Sassoli de Bianchi: «Il 2023 verso un +3%, attesa per un 2024 in linea; gli influencer sono un “mezzo” da regolamentare, serve più responsabilità»
Il Presidente di UPA è cautamente ottimista sulle prospettive economiche e per gli investimenti e, sull’onda del caso Ferragni, invoca una regolamentazione per gli influencer
Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente UPA
L’anno appena iniziato si prospetta almeno per ora positivamente in linea con quello che si è appena concluso e che dovrebbe registrare una crescita, sul fronte degli investimenti, nell’ordine del 3%. In un contesto di ancora forte incertezza, per altro, le marche assumono un ruolo sempre più strategico per mettere in connessione aziende e consumatori. In questa delicata funzione, è necessario che tutti contenuti e i “mezzi” attraverso cui li diffonde siano trasparenti e certificati: e poiché gli influencer sono dei “mezzi”, è urgente che anch’essi siano sottoposti a precise regole. Sono questi i principali temi toccati ieri da Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA, in occasione della presentazione di Best Brands 2024, il progetto di Serviceplan Group e GfK che l’associazione degli utenti patrocina fin dal suo inizio. Per quanto riguarda l’andamento dello spending, Sassoli, nel dettaglio, ha specificato che il 2023, come detto, potrebbe chiudere con un saldo anche migliore di qualche decimale rispetto alle ultime previsioni, e che l’ammontare degli investimenti in crescita intorno al 3% degli scorsi 12 mesi potrebbe trovare una conferma nel 2024, al netto di eventuali ulteriori miglioramenti. «È vero che il 2023 comunque rappresenterà il terzo anno consecutivo di crescita – ha detto – e che “si vive alla giornata”, anzi, “alla mezza giornata” citando Altan, ma l’inflazione continua a calare e, seppure bisogna aspettarsi di fare i conti, per un Paese che esporta fortemente in Germania, con le conseguenze della recessione tedesca che viene però compensata, per quanto riguarda il nostro sistema, dalla forte ripresa del turismo, le aziende stanno continuando a dimostrare una forte capacità reattiva, come “guerrieri nel giardino” e non “subiscono” le crisi».
Il caso-Ferragni
In questo contesto, ha proseguito Sassoli facendo riferimento alla vicenda Carrefour – Pepsi, può accadere che ci sia un “confronto” anche duro tra aziende produttrici e grande distribuzione sui listini, ma in generale il suo giudizio è che il sistema stia reagendo e agendo con responsabilità di fronte a una pressione sui prezzi sulla quale per altro ha agito favorevolmente anche il “trimestre anti-inflazione”, e che nel 2024 la situazione dovrebbe normalizzarsi. Sollecitato sul caso-Ferragni, il Presidente di UPA, non entrando nel merito della singola vicenda, ha ribadito però che si tratta di una buona occasione per riflettere sul sistema-influencer, ai quali servono più responsabilità e regolamentazione, essendo ormai come detto a tutti gli effetti un “mezzo” che vale più di 300 milioni di euro, ma che deve spingere a una massima attenzione anche le aziende, perché l’autenticità dei messaggi trasmessi attraverso un canale fluido per sua natura come il web, va assolutamente garantita, così come è necessaria una certificazione dei followers. Esiste già la Digital Chart IAP, ma su questo terreno sarà decisivo l’intervento dell’AgCom, il cui Consiglio si è riunito proprio ieri sul tema.