Il “mistero” della lingua inglese: le soluzioni di Edusogno per svelare l’arcano
In un Paese storicamente in difficoltà nella comprensione delle lingue straniere, la startup di english learning analizza i problemi e propone i passi necessari per superare l’impasse, come racconta il co-founder Filippo Licordari
Filippo Licordari
Lingua inglese e italiani, a che punto siamo? Edusogno (https://landing.edusogno.com/), startup di english e-learning, ha da poco svolto un’indagine rivolta alla propria community (circa 85.000 membri con un’età media tra i 18 e i 35 anni), da cui sono emerse alcune evidenze, il 77% dei giovani italiani è insoddisfatto del proprio livello di inglese e intende migliorarlo solo il 21% degli intervistati ha dichiarato di possedere un grado di conoscenza della lingua avanzato per oltre un terzo degli intervistati, l’apprendimento dell’inglese a scuola è stato valutato come esperienza pessima. Dunque, gli studenti italiani si dedicano allo studio della lingua per 13 anni, in media, eppure a seguito di questo periodo dimostrano comunque importanti lacune. Come conciliare queste criticità con l’indiscussa importanza della conoscenza dell’inglese per il mondo del lavoro? Lo chiediamo a Filippo Licordari, co-founder di Edusogno (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
A che punto è la comprensione dell’inglese per gli italiani?
«Secondo il report EF del 2023, in Italia il livello medio di conoscenza della lingua inglese è moderato, a grandi linee corrispondente al livello B1 nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER). Nella classifica globale di EF l’Italia si trova al 34esimo posto, a suggerire che non siamo un Paese con una grande padronanza dell’inglese. Questo perché, sebbene l’insegnamento obbligatorio a scuola assicuri una base di inglese diffusa, non molte persone hanno un livello avanzato. Generalmente si tratta di chi lavora a contatto con l’inglese, o ha avuto opportunità di studio o lavoro all’estero, o che ha deciso di approfondire lo studio della lingua per ragioni personali».
In quali settori del nostro mercato la conoscenza della lingua inglese è più ricercata?
«La conoscenza dell’inglese è particolarmente ricercata in diversi settori del mercato italiano, tra cui quello turistico-ricettivo, molto sviluppato nel nostro paese. Nei settori informatico, tecnologico e delle telecomunicazioni, l’inglese è spesso utilizzato come lingua franca per la comunicazione e la collaborazione internazionale, e lo stesso vale per il mondo della finanza e del marketing. C’è poi il settore accademico e della ricerca scientifica per cui, anche se spesso non ci si pensa, l’inglese è fondamentale essendo predominante nelle pubblicazioni e nelle conferenze internazionali».
In quali settori è invece più diffusa?
«I settori di cui abbiamo parlato sono quelli in cui la conoscenza dell’inglese è più richiesta e, allo stesso tempo, più diffusa, e il motivo sta anche nella competitività. Va, infatti, considerato il contesto: sempre più aziende sono orientate al mercato estero e lavorano con team, clienti e fornitori internazionali. Ecco perché sapere dell’inglese è spesso un requisito fondamentale. E non vale solo per le sedi italiane delle multinazionali estere, ma è sempre più vero anche all’interno delle aziende italiane stesse. È così che funziona il mercato globale».
Dove risiedono i limiti del sistema nazionale?
«A livello nazionale i limiti più evidenti alla crescita delle competenze linguistiche risalgono al sistema scolastico. In Italia l’insegnamento dell’inglese, nella maggioranza dei casi, si focalizza eccessivamente sulla grammatica e sulla traduzione anziché dare priorità all’abilità di parlare e comprendere la lingua. A scuola si fa pochissimo speaking e raramente si entra a contatto con docenti madrelingua: questi due aspetti sono dei grandi limiti all’apprendimento profondo della lingua, insieme ai metodi didattici obsoleti basati su lezioni frontali molto teoriche e poco coinvolgenti».
Cosa fa Edusogno in merito?
«Proprio perché sappiamo quanto sia importante l’inglese, e conosciamo i limiti della didattica tradizionale, abbiamo creato dei corsi per rendere l’apprendimento dell’inglese accessibile a tutti. I nostri punti di forza sono: la presenza di tutor madrelingua, il metodo speaking first, e la totale flessibilità di luogo e orario. I corsi sono tutti online e prevedono lezioni con madrelingua, in diretta, che forniscono feedback personalizzati, e permettono di fare pratica in classi individuali o di massimo tre persone. Abbiamo corsi per tutti i livelli a partire dai principianti; per chi ha già un inglese intermedio e vuole portarlo a un livello avanzato, abbiamo studiato un corso che in 3 mesi permette di raggiungere la certificazione C1».
Quali sono i progetti 2024?
«Continuiamo a lavorare per rendere i nostri corsi ancora più immersivi, ampliare l’offerta formativa anche a realtà aziendali, e fornire ai corsisti materiale sempre ricco e aggiornato. E poi stiamo facendo importanti miglioramenti sul lato tecnico: stiamo rendendo la nostra piattaforma e la nostra app ancora più efficienti grazie a una rinnovata interfaccia».