Var Group lavora su inedite forme di comunicazione e unisce il mondo del digital alle forme artistiche
L’operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali racconta la sua “seconda vita” a bordo dell’hub dedicato; i pensieri e le parole sono del CEO e Head Of Var Digital Art Alessandro Tiezzi
Alessandro Tiezzi
Ogni tanto si sente in giro, come se stesse prendendo piede un vero e proprio trend, una sorta di disgressione dai soliti ragionamenti legati al nostro mercato: la comunicazione veicolata dall’arte, reinterpretata, riletta, rivista sotto altri profili. Sbigottimento: in una società che va sempre più di fretta, che sembra non avere tempo, o forse voglia di fermarsi e contemplare, l’arte può anche essere un volano? E può diventare una leva fondamentale? E in che modo? Domande da porre a Var Digital Art, il progetto di Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali, con un fatturato di 572 milioni e circa 3400 risorse, che si propone di essere mecenate per l’arte digitale e per fare da link tra arte e azienda. Ce ne parla Alessandro Tiezzi, CEO di Var Prime e Head of Var Digital Art (protagonista della puntata di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Come e dove nasce l’esperienza di Var Digital Art?
«Var Digital Art è nata all’interno di Var Group circa sei anni fa, durante un evento tenutosi a Palazzo Strozzi, dalle caratteristiche multimediali, arricchito dalle ambientazioni sonore di William Orbit, uno dei maestri dell’elettronica e collaboratore di grandi artisti. Poco tempo dopo, durante la nostra annuale convention, incontrammo alcuni digital artist e questo ci fece riflettere sull’importanza dell’arte all’interno del nostro gruppo. Decidemmo così di dar vita a un hub, che avesse delle ripercussioni positive sia all’interno della nostra azienda, per spingere verso l’esplorazione di ulteriori ambiti legati al mondo digitale, sia all’esterno di Var Group, con l’obiettivo di rappresentare una leva importante per il settore, dando il via a partnership con le accademie di belle arti e con artisti desiderosi di esplorare l’ambito, il tutto coadiuvato dalle nostre capacità tecnologiche. Si è dunque creato un vero e proprio mondo che vede protagoniste figure differenti: tecnici, artisti, operatori, comunicatori, in un continuo scambio di idee e opinioni. È un progetto che intende aprire le porte agli artisti che sentono la necessità di riflettere sui cambiamenti che stanno modificando la nostra epoca attraverso gli strumenti tecnologici»
Le opere che create verranno utilizzate per progetti di comunicazione?
«Assolutamente sì, è uno degli obiettivi che ci siamo posti, sia internamente all’azienda, per stimolare la creatività, ma anche verso l’esterno. Il nuovo anno, in questo senso, si è aperto con un imprinting molto forte, abbiamo coinvolto Davide Sarchioni, in qualità di direttore artistico, molti sono i progetti già avviati e altri sono in definizione».
Come si articolano le esperienze dell’hub?
«Attraverso una serie di focus. Abbiamo istituito un premio, il Var Digital Award, che costituisce il motore dell’intero progetto. Un riconoscimento che si rivolge agli artisti che operano nell’ambito del digitale, con attenzione particolare ai giovani, con la finalità di individuare, approfondire e far conoscere le ricerche artistiche più originali e di valore in ambito nazionale e internazionale; poi c’è la Var Digital Art Factory, un centro dinamico di produzione. Gli artisti lavorano a stretto contatto con un team altamente specializzato per sviluppare i propri progetti inediti, dando vita a nuovi processi creativi e produttivi. L’esperienza consolidata di Var Group, legata al mondo dell’informatica e dell’innovazione tecnologica, offre agli artisti la possibilità di lavorare utilizzando tecnologie all’avanguardia sia hardware (tablet, computer, display, proiettori alta risoluzione, camere intelligenti, smart tv) sia software (Intelligenza Artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata, NFT, avatar, immagini oleografiche, face recognition). Poi, abbiamo il Var Digital Art Exhibition e il Var Digital Art Forum, un contenitore di idee rivolto alla conoscenza e all’approfondimento dei temi legati al mondo dell’arte digitale, una tavola rotonda interdisciplinare e inclusiva a cui sono invitati a partecipare giornalisti, imprenditori digitali, ingegneri, critici d’arte, intellettuali e gli artisti per favorire uno scambio trasversale e prolifico. Il Forum può svolgersi sia in presenza sia online. E ancora: il Var Digital Art Lab, un link che mette in relazione VDA con il mondo delle scuola (Università e Accademie) attraverso incontri, talk, dibattiti, laboratori creativi. Il Var Digital Art Social, progetto legato alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter e al canale YouTube, per fare comunicazione e storytelling. VDA Social consentirà al pubblico la fruizione di ogni sezione del progetto formulando un racconto collaterale ricco di approfondimenti, con video interviste agli artisti e i video dei making of di ogni opera. Per finire, Var Digital Art Collection, ossia lo svolgimento del progetto in ogni sua sezione offre all’azienda l’opportunità non solo di produrre, ma anche di acquisire le opere che saranno realizzate con l’obiettivo di andare a costruire nel tempo una vera e propria collezione d’arte di opere concepite e nate direttamente all’interno dell’azienda (la VDA Collection potrà essere accolta all’interno degli spazi aziendali o in un futuro VDA Museum), e la Var Digital Art Archive, ossia la collaborazione con il gli artisti, il loro passaggio in azienda, gli incontri con esperti e personalità di rilievo (curatori, critici, giornalisti, direttori di musei) del mondo dell’arte, che favoriranno la costruzione di un vero e proprio archivio di arte digitale costantemente in aggiornamento che consentirà di catalogare, approfondire e raccogliere materiali sulle diverse personalità artistiche nell’ambito della ricerca sul digitale».
Ci sono dei settori che rispondono più volentieri e qualcun altro che vi stimola con quale vorreste lavorare?
«La digital art è un’area che offre sempre più spunti di interesse e di relazione con altri mondi, ecco perché nascono collaborazioni con l’Accademia delle Belle Arti, come accaduto con la Santa Giulia di Brescia, con la partecipazione di una figura prestigiosa come quella di Vincenzo Marsiglia, con opere digitali esposte nelle nostra sede di Milano, con esposizioni aperte, momenti preziosi che hanno contrassegnato lo scorso anno. Intanto, sono nate altre collaborazioni, con HPE (Hewlett Packard Enterprise), con cui stiamo sviluppando molte iniziative».
I prossimi passi quali saranno?
«Passeremo dalla realizzazione di laboratori atti a costruire opere collaborative, come avvenuto di recente con lo scultore Antonio Barbieri, il quale, durante la nostra ultima convention, ha coinvolto i presenti nella creazione di un’opera digitale, che potesse esprimere la digital soul di tutti; sono state raccolte le idee di ciascuno, le stesse sono state elaborate da un algoritmo e da qui l’artista ha elaborato un opera espressione dei valori collettivi. Poi sarà di nuovo tempo di Var Digital Award, e quindi della raccolta delle nuove opere, di forum, promozioni e premiazioni; sarà il mese di ottobre, quando accenderemo i riflettori sulla prossima convention».