Retex: guarda a oltre 100 milioni di euro di ricavi nel 2023, pari al +12%, e presenta il suo primo Report d’Impatto
La MarTech Company di cui è CEO Fausto Caprini ha presentato uno studio sul tema “ESG in azienda? Quanto costa non fare”
È un valore. Anche e soprattutto economico per qualsiasi azienda. E non averlo, oggi, è un danno quantificabile in danaro per l’azienda che non lo usa e per la società intera. Si chiama ESG, vero e proprio rating di sostenibilità che esprime l’impatto ambientale, sociale e di governance di un’azienda. “Esg in azienda? Quanto costa non fare”: questo, all’interno del programma di Milano Green Week, il titolo della tavola rotonda organizzata ieri, per presentare il suo primo Report d’Impatto, da Retex, MarTech Company (alla quale, tra le altre, fa capo Connexia) specializzata in sostenibilità e innovazione nel mondo del retail, che si avvia a chiudere il 2023 con 103 milioni di ricavi, registrando una crescita del 12% (il 2022 aveva chiuso a 91 milioni di ricavi, con 9,4 milioni di Ebitda e una progressione sempre a doppia cifra,) e con quasi 600 dipendenti (il 52% donne, circa il 30% under 30 e 1.983 clienti).
I relatori
Al tavolo dei relatori: Paola Andreozzi, Business Communication Lead di “Valore D”; Nicolas Bargi, CEO di Save The Duck; Diana De Marchi, Consigliera Delegata alle politiche del lavoro, politiche sociali e pari opportunità della Città metropolitana di Milano; Gionata Tedeschi, Direttore Generale innovazione e sostenibilità del Gruppo editoriale Il Sole 24 Ore; e Marta Testi, CEO di Elite; moderatrice Zornitza Kratchmarova, ESG Lead di Retex. A fare gli onori di casa Fausto Caprini, CEO del Gruppo, che ha messo in pratica la sostenibilità anche nella scelta della nuova sede, il “Rasoio” (nel quartiere Isola, di fronte al Bosco verticale) che garantisce luce naturale al 70% dell’orario di lavoro con drastica riduzione di energia elettrica e con superfici esterne antinquinamento che permettono di assorbire 59 chili di ossido di azoto l’anno ed evita 12 tonnellate di Co2 l’anno restituendo 9 tonnellate di ossigeno. Dati e numeri illustrati da Stefano Ardito, CMO di Retex.
Sostenibilità e finanza
“La non sostenibilità è un costo per i dipendenti dell’azienda, per i clienti e per i consumatori. Non c’è una finanza green e non green – ha spiegato Marta Testi, CEO di Elite che ha una community di oltre duemila piccoli e medi imprenditori -. Sostenibilità e finanza sembra non abbiano collegamenti, ma non è vero. Se definiamo profitti come prosperità anziché i profitti fini a se stessi intuiamo che i due mondi (profitti e prosperità) sono molto più vicini di quanto si pensi. La sostenibilità comporta un investimento, certo, ma il ritorno è enorme. E, dall’altra parte, il costo del non fare sostenibilità è invece molto alto”. Dalla teoria alla pratica, con la case history di Save The Duck, brand di piumini e giubbotteria sportiva animal free e con il simbolo di quella paperetta arancione che ha poi fatto la fortuna del marchio, prima azienda in Italia a ottenere la certificazione B-Corp. “Mi sono affacciato a questo mondo nel 2012 quando l’abbigliamento sportivo utilizzava già tessuti sintetici e non in piuma ma che non considerava affatto i valori della sostenibilità – ha raccontato Bargi -. Abbiamo parlato con i laboratori chimici e abbiamo elaborato un prodotto totalmente sostenibile che ha portato profitti e prosperità. E oggi siamo l’azienda numero uno in Europa”.
Parità di genere
A Paola Andreozzi è toccato fare la fotografia della realtà sulla parità di genere: “Che esiste solo per l’Istat, ma in realtà non c’è né nella remunerazione, né nella tipologia né nella rappresentanza. A gennaio l’Istat ha detto che ci sono stati 334mila nuovi posti di lavoro. Bene, l’88% sono andati a maschi. Le donne occupano poi qualifiche inferiori. L’Europa chiede parità salariale ma in Italia c’è un gap del 20% sulle figure manageriali e del 18% invece sugli ingressi”. “Con l’inizio dell’anno abbiamo fatto partire un piano industriale mettendo al centro l’innovazione e la sostenibilità perché le due cose sono strettamente connesse – ha segnalato invece Tedeschi, che ha posto il problema del consumo degli apparati digitali -. “Il digitale oggi rappresenta il doppio dei consumi che derivano dall’inquinamento degli aeroplani”. Anche la sede del Sole 24 Ore in viale Sarca, in realtà ha una serie di caratteristiche di forte sostenibilità.