Secondo uno studio, i browser web rifiutano circa due terzi dei cookie di tracciamento
Flashtalking ha analizzato venti inserzionisti in tutto il mondo durante il quarto trimestre del 2017 e ha scoperto che il 64% dei loro cookie è stato bloccato o cancellato
La società di pubblicità Flashtalking ha analizzato 20 inserzionisti in tutto il mondo durante il quarto trimestre del 2017 e ha scoperto che il 64% dei loro cookie di tracciamento è stato bloccato o cancellato dai browser web. Secondo la ricerca, pubblicata da eMarketer, i tassi di rifiuto sono stati particolarmente elevati sui dispositivi mobile: il 75% dei cookie mobile sono stati, infatti, respinti, contro il 41% sul desktop.
Cookie in caduta
Il monitoraggio dei cookie è stato un elemento fondamentale della pubblicità digitale sin dal suo inizio, e il metodo de facto su cui molti marketer si affidano per monitorare e indirizzare gli utenti online. Ma il cookie sta cominciando a crollare man mano che gli utenti spostano il loro consumo di contenuti multimediali verso i dispositivi mobili e che i browser e le autorità di regolamentazione prestano maggiore attenzione alla privacy digitale.
Mobile vs desktop
Solo pochi anni fa, le persone trascorrevano la maggior parte del loro tempo online su desktop e laptop. Ma ora, gli adulti degli Stati Uniti trascorrono in media 1 ora e 14 minuti in più connessi ai propri dispositivi mobili ogni giorno rispetto al computer, come stima eMarketer. I cookie sono stati originariamente progettati per tenere traccia degli utenti attraverso il web sui browser. Oggi è più difficile tenere traccia di un utente che trascorre il suo tempo su internet e l’apertura e la chiusura di applicazioni mobile, dal momento che operano in modo indipendente l’una dall’altra.
Inversione di tendenza
Negli Stati Uniti, secondo un’indagine di comScore del 2017, gli utenti spendono in-app l’87% dei loro minuti totali di connessione mobile e lo stesso dato vale anche per l’Italia dove in media gli utenti passano 2,557 minuti sul mobile web e 2,854 minuti connessi alle app. La perdita d’importanza dei cookie è stata accelerata dalle modifiche apportate dai browser web più diffusi, che stanno rendendo più difficile per gli inserzionisti rilasciare pixel sui dispositivi degli utenti. Come l’estate scorsa, quando il browser Safari di Apple ha reso più difficile tracciare gli utenti attraverso i cookie, eliminando i cookie di terze parti dopo sole 24 ore. A febbraio, poi, Chrome di Google ha lanciato il suo ad blocker integrato, che elimina in automatico gli annunci invadenti e fastidiosi.