Uscite dalla vostra comfort zone, c’è ZooCom ad attendervi
Tra le esigenze della GenZ, progetti dedicati, la creatività che si riaggiorna, i nuovi trend di mercato, il branded content, le parole di Ludovico Milani, Managing Director della creative media agency che ha chiuso l’anno in doppia cifra per la quarta stagione consecutiva
Ludovico Milani
Un passo avanti, anche senza farlo vedere, senza ostentazioni eccessive, ma con l’esigenza di farsi sempre trovare pronti, aggiornati, moderni, freschi, veloci, reattivi. Una perfetta creative media agency che travalica periodi e generazioni, che dura. L’obiettivo di ZooCom, raggiunto per l’ennesima volta, secondo i numeri, per il quarto anno di seguito, con una crescita a doppia cifra, e i clienti che bussano, suonano, chiamano, mentre intorno il mercato cambia, in maniera repentina, a volte anche improvvisa. Il 2019 è appena tramontato, ma è giusto anche guardarsi indietro: cosa è successo, per comprendere meglio cosa potrà accadere. Ludovico Milani, Managing Director di ZooCoom è pronto a raccontare tutto.
GenZ: progetti, settori e brand content su quali vi siete focalizzati nell’ultimo anno?
Quello appena terminato, per noi, è stato un anno di conferme e di crescita. I nostri clienti “storici”, quelli con cui lavoriamo da ormai diversi anni, continuano a rinnovarci la fiducia affidandoci progetti sempre più sfidanti; allo stesso tempo abbiamo attivato numerose nuove collaborazioni che ci hanno portato a lavorare con più di 100 clienti con un investimento medio per progetto in continuo aumento. Riguardo i branded content, muovendoci all’interno di un contesto molto specifico come quello della GenZ, dobbiamo sempre lavorare tenendo conto di quanto sia importante e centrale il tema dell’omnicanalità e valorizzare l’experience come perno di ogni progetto. Tra le tantissime iniziative che abbiamo realizzato lo scorso anno, mi fa piacere ricordarne alcune: la campagna sviluppata insieme a Sprite e commenti memorabili “i love you hater”, su un tema davvero delicato e importante come quello del comportamento responsabile e dell’educazione alla fruizione dei social media; con Reebok invece abbiamo scoperto i “veri” influencer della GenZ, i nonni. Individuati come vere e proprie icone dalla maggioranza dei ragazzi più giovani. Sono stati infatti protagonisti, insieme ai loro nipoti, di una campagna digital realizzata con house of talent, la prima crew di influencer italiani. Con Nike e ScuolaZoo abbiamo parlato alle ragazze italiane raccontando di quanto lo sport sia fondamentale durante l’età adolescenziale per sviluppare e formare il proprio carattere e quanto il fare fatica sia un valore e non un deterrente rispetto alle proprie passioni e ambizioni. Abbiamo poi chiuso alla grande affiancando Fonzies durante tutta l’estate: il volto e la musica di Shade e del team di influencer da noi coordinato sul digital e l’animazione del Jova beach party su tutte le spiagge italiane in cui abbiamo intrattenuto e coinvolto oltre 200.000 persone. Un successo davvero strepitoso sotto ogni aspetto.
Da poco, l’agenzia ha accolto dodici nuovi talenti: cosa cercava e cosa spera di trovare l’agenzia nella forza giovane? Quali sono i punti che devono essere sempre toccati in un singolo progetto?
ZooCom cerca sempre giovani ambiziosi carichi di entusiasmo e che abbiano un grande culto del "fare". Riceviamo centinaia di candidature in pochi giorni per ogni job posting e per questo cerchiamo di essere ogni giorno super esigenti tanto sulle hard skills quanto sulle soft, in piena aderenza al nostro culture manifesto. Se in OneDay, l’età media è intorno ai 30 anni, nel nostro team mixiamo consapevolmente esperienza e mestiere con la freschezza, le idee e gli insights di giovani professionisti che hanno da poco superato i 20 anni. Da questo match nasce la credibilità necessaria tanto a dialogare con i reparti marketing delle aziende quanto a costruire percorsi e contenuti utili ad ingaggiare un target tanto esigente quanto distratto.
Cosa invece vi attira di un cliente?
Indubbiamente una forte propensione a uscire dalla comfort zone e a sperimentare linguaggi, mondi e modus operandi. Cerchiamo clienti curiosi e che si fidino di noi, dei dati che portiamo a supporto di quanto proponiamo e della nostra expertise strategica, creativa e di execution.
Una sintesi su come si interfaccino ZooCom e OneDay
L’ecosistema OneDay conta di quasi 1.200 persone tra team, ambassador e community, che tutti i giorni dialogano digitalmente e fisicamente con milioni di i ragazzi dai 14 ai 26 anni.
Grazie a questa incredibile opportunità, ZooCom ambisce a posizionarsi come la realtà più’ credibile e competente sulla GenZ in Italia. La collaborazione con tutte le altre company di gruppo (ScuolaZoo, Weroad, Together) ci apre diversi scenari di intervento, oltre a favorire uno sharing di competenze sempre mirato e strutturato per capitalizzare ogni opportunità.
Il 2020 è alle porte, ma se volessimo fare un discorso più a largo raggio, anche senza avere la famigerata sfera di cristallo, avete già un sentore di quello che chiederanno i clienti, dei nuovi focus di mercato?
Le novità più importanti arrivano sicuramente dalle piattaforme: TikTok in primis, che sarà il vero tormentone del 2020, e Twitch a seguire. Piattaforme che però racchiudono l’evoluzione di un linguaggio, tanto che per esempio Google è già pronta a scendere in campo con una pseudo copycat di TikTok dedicata al fai da te, Tangi. Sempre nell’ottica piattaforme e linguaggi, audio e podcast sono altri due terreni molto fertili su cui al momento ci stiamo divertendo a sperimentare per poi andare a coinvolgere i brand che saranno più ricettivi. Pensando ai più giovani, i nostri dati ci dicono che spendono mediamente più di 30 minuti al giorno in commuting: basta mettere insieme questo dato con quanto sopra per comprendere le potenzialità del fenomeno e quanto ha senso per noi investire tempo e risorse per strutturare progetti che afferiscano a questi mondi.
Il branded content è sulla bocca di tutti, sembra un trend, una moda, tutti paiono esperti… Come si costruisce dal vostro punto di vista un’azione di branded content adeguata (punti da rispettare, esaltare, eliminare…)?
La nostra “formula magica” ci dice che si parte sempre dall'obiettivo.
in quale framework si inserisce il branded content che vogliamo sviluppare? Quali obiettivi specifici ha all’interno del piano? Sembra una banalità ma vediamo ogni giorno pseudo branded content sviluppati solo per una “simpatia” nei confronti di un talent o creator prima ancora di avere senso a livello di piano di comunicazione (niente che non succedesse anche 10 anni fa con delle semplici sponsorizzazioni…). L’altro aspetto è quello del contenuto. Noi siamo fortunati perché viviamo in un ecosistema che fa del contenuto uno dei suoi pillar (pensiamo ad esempio anche alla comunicazione di WeRoad), ma troppo spesso ci si dimentica che se parliamo di branded content dobbiamo ricercare un equilibrio, e tanto quanto non dobbiamo eccedere con il brand, non possiamo dimenticare una rilevanza (sia essa di intrattenimento, informazione o altro) nel nostro contenuto.
Avete recentemente parlato di rinnovamento del focus GenZ: in che modo?
Negli ultimi 2 anni ZooCom ha riscosso molto interesse da parte di aziende non proprio a target più per il modo in cui sa comunicare piuttosto che per l’audience su cui è specializzata. Questo ci ha fatto sicuramente piacere da una parte, ma rischiava di minare il focus e il posizionamento di ZooCom stessa. Con una mossa sicuramente coraggiosa, in un contesto così competitivo, abbiamo deciso di startuppare una nuova agenzia, Together, per permettere a ZooCom di concentrarsi ancora di più sulla sua mission, quella di creare brand experiences 100% a prova di GenZ.
Numeri, numeri, numeri: come cavete chiuso l’anno, quali obiettivi avete per il nuvo, come pensate che stia performando il mercato in generale? Siamo in un momento positivo, o magari si sente un freno dovuto a incertezze politico economiche?
L'anno appena concluso si è chiuso molto bene, per il quarto anno consecutivo siamo cresciuti in doppia cifra sia lato fatturato che lato margini. Se il primo indicatore fa sicuramente piacere, è il secondo che ci conferma quanto il modello funzioni tanto a livello finanziario quanto a livello di team, in un contesto dove questo non è per nulla scontato. Crediamo che il mercato sia di chi si sa evolvere velocemente e imporre la propria professionalità, e noi ci vogliamo essere. Il contesto ci influenza fino a un certo punto perché’ le opportunità ci sono, ma è con il talento, le idee, l’organizzazione e la volontà che si raccolgono e soprattutto capitalizzano, costruendo le basi per una crescita non effimera ma organica e strutturata.