Un acronimo da tenere d’occhio nel 2018: CDP o customer data platform
Vista la convergenza tra ad tech e marketing, promettono di offrire una visione unificata di un consumatore attraverso più dispositivi, basata principalmente sui dati di prima parte
Nel mondo degli acronimi dell’ad tech, da qualche tempo, ha fatto il suo ingresso una nuova sigla: CDP o customer data platform. Se le piattaforme dal lato della domanda (DSP) e dell’offerta (SSP) stanno subendo un calo d’investimenti, è vero il contrario per le piattaforme di dati dei clienti, sulle quali dirigenti tecnologici e gli investitori stanno scommettendo, soprattutto, come piattaforme di customer-relashionship-management (CRM) ideali per i marketer business-to-consumer.
I vantaggi
Le CDP hanno acquisito slancio negli ultimi tempi perché promettono di offrire la visione unificata di un consumatore attraverso più dispositivi, basata principalmente sui dati di prima parte di un marchio. Sebbene sia in corso di definizione, il mercato CDP diventerà, probabilmente quest’anno, un obiettivo di acquisizione per le società adtech, per supportare le loro capacità di targeting con dati più ricchi e unificati, data la convergenza tra tecnologia ad tech e marketing.
Evoluzione generale
Molte attività di fusione e acquisizione sono già in corso. Nel complesso, infatti, le aziende ad tech sono sempre più focalizzate sul CRM tant’è che, nella loro evoluzione, DMP e CRM che si basano tradizionalmente su dati di terze parti, hanno iniziato a elaborare dati di prima e seconda, proprio come le CDP. Sono molte, di fatto, le sovrapposizioni di ciò che CDP, CRM e DMP possono facilitare.
People-based
L’ascesa dei CDP è legata anche all’idea, sempre più affermata, di un marketing basato sulle persone, poiché, utilizzano anche dati di natura personale. Dati che rappresentano un tesoro nella comunità degli investimenti vista l’esperienza dei consumatori, estremamente frammentata su troppi device: mobile, desktop, Amazon Alexa e così via. Le CDP possono aiutare i marketer a colmare determinate lacune, soprattutto vista la crescente inefficacia dei cookie e i limiti che porterà il GDPR. Tuttavia, sebbene l’utilizzo dei dati di prima parte di un marchio abbia un innegabile valore, per molti, si tratterebbe solo di un nuovo modo di definire il CRM, al fine di attirare nuovi investimenti.