NIQ & GfK ambisce alla leadership anche in Italia nel settore delle ricerche, che diventano sempre più strategiche per le marche
L’A.D. per il nostro Paese della combination tra i due Istituti, Enzo Frasio ha presentato ieri il posizionamento del Gruppo e, con Christian Centonze e Fabrizio Marazzi, il “Consumer Outlook 2024”
Enzo Frasio, AD di NIQ & GfK
NIQ & GfK si è presentata ieri per la prima volta anche in Italia dopo il via libera alla combination tra le due società di ricerca avvenuta lo scorso luglio. Sotto la guida di Enzo Frasio come A.D., la nostra country è la prima a livello mondiale a riunire sotto lo stesso tetto, in via Tortona a Milano, quelli che sono ora per aggregazione 500 talenti che stanno lavorando per integrare i rispettivi tool di ricerca e creare sinergie per offrire in logica single source una “Full View” al mercato e ai clienti che già hanno permesso all’Istituto di chiudere in positivo il 2023 e di ambire a diventare leader in un mercato anch’esso in crescita per le sempre maggiori richieste di consulenza e di dati che vengono dalle aziende per far fronte a un contesto complesso in cui le marche si trovano ad agire tra necessità e opportunità anche contrastanti e comunque in continuo cambiamento. Non a caso, dopo la necessaria cessione del Consumer Panel di GfK a Yougov, NIQ – che è il main brand del Gruppo in parallelo al quale continua a operare almeno per ora con il proprio marchio anche GfK – ha provvisto subito a portare da 9.000 a 16.000 famiglie il proprio, il cui patrimonio di informazioni può essere matchato con il Retail Panel e Sinottica che vanno a creare la piattaforma di delivery “Discover”, ancora più potente grazie al progetto “Bilingual” che ne rende più facile la fruizione.
Condizione economica
Tutto questo diventa per le aziende ancora più strategico nell’attuale scenario pieno di complessità come hanno svelato anche, nei loro interventi di ieri, insieme a quello di Frasio, Christian Centonze, Western Europe Commercial Lead, Consumer Analytics di NIQ, e Fabrizio Marazzi, Regional Lead Market Intelligence West South Europe di GfK. In base alle rilevazioni per l’anno in corso, infatti, il 30% degli italiani dichiara di vivere in una condizione economica peggiore del 2023, mentre il 62% afferma come la difficoltà sia la medesima dell’anno appena concluso. A livello europeo, è il 41% a sperimentare oggi il calo del potere d’acquisto mentre le capacità economiche restano immutate per il 46% degli europei. A rivelarlo è l’ultima analisi di NIQ intitolata “Consumer Outlook 2024” e dedicata alle prospettive dei consumatori, alla percezione e alle intenzioni di spesa degli italiani per il 2024.
Nuovi trend
In occasione della conferenza stampa di ieri, dal titolo “Come cambiano gli acquisti degli italiani: dal Largo Consumo alla Tecnologia, la sfida della Retail Consumerization” Frasio ha affermato: «Nell’ultimo anno, e non solo, le persone in tutto il mondo hanno affrontato molteplici sfide e sotto innumerevoli aspetti. La crisi perdurante, che coinvolge anche l’Italia, evidenzia non solo le difficoltà di ripresa a livello economico ma soprattutto il distacco dai precedenti paradigmi che inevitabilmente ha comportato un cambiamento dei consumi degli italiani. L’aumento trasversale del costo della vita resta una preoccupazione importante e le strategie di risparmio si fanno più stringenti. Inoltre Tuttavia, emergono anche nuove consapevolezze e nuovi trend che testimoniano un’evoluzione dei consumatori. Da un lato, tematiche come il benessere, la salute e la sostenibilità offrono nuove opportunità per i brand. Dall’altra, l’analisi delle famiglie italiane mette in luce differenze sempre più marcate, alle quali le aziende e la distribuzione sono chiamate a fornire risposte coerenti. Per navigare in questa complessità, è fondamentale avere una visione olistica e concreta del mercato e quindi dei consumatori: quello che oggi NIQ e GfK offrono ai propri partner attraverso la “Full View”, la visione più completa e chiara al mondo del comportamento d’acquisto dei consumatori».
Prospettive
Stando alle ultime rilevazioni specifiche per l’Italia di NIQ, sebbene l’inflazione a fine 2023 sia ormai allineata con la media europea, per il Bel Paese si osserva una stagnazione dei salari dei lavoratori che si traduce in una diminuzione dei salari reali del 7,3%, confermando la perdita del potere d’acquisto delle famiglie italiane. A oggi, il fenomeno dell’erosione della retribuzione, se paragonato ad altri Stati europei, è una criticità tutta italiana poiché i valori registrati in Germania (-3,3%), Gran Bretagna (-2,9%), Francia (-1,8%) e Spagna (-1,2%) rivelano un contro-bilanciamento dell’inflazione con un innalzamento dei compensi.L’80% degli italiani in difficoltà attribuisce al generale aumento del costo della vita la causa della loro difficile situazione finanziaria, dato in linea con la media europea (83%). Inoltre, il 39% delle famiglie in Italia ritiene che il rallentamento economico sia la ragione principale del complesso assetto attuale del Paese. Volgendo lo sguardo al futuro, per la fine del 2024, secondo NIQ, i consumatori italiani restano pessimisti, il 60% ritiene che la propria condizione finanziaria non subirà cambiamenti (vs 46% dell’Europa), anzi il 25% degli italiani e il 33% degli europei temono un inasprimento della situazione.
Preoccupazioni e nuovi valori
I dati di NIQ evidenziano tra le primarie inquietudini degli italiani tre principali fattori. In primis, l’aumento del costo dei prodotti alimentari, che riguarda il 33% delle persone (vs il 37% della media europea). A seguire, con il 32%, la salita del prezzo delle utenze domestiche come gas ed elettricità, rispetto ad un valore europeo del 25%. Infine, la preoccupazione causata dai conflitti in corso e il possibile incremento del clima di incertezza che coinvolge il 21% degli italiani e il 18% degli europei. Per gestire al meglio le spese, il 96% delle famiglie italiane ed il 93% degli europei hanno progressivamente e radicalmente modificato le modalità di acquisto nel settore dei beni di largo consumo. Dallo studio di NIQ, il 50% degli italiani segue puntualmente la lista dei prodotti necessari ed il 63% presta maggiore attenzione agli sprechi (vs 58% degli europei). Il 50% dei consumatori del Bel Paese – il 40% in Europa – sceglie di acquistare prodotti in promozioni e fare scorte oppure comprare all’ingrosso quando la marca prediletta è soggetta a sconto (32% vs 29% Europa). Vi è inoltre, una maggiore attenzione alla disponibilità del proprio portafoglio con il 31% dei consumatori – anche europei – che verifica l’ammontare del costo di ogni spesa.
La nuova mappa dei consumi
Secondo l’analisi di NIQ, in Italia emergono due macro tendenze riguardo il legame tra consumi e reddito, evidenziando la stretta correlazione tra la fascia di popolazione più propensa al risparmio e coloro che mantengono un potere d’acquisto elevato. Inoltre, l’andamento della curva demografica indica che, nei prossimi anni, le persone tra i 45 e i 54 anni - ovvero la futura generazione più matura - influenzeranno significativamente i consumi con un progressivo declino, fino al -11,9%, del target delle famiglie con figli. Questo scenario implicherà la necessità di una nuova analisi della domanda di consumo, con una divisione, strettamente legata alla variabile di reddito con tre grandi gruppi familiari: con figli, senza figli e maturi. Inoltre, NIQ rivela che emergono disparità significative tra le famiglie giovani con figli e quelle più mature e benestanti: mentre le prime affrontano una fase di declino e contrazione dei consumi, le seconde risultano relativamente meno colpite, evidenziando un legame diretto tra l’età anagrafica e la distribuzione del reddito. Nel settore del Largo Consumo Confezionato, il calo dei volumi tra le famiglie a basso reddito viene parzialmente bilanciato dalle abitudini di spesa più consistenti del segmento più maturo: infatti, si osserva che le famiglie in difficoltà economica subiscono un impatto più marcato dall’aumento dei prezzi e dall’inflazione, mentre le famiglie più mature registrano una maggiore resilienza, un elemento che sottolinea l’importanza crescente della silver economy.
Nuove priorità
Secondo quanto emerge dal “Consumer Outlook 2024”, in risposta a un momento complesso, emergono anche trasformazioni nello sviluppo di un Paese che si apre a nuove necessità. Infatti, il 40% degli italiani dichiara che il proprio benessere è la priorità principale, il 65% sceglie un prodotto se migliore per la salute ed il 53% se rispetta criteri di sostenibilità. Infine, in termini di risparmio, il 26% delle famiglie si concentra da un lato nell’individuare modalità di investimento o pensionistiche e dall’altro il 67% sono più propense ad acquistare prodotti innovativi in corrispondenza di un abbassamento dei costi. Queste tendenze sono confermate anche dai dati reali di vendita rilevati da NIQ e da GfK rispettivamente per il settore del Largo Consumo, della Tecnologia di consumo e dei beni durevoli. Di tutto questo in modo ancora più approfondito e del ruolo delle marche e della comunicazione si parlerà anche nell’”Insight Summit” in preparazione per il 10 aprile.