Autore: Redazione
15/02/2018

Nielsen traccia i nuovi profili d’acquisto delle famiglie italiane: sono in crescita “golden” e “low price”

Insieme ai “traditional”, ai “silver” e ai “mainstream”, arrivano in tutto a cinque gli “stili” individuati per interpretare le dinamiche dei trend del largo consumo dalla società, di cui sono a.d. Giovanni Fantasia e leader soluzioni per il largo consumo Christian Centonze

Nielsen traccia i nuovi profili d’acquisto delle famiglie italiane: sono in crescita “golden” e “low price”

I nuclei familiari italiani, che in questo caso ricomprendono anche i single, sono sempre più “golden” o “low price”, cioè agli estremi degli stili di consumo. Emerge dalla ridefinizione dei parametri di ricerca del panel sul largo consumo di Nielsen costituito da 9.000 famiglie, che ora vengono divise per categorie e non più per la sola età o capacità di spesa. La spesa in beni di largo consumo, dopo una fase di forte trazione, è tornata a crescere l’anno scorso con un +2,6%. Profili d’acquisto Le cinque categorie sono “traditional”, “silver”, “mainstream”, “low price” e “golden”, appunto: nel 2015 solo il 12% era “golden” - famiglie in genere in età centrale senza figli e propense ad acquisti premianti per sé e per i venditori, a partire dai prodotti bio - mentre nel 2017 erano il 17,4%. Parallelamente le “low price”, particolarmente attente al prezzo, sono passate dal 14,9% al 17,4%. In termini assoluti si tratta di una migrazione verso questi due stili di 2 milioni di famiglie e 6,6 miliardi di spesa annua, un segnale che «rispecchia la più generale polarizzazione economica e il conseguente assottigliarsi del ceto medio» ha spiegato ieri in sede di presentazione Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen. Cluster socio-demo definiti Nonostante siano stati ricavati considerando solo i comportamenti d’acquisto, i 5 cluster risultano ben definiti dal punto di vista sociodemografico. «La decisione di applicare nuovi parametri per la valutazione dei trend di consumo delle famiglie italiane – ha continuato Fantasia– è per Nielsen una scelta strategica. In questo modo, aiuteremo manufacturer e retailer ad affrontare i cambiamenti che stanno avvenendo nella società italiana, mantenendo uno standard di competitività adeguato». L’a.d. ha sottolineato anche il ruolo della comunicazione, un ruolo nuovo, di carattere più informativo, destinato a cluster targettizzati in modo molto accurato e che si aspettano di trovare nello scaffale gli stessi “valori” veicolati dalla pubblicità. Vasi comunicanti Gli stili individuati da Nielsen non devono essere considerati compartimenti stagni, bensì come “vasi comunicanti”, che fanno registrare migrazioni da un approccio alla spesa all’altro. «Alla base della nuova chiave interpretativa adottata - ha precisato Christian Centonze, leader soluzioni per il largo consumo di Nielsen - c’è la consapevolezza dei numerosi cambiamenti della società italiana: avanzamento dell’età media, riduzione del tasso di natalità, rivoluzione digitale, frammentazione sociale, nuove figure professionali, polarizzazione economica e post-verità. Dinamiche che inevitabilmente hanno un profondo impatto sulle modalità con cui le famiglie fanno la spesa. Registriamo una frammentazione degli stili che se da una parte pone una sfida agli operatori del settore dall’altra offre un contesto ricco di opportunità».