ceo Martin Sorrell, mentre per il 2018 gli investimenti potrebbero incrementare tra il 40 e il 50%, secondo una fonte interna alla società. Publicis, sempre secondo una fonte anonima, ha speso nel 2017 circa 200 milioni e pensa di incrementare lo spending del 50% a 300 milioni l’anno prossimo. Omnicom, dal canto suo, ha investito 100 milioni e nel 2018 vuole raddoppiare, sostiene un’altra persona non identificata.
Amazon sfida Facebook e Google
L’inventory e le opportunità promozionali stanno aumentando in modo vertiginoso su Amazon, che offre banner, search e vende anche gli slot per le partite di NFL trasmesse il giovedì sera e disponibili per i soli abbonati Prime, di cui si è accaparrata i diritti per 50 milioni di dollari. Amazon dispone anche di un prodotto per fornire agli advertiser dati per lanciare campagne su una rete di siti terzi, sulla scia di quanto Facebook fa con Audience Network. La posizione del colosso sembra poter aprire a una competizione con i due giganti di internet, per l’appunto Facebook e Google. Quest’anno, secondo eMarketer, Amazon raccoglierà 1,65 miliardi negli Stati Uniti mentre le proiezioni parlano di 2,35 miliardi per il 2018 e di oltre 3,1 miliardi nell’anno successivo. Poca cosa comparata ai 40 miliardi di Google e ai 22 miliardi di Facebook nel 2018, sempre relativamente agli States.