SEIF: durante il lockdown crescono le vendite del Fatto Quotidiano, la raccolta pubblicitaria tiene
Incrementi a due cifre per edicola, abbonamenti digitali e il traffico sul sito; nel 2020 la società guidata da Cinzia Monteverdi punta allo sviluppo di contenuti verticali e alla digital trasformation
Cinzia Monteverdi, amministratore delegato SEIF
Dopo aver concluso la fase di diversificazione dell’offerta con il lancio della piattaforma televisiva Loft, e delle attività di produzione per editori terzi, la SEIF si concentra sulla digital transformation dell’azienda, con lo sviluppo di data intelligence e crm nell’ottica di individuare aree di interesse e creare contenuti personalizzati, come ad esempio newsletter verticali da aggiungere all’offerta a pagamento che ora prevede abbonamenti allo sfogliabile digitale e accesso ai contenuti del sito web.
Nel frattempo, la sete di informazione generata dall’attuale emergenza sanitaria e dalle misure straordinarie imposte per contenerla ha dato una spinta alle diffusioni in edicola del Fatto Quotidiano, che nel mese di marzo 2020 sono cresciute del 10% e ad aprile 2020 del 20%, mentre da marzo il sito ilfattoquotidiano.it registra un incremento del traffico del 70% e gli abbonamenti digitali crescono del 23%.
La campagna lanciata l’11 marzo scorso ha generato 8.340 sottoscrizioni allo sfogliabile in pdf, mentre i sostenitori del sito sono aumentati di 492 unità. Nel frattempo, la raccolta pubblicitaria tiene, con qualche slittamento ai prossimi mesi, rispetto a un budget prudenziale che per quest’anno si pone l’obiettivo di mantenere un livello in linea con il 2019, chiuso invece con una crescita del 3% sull’anno precedente.
Crescono le attività digitali
Ieri, l’assemblea di SEIF ha approvato il bilancio 2019 che riporta un risultato netto negativo per 1,5 milioni di euro circa, dovuti in primo luogo agli ingenti investimenti sostenuti per portare avanti la trasformazione strategica dell’azienda, spiega l’amministratore delegato Cinzia Monteverdi, ma anche da un calo delle diffusioni, e di conseguenza dei ricavi editoriali, superiore alle aspettative e pari al 11,5% rispetto all’anno prima.
Commenta Monteverdi: «Nonostante il calo di marginalità sperimentato nel 2019 (-62% da oltre 3,2 milioni a 1,2 milioni, ndr) abbiamo continuato a investire nella diversificazione che deve ovviare anche alla riduzione delle vendite generalizzata del mercato. Inoltre il mio obiettivo è stato salvaguardare la forza lavoro, senza cercare di migliorare i margini tagliando dipendenti. Per lo stesso motivo, in questo momento di emergenza in cui le aziende hanno la possibilità di usufruire di un decreto per la cassa integrazione noi, nel rispetto anche di un’etica imprenditoriale, abbiamo ritenuto giusto e doveroso non approfittarne lasciando che ne usufruiscano le aziende che hanno bloccato la produzione e ridotto i ricavi, che nel nostro caso sono in crescita».
Nel bilancio di SEIF rimane molto importante il settore editoria (Il Fatto Quotidiano, Millennium) che vale oltre il 74% dei ricavi. La pubblicità, che pesa per il 17%, supera i 4,5 milioni di euro, di cui il digitale è la parte preponderante; quest’anno l’obiettivo del digital è di 3,7 milioni. I ricavi da attività digitali crescono del 5% e rappresentano il 35% del fatturato complessivo.
La sfida dei prezzi
Sul fronte pubblicitario, «nei prossimi mesi il punto sarà tenere sui prezzi della pubblicità, mentre si assiste a un calo generalizzato degli stessi. Noi abbiamo registrato una crescita perché abbiamo ancora un potenziale da esprimere, non solo sull’online ma anche sulla carta, che comunque ha obiettivi meno ambiziosi» continua Monteverdi.
«Sull’andamento dei prossimi mesi pesa comunque un punto interrogativo. Abbiamo iniziato l’anno rispettando le previsioni, poi l’emergenza Covid ha dato una spinta a edicola e abbonamenti, mentre la raccolta pubblicitaria tiene nonostante qualche spostamento a maggio e giugno, probabilmente perché i nostri obiettivi sono più contenuti».
Le attività televisive
Per sostenere gli investimenti nel 2019 la SEIF si è quotata in Borsa, a Milano e a Parigi. Attualmente il mercato rappresenta il 16,21%. Le attività legate ai contenuti media sono passate da un fatturato di 1,4 milioni nel 2018 a 2,3 milioni nel 2019, e rappresentano oltre l’8% dei ricavi.
«Con l’emergenza abbiamo continuato a realizzare le nostre produzioni, tenendo conto di tutte le misure di sicurezza. “Sono le venti” di Peter Gomez sul NOVE rappresenta un presidio informativo importante e ora genera uno share dell’1% circa. Sempre sul NOVE continua “Accordi & Disaccordi”, che proseguirà fino a giugno. Quest’anno però gli investimenti passano dal settore televisivo a quello della digital transformation anche se dalla tv ci aspettiamo un utile importante, in funzione anche dei ricavi da produzioni per terzi e degli abbonamenti che diventeranno parte integrante della nostra offerta».
Attraverso queste aree di business «recupereremo il gap generato dal calo generalizzato dell’edicola, che per il momento non ci preoccupa perché su quel canale non abbiamo bisogno di fare grossi numeri. Non mi aspetto di trasformare in digitale i nuovi lettori che ci arrivano in questi giorni dall’edicola», l’obiettivo è piuttosto sviluppare il digitale nell’ottica della community e capitalizzare le crescite registrate su quel fronte.