Autore: Redazione
02/02/2018

Usa: più della metà dei marketer è stato esposto a un problema di brand safety

Secondo una nuova ricerca di GumGum e Digiday gli inserzionisti statunitensi lamentano il costante pericolo di pubblicare annunci accanto a contenuti potenzialmente dannosi

Usa: più della metà dei marketer è stato esposto a un problema di brand safety

Una nuova ricerca di GumGum e Digiday, riportata da eMarketer, rivela che più di due terzi dei marketer statunitensi, intervistati nel novembre 2017, hanno dichiarato che i loro marchi - o marchi con cui hanno lavorato - erano stati esposti a un problema di brand safety almeno una volta. E più della metà ha subìto più di una volta una minaccia alla sicurezza del marchio. Contenuti non sicuri I principali tipi di contenuti non sicuri per il marchio, cui i marketer hanno dichiarato di essere stati esposti, riguardano: disastri/tragedie (39%) divisione politica (39%) e fake news (39%). Tuttavia, quasi un terzo degli intervistati ha anche affermato che spesso il loro contenuto è apparso troppo vicino a quello di un concorrente, sottolineando quanto ampia possa essere la definizione di “contenuto non sicuro”. Disparità di preoccupazioni Vi erano anche alcune disparità tra le principali preoccupazioni dei marketer e i tipi di contenuti non sicuri. Per esempio, l’hate speech è stato definito dal 34% degli intervistati come il fattore più ad alto rischio per la sicurezza. Ma solo il 26% ha detto che i loro marchi erano stati esposti a esso. Allo stesso modo, il 17 % dei marketer si preoccupava della pornografia, ma solo il 7% dei contenuti si è ritrovato accanto a tale materiale. Colpa del programmatic Anche se YouTube ha avuto parecchi problemi legati alla brand safety d recente, GumGum e Digiday hanno scoperto che Facebook è stata considerata la piattaforma meno brand-safe per gli inserzionisti pubblicitari. LinkedIn si trova, invece, all’altro estremo, considerato il più sicuro per gli inserzionisti digitali. GumGum e Digiday hanno notato la complessità delle transazioni pubblicitarie in programmatic, abbiano aggravato la difficoltà di proteggere i marchi da contenuti non sicuri. Inoltre, gli inserzionisti devono anche affrontare le minacce alla loro brand equity per via di un clima politico sempre più polarizzato che si riversa nella copertura delle notizie. Come evitarlo Il rapporto ha anche evidenziato alcuni strumenti che i marchi possono utilizzare per combattere il problema. Tra questi: il rilevamento delle parole chiave, che permette di filtrare i contenuti degli editori con argomenti indesiderati dal loro inventory disponibile. Le liste nere e le liste bianche degli editori possono anche aiutare gli inserzionisti a garantire una migliore aderenza alla brand safety, conclude il report.