Samsung Ads racconta il caso Netflix e l'opportunità di offrire una straordinaria esperienza AVOD
Le piattaforme che sapranno gestire al meglio l'introduzione degli annunci pubblicitari tenendo conto delle esigenze e dell'esperienza dell'utente finale otterranno il massimo successo
Alex Hole, Vice Presidente di Samsung Ads Europe
A cura di Alex Hole, vicepresidente di Samsung Ads Europe
Solo qualche mese fa Netflix ha festeggiato i suoi primi 10 anni dal lancio ufficiale in Europa, più precisamente nel Regno Unito. Un’occasione importante per riflettere sul suo ruolo nella trasformazione del panorama televisivo e sul modo in cui - oggi - il pubblico si aspetta di fruire dei contenuti. Ora, però, si sta preparando ad una nuova era di cambiamenti: le famiglie, colpite da significative pressioni economiche, stanno riconsiderando gli abbonamenti a più servizi di streaming. Una situazione contro cui il colosso americano si sta già scontrando. Per la prima volta in più di un decennio, nell’ultimo aggiornamento dei risultati finanziari, Netflix ha, infatti, rivelato di aver perso degli abbonati. Molti si sono affrettati a dichiarare l'imminente rovina del gigante dello streaming, ma in realtà Netflix ha ancora un grande potenziale per mantenere una posizione di leadership nella prossima e inevitabile evoluzione della TV. Dovrà solo abbracciare le nuove opportunità che stanno emergendo e dalle ultime dichiarazioni sembra proprio andare in questa direzione. Netflix ha manifestato, infatti, la volontà di riconsiderare le audaci parole del co-fondatore Reed Hastings, che nel 2015 aveva affermato: "La pubblicità non arriverà su Netflix. Punto". Secondo le ultime indiscrezioni, la società starebbe esaminando una strategia AVOD e, se riuscirà a realizzare con successo la propria proposta, potrebbe rivoluzionare ulteriormente il mercato dello streaming. Da una recente ricerca di Kantar è emerso che nel primo trimestre del 2022 sono stati disdetti 1,51 milioni di abbonamenti a servizi SVOD e il prezzo è stato il motivo di oltre la metà delle cancellazioni. Sostenere la crescita degli abbonati sta diventando sempre più arduo e nuove strategie sono ormai necessarie. Da qui anche il recentissimo annuncio di Disney+ dell’introduzione di un modello ad-supported: il debutto della nuova offerta, fissato per l'8 dicembre, coinvolgerà inizialmente solo il mercato US.
Cosa vogliono gli utenti
Sono certo che l'ironia non è sfuggita a molti nell’industry radiotelevisiva: coloro che hanno sfidato il tradizionale modello di finanziamento della TV per eliminare la dipendenza dalla pubblicità, ora stanno esplorando piani commerciali che potrebbero includerla. Non bisogna, però, lasciarsi ingannare: l'ecosistema televisivo non sta muovendo passi indietro. La rivoluzione delle piattaforme di streaming non è legata ai concetti di abbonamento e di visione senza adv. Ciò che ha stravolto le regole del gioco nell’ultimo decennio è stata l'offerta di un'esperienza utente coinvolgente ed entusiasmante che ha garantito allo spettatore il massimo controllo su quando e come guardare i propri contenuti preferiti. A catturare l'immaginazione e l'attenzione dei consumatori al momento del lancio di Netflix non è stata, quindi, l'assenza di annunci pubblicitari, ma il binge-watching, la scelta dei programmi in base ai propri orari e l'ampio catalogo di alta qualità. Ed è proprio a tutto questo che gli spettatori non vorranno rinunciare, accettando molto probabilmente la pubblicità come contropartita. Una ricerca condotta da Ipsos per conto di Samsung Ads alla fine del 2021 ha già dimostrato che il 56% dei telespettatori che possiedono una Smart TV in Europa sarebbe disposto a vedere degli spot in cambio di contenuti gratuiti.
Una prospettiva entusiasmante per gli inserzionisti
La possibilità che Netflix e Disney+, i due maggiori servizi di streaming al mondo con una base collettiva di 350 milioni di abbonati, introducano degli spazi per le campagne pubblicitarie è sicuramente una notizia positiva anche per gli advertiser. Il dominio dello streaming senza pubblicità è stato, infatti, estremamente difficile da gestire per i brand e poter finalmente raggiungere quell’audience sino ad oggi inaccessibile sarà un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ecco perché le piattaforme che riusciranno ad inserire l’adv tenendo conto delle esigenze e dell'esperienza dell'utente finale avranno il massimo successo. L'attuale mercato AVOD ha molto da insegnare, come dimostra anche la nostra esperienza diretta. Grazie al servizio Samsung TV Plus, finanziato con inserzioni pubblicitarie, per esempio siamo riusciti a capire alcune delle motivazioni che spingono il pubblico a utilizzare la piattaforma, tra cui il fatto che sia completamente gratuita, la facilità d'uso e la quantità di canali disponibili. Anche per gli editori, l'introduzione degli annunci pubblicitari si rivelerà una prospettiva interessante. Potranno valorizzare ulteriormente i propri contenuti, rendendoli accessibili a tutti e non solo agli abbonati. E un numero crescente di spettatori attirerà sempre più richieste in termini di acquisizione di spot. Se Netflix debutterà nell'AVOD, ci troveremo, quindi, di fronte ad un cambiamento epocale per lo streaming televisivo, ma non solo. I vantaggi per gli inserzionisti, gli editori e gli utenti saranno enormi. La pressione sui portafogli si allenterà, le famiglie avranno più reddito disponibile e i brand saranno in grado di raggiungere un maggior numero di consumatori impegnati sullo schermo più grande della casa. Per sfruttare il valore dell'AVOD, Netflix dovrà, però, rispettare gli elevati standard fissati per lo streaming e offrire agli spettatori un'esperienza digitale personale e senza soluzione di continuità.