Autore: Redazione
02/10/2023

Semplificare le strategie di marketing: il metodo Exelab per un go to market sempre più efficiente

Nei giorni in cui il primo System Integrator HubSpot in Italia rafforza la sua partnership con HubSpot, multinazionale americana del CRM e Marketing Automation, incontriamo il co-founder e CEO del gruppo per capire le attuali evoluzioni dell’AI

Semplificare le strategie di marketing: il metodo Exelab per un go to market sempre più efficiente

Emanuele Caronia

AI che passione! Lungi da somigliare solo a un’esclamazione, qui si parla di Intelligenza Artificiale, uno dei nostri, ovviamente non solo, temi preferiti applicati in questo caso a vendite e strategie di marketing. A tal proposito, Exelab, primo System Integrator HubSpot in Italia, rafforza la sua partnership con HubSpot, multinazionale americana del CRM e Marketing Automation e introduce due nuovi servizi. Si tratta di strumenti innovativi progettati per potenziare le strategie di marketing e semplificare le operazioni delle enterprise italiane e internazionali. Ne parliamo con Emanuele Caronia, co-founder e CEO di Exelab (protagonista anche su DailyOnAir - The Sound Of Adv). 

Cosa fa Exelab?

Ci occupiamo di offrire soluzioni, con l’implementazione di diverse tecnologie di alto livello. Lavoriamo in ambito CRM, ossia con tutto quello che riguarda la gestione delle attività tra azienda e clienti. Non è una disciplina recentissima, le prima avvisaglie si sono viste verso la fine degli anni novanta, con diverse evoluzioni succedutesi nel tempo. Oggi puntiamo su Hubspot, la soluzione che ci pare più congeniale per i clienti. Le grandi aziende hanno bisogno di un approccio che sia in linea con il mondo attuale, caratterizzato, e lo sappiamo bene, dalla grande velocità di cambiamento e di adattamento, condizione necessaria per restare competitivi, per offrire servizi di qualità. Nell’ultimo lustro abbiamo vissuto dei fenomeni che ci hanno fatto capire quanto siamo instabili, che è un po’ la conferma dell’esistenza umana. Le dinamiche stanno diventando esponenziali, ci sono stati più cambiamenti nell’ultimo decennio rispetto ai precedenti 50 anni e ne vedremo ancora di più da qui a i prossimi due lustri».

Di cosa abbiamo bisogno oggi?

«Viviamo una realtà in cui le strategie go to market sono sempre più forti, determinanti, servono tecnologie appropriate. Le piattaforme di CRM sono un po’ troppo pesanti, con aziende abituate a ragionare su uno spettro temprale di un triennio, senza sapere come e dove si potrà finire. Hubspot è invece leggera, facile, adattabile rispetto alle esigenze che mutano. I modelli generativi di cui nessuno, fino a poco tempo fa, aveva sentito parlare, oggi li utilizzando tutti, la diffusione è ormai enorme, pensiamo solo a ChatGPT. Hubspot è stata veloce a cogliere il cambiamento e ad adottare le tecnologie e a integrarle sulla piattaforma; la gestione del rapporto con i clienti è fortemente impattante».

Siamo circondati da chiacchiere, analisi, pensieri, opinioni e valutazioni riguardanti l’Intelligenza Artificiale che dovrebbe aiutarci a scavare più in profondità per arrivare a risultati più esatti, ma non c’è il rischio di un’evoluzione digitale talmente presente da creare una spersonalizzazione?

«Partiamo dal presupposto che l’automazione esiste da tempo ma prima non era così intelligente. I rischi paventati oggi non esistono, con l’AI diventiamo più efficienti nel segmentare, così da arrivare a comunicazioni più in linea e più personali. Piuttosto, è possibile che si abbiano ancora a disposizione gli strumenti più appropriati per lavorare bene, il che conferma come l’intelligenza umana sia comunque fondamentale. L’AI passa da un messaggio personalizzato a uno personale, ma lo costruisce partendo da parametri che devono essere organizzati bene. I language model non abili su tutti i fronti, ma ci danno la possibilità di creare testi, messaggi, che siano quantomai personali. Inoltre, l’AI è anche in grado di arricchire il dato sul utente, il che offre ancora più precisione al risultato finale».

Avete introdotto due nuovi servizi, di cosa si tratta?

«Lavoriamo nelle aree marketing, sales e customer service. Hubspot ha presentato un potenziamento di queste componenti tramite AI e le ha trasformate in una customer platform in tre fasi: Smart CRM, Engagement ABS, Ecosistema. I primi due momenti sono caratterizzati e influenzati dall’AI in modo molto forte: il primo estrae maggiore conoscenza e arricchisce, da qui la denominazione ‘smart’ i dati presenti nell’archivio aziendale; il secondo possiede gli strumenti che consentono una comunicazione personale. Il tutto fa evolvere il customer journey: dai touchpoint si passa a vere e proprie conversazioni».

Quali saranno i vostri prossimi passi?

«Exelab non è solo Hubspot. Quello che facciamo deve diventare un business, l’obiettivo principale sul quale trovare e basare le soluzioni, e quindi c’è Hubspot ma ci sono anche altri strumenti che ci aiutano a capire, per esempio il sentiment analysis, il mood di interazione tra cliente e azienda. La diffusione di questi strumenti è molto veloce, si usano nel lavoro quotidiano e le aziende devono accodarsi e adottarle. Certo, ci sono realtà più aperte, altre meno, strutture medio grandi che sono facilitate perché hanno la possibilità di accedere a investimenti importanti; sia come sia, tutti sono consapevoli dell’importanza della posta in gioco, questo al di là dell’entusiasmo o delle preoccupazioni di questi giorni, ma anche di alcuni evidenti ritardi culturali che affliggono il nostro mercato».