Autore: Redazione
30/09/2016

PrestaShop Day: per lo sviluppo dell’ecommerce serve ancora educazione

Nella prima edizione dell’appuntamento è emersa la necessità di diffondere una cultura del commercio elettronico, anche in Italia dove il settore stenta a decollare. Ma qualche buon segnale c’è già

PrestaShop Day: per lo sviluppo dell’ecommerce serve ancora educazione

di Stefano Pistore

  È terminata la prima edizione italiana del PrestaShop Day, dedicata al commercio elettronico e tenutasi nella giornata di ieri al TAG - Talent Garden di Milano. Il dato emerso con prepotenza non è numerico ma qualitativo: in Italia manca ancora l’offerta. Questa è stata la provocazione di Riccardo Mangiaracina, che ha anticipato i primi risultati della ricerca promossa dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, alla domanda sul perché in Italia l’ecommerce fatica e non decolla come in altri paesi dell’UE.  

L’ecommerce non decolla, serve più educazione

  In Italia l’ecommerce genera solo il 5% del fatturato delle aziende, valore ancora lontano dalla media europea del 13,6% e ancora troppo basso nonostante i passi in avanti compiuti rispetto all’anno scorso. Le cause secondo Mangiaracina sono da individuare nell’assenza di offerta da proporre alla potenziale clientela italiana. Mancano i servizi e se non c’è offerta, come ovvio, non c’è domanda. L’esempio legato al grocery, proposto dallo stesso Mangiaracina, è calzante. Poche persone fanno la spesa online non perché preferiscano fare la fila alla cassa ma per la mancanza di una proposta, non ci sono supermercati, salvo che per i grandi centri, che propongono un servizio di ecommerce a disposizione di tutti i consumatori. La soluzione per colmare questa carenza è da ritrovare nell’education. Le strutture ci sono, le strategie anche, i mezzi, le tecnologie, è tutto pronto per l’uso. Manca l’informazione e il dialogo da parte dei vari player della filiera del mercato con la moltitudine di merchant pronti a cogliere un’opportunità diversa per aumentare il proprio fatturato. Non è un caso che proprio l’education sia stato uno dei temi portanti di questo PrestaShop Day italiano e i numerosi workshop ne sono stati la prova. Investire sull’informazione è necessario per qualsiasi tipo di business, dal digital payment alle nuove tecnologie proposte da realtà come PrestaShop, dalla dimensione della logistica, la cui importanza strategica influisce sui costi di ciascuna azienda ma anche sul livello del servizio proposto, allo sviluppo di strategie social o l’importanza prioritaria da dare al mobile, nonché dello sfruttamento del tanto chiacchierato export.
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Il tema dell’export

  Proprio a proposito dell’export, Federico Zambelli Hosmer, Director, head of small and medium business, Western Europe di PayPal, ha ricordato come il 45% dei merchant italiani non venda all’estero perdendo così la principale fetta di mercato a disposizione, proveniente in particolare da quei settori come food, fashion e design in cui il nostro Paese è sinonimo di eccellenza. L’Italia semplicemente non sta sfruttando le opportunità che arrivano dalle esportazioni dei propri prodotti. Interessante a riguardo l’intervento di Christina Fontana, senior manager business development di Alibaba Italy. Il gigante cinese è sbarcato nel nostro Paese per cercare fornitori e l’introduzione di Alipay in Europa, carta con cui i turisti cinesi potranno effettuare acquisti nell’Ue con il proprio smartphone, è un chiaro segnale di quanto il mercato europeo e ovviamente anche quello italiano siano uno degli obiettivi del colosso cinese. “Andare all’estero è difficile - sostiene Fontana - e lo è ancora di più in Cina”. Fondamentale ancora una volta è la parte relativa all’education. Vendere cibo, vendere vestiti in Cina non è come farlo in Italia. Il consumatore cinese va educato al prodotto, deve essere introdotto culturalmente alla novità. Anche in questo caso le risorse sono già disponibili, rappresentate dagli esperti di Alibaba che evidentemente hanno deciso di colmare il gap raggiungendo in prima persona i possibili merchant interessati all’esportazione, che siano essi grandi, medi o piccoli rivenditori.  

Piccole e Medie imprese: il caso Velasca

  E sopratutto in Italia la sfida è proprio con i medi e piccoli rivenditori che come confermato da Luca Mastroianni, country manager Italia di PrestaShop, sono quei merchant che più di altri sono pronti a rischiare e a investire sull’ecommerce. Quello di Velasca, il cui ceo Enrico Casati ha preso parte alla conferenza iniziale di PrestaShop, è un esempio di successo che può essere preso come punto di riferimento per tutti quei piccoli rivenditori che intendono iniziare a vendere online. Casati ha ricordato un’importante verità: quando si parla di ecommerce si parla di futuro del commercio in generale, non di una sua varietà. «Molte spesso si parla di ecommerce dimenticandosi che quella “e” davanti a commerce rappresenta una qualità aggiuntiva - ha dichiarato -. Il cliente deve sempre essere alla base di tutto e tanto lo shop online quanto il suo corrispettivo fisico vanno considerati allo stesso modo». Della stessa opinione Mastroianni che durante una breve chiacchierata ha sostenuto come questa sia effettivamente anche la visione di PrestaShop e come la riflessione di Casati vada di pari passo con quelle che saranno le esigenze future dei rivenditori, soprattutto quelli nati online che già oggi accennano l’esigenza di avvicinarsi anche al negozio fisico.