Autore: Redazione
11/08/2020

Wiko: neanche il 2020 ferma la democratizzazione della tecnologia

Il brand franco-cinese è online con una nuova campagna social-influencer e si prepara all’ultima parte di una stagione quanto mai controversa senza mai abbandonare la propria filosofia di base. Della situazione, del mercato e dei prossimi step abbiamo parlato con Morena Porta, Marketing & Communication Director South of Europe

Wiko: neanche il 2020 ferma la democratizzazione della tecnologia

Morena Porta

La chiusura fisica, dentro gli spazi angusti delle quattro mura domestiche, ha portato le menti a esplorare vie di fuga virtuali, avvalorate da un utilizzo per forza di cose smodato della tecnologia. Un 2020 in cui si sono succeduti incontri in rete sempre più frequenti, ricchi, diversificati, soddisfacenti. Al punto che in molti si sono fin troppo abituati e hanno esitato di fronte alla porta improvvisamente apertasi. Una stagione drammatica, controversa, ma, avrà pensato qualcuno, un inaspettato successo per chi si muove nell’ambito dell’elettronica di consumo, appannaggio soprattutto di un pubblico giovane, lo stesso che ha smanettato con grande soddisfazione in lockdown votati esclusivamente alla rete. Sbagliato. E non di poco, proprio nettamente. Pensare, sognare uno smartphone non porta al suo acquisto più o meno immediato con lo sfruttamento delle leve dell’e-commerce, tutt’altro; il cliente ha bisogno di un rapporto diretto con il prodotto, di un ingresso nel punto vendita, di toccare, vedere, provare, anche contrattare. Tecnologia sì, ma fino a un certo punto. Potrà apparire paradossale, ma è la realtà dei fatti. Così ci ha raccontato Morena Porta, Marketing & Communication Director di Wiko South of Europe. Il brand franco-cinese, sorto quasi 10 anni fa a Marsiglia, ha lanciato recentemente la campagna #LetsCreateIt: un’attività di mentoring da parte di 4 endorser, esperti ognuno in un’area differente della fotografia. La campagna riprende il claim ufficiale di Wiko Let’s Live It e prevede 4 mini guide social sulla smartphone photograpy all’insegna della mission del brand, ossia rendere il lusso di una buona tecnologia accessibile ai più. Una comunicazione che si concretizza sui canali social marchio, con appuntamenti formativi dedicati alla fotografia indoor, fotografia macro, street photography e landscape photography. Le guide sono a cura della influencer e graphic designer Giorgia Polo, del documentarista e fotografo Tomaso Clavarino, del fotografo e content creator Alberto Ugato e del riconosciuto travel photographer Marco Bottigelli. Un’attività che proseguirà per tutto il mese di agosto. Ma prima cosa è accaduto? E ora? E intanto si avvicina l’ultima, determinante, parte dell’anno.

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Morena Porta

 

Che periodo state vivendo?

«La ripresa si avverte, e non da oggi, ma è anche vero che non potrebbe essere altrimenti, lo schiaffo della crisi è stato veramente troppo forte, con punte del - 70%, - 75 %».

Come mai? Stiamo parlando di elettronica di consumo, quindi di un settore molto legato alle realtà più giovani, all’ambito digital, che cosa è successo?

«Può apparire paradossale, e lo è in effetti, eppure il nostro è un settore estremamente legato alla fisicità, al negozio reale, alle prove in loco, quasi come se si trattasse di un abito. È chiaro che l’e-commerce ha fatto registrare una certa crescita, ma il nostro è un mercato che si esplicita nell’incontro, con il rivenditore, con il prodotto. È un settore incongruente, che fatica a conciliare le logiche dello shopping degli ultimi dieci anni. Sia chiaro, al netto di qualsiasi progresso in rete, quei tre mesi, tremendi, non potranno essere recuperati».

Wiko però, in un momento di crisi, può far leva sul proprio target o no?

«Non è detto. L’emergenza ha bloccato tutto, ha costretto a riorganizzarsi, a ripensare alle priorità, a centellinare le spese. Ora, è vero che noi ci muoviamo all’interno di una fascia di prezzo medio-bassa, sotto alle 200 euro. Ebbene, a settembre, sarà ancora più dura, perché il nostro segmento sarà preso d’assalto anche da quelle compagnie che invece si muovono su realtà molto più high-profile, su prezzi che non molti riusciranno più a sostenere. Ed ecco il conseguente proiettarsi su prodotti più basici, in un territorio che ci vede leader, ma probabilmente non più soli. È un momento in cui si crea la consapevolezza che alla fine tutti i device, al netto delle migliori rifiniture, tendono ad assomigliarsi, quindi, le differenze vengono un po’ ad appiattirsi».

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Come cambiano le strategie?

«Il piano è sempre a medio lungo termine, ma viene analizzato a vista. Abbiamo un vissuto dal quale attingere, il nostro essere diversi che ci contraddistingue sul mercato dal 2011, la democratizzazione del settore, il dare la possibilità a tutti di attingere all’elettronica. La nostra comunicazione è quindi legata a questo posizionamento e si basa molto sul punto vendita, sul volantino, magari anche sulla caratterizzazione del negozio. Quello che cerchiamo di fare è raccontare il prodotto non tanto sul fronte delle sue particolarità tecniche quanto sui vantaggi che le stesse possono portare all’utente: quindi spieghiamo i benefici di una buona batteria, della fotocamera, senza per questo dilungarci sui particolari».

In tutto questo quanto contano i social?

«Molto. Attraverso le nostre piattaforme rendiamo il cliente partecipe, su questi spazi abbiamo la possibilità di adattare il racconto al momento che si sta vivendo. E così, durante il periodo dell’emergenza, abbiamo legato i nostri prodotti ai temi della sanificazione degli ambienti, allo smart working, alla ginnastica a casa. Ecco spiegata la nuova operazione, “Let’s Create It”, ossia un esempio di promozione pop di un oggetto funzionale, anche basico, che però ti consente di fare tutto, il tutto rivolto a un target ampio, anche se noi ci rivolgiamo a una fascia di età tra i 16 e i 30 anni, clienti e ispiratori, protagonisti su Instagram, Facebook e YouTube».

Che tipo di pubblico avete?

«Altri hanno bacini sicuramente più ampi, il nostro è però veramente ingaggiato, coopera, partecipa, ispira le nostre mosse».

I prossimi passi?

«È tutto pronto per settembre con il back to school, una comunicazione che potrebbe avere degli step up legati al Natale».

L’operazione #LetsCreateIt è focalizzata sulla fotografia, quali sono gli altri interessi sul quale l’azienda si focalizza?

«I viaggi, che come la fotografia presuppongono l’idea della sperimentazione, della condivisione, del racconto. Ma anche la musica, il cibo. Quello che conta è però il modo in cui si raccontano le cose. Siamo curiosi e pettegoli, esploriamo e raccontiamo e non inciampiamo nell’idea di una comunicazione trasportabile in differenti ambiti, sono operazioni che stridono, online e offline non sempre combaciano, anzi».

Con chi lavorate?

«Facciamo tutto internamente, sia a livello creativo sia per quel che concerne il media».

E la tv?

«Non la disdegniamo, l’abbiamo usata, ora non è il momento, ci adattiamo al periodo, cerchiamo di capire i canali più appropriati e utili per spingere l’utente a raggiungerci sul PV».