Autore: Redazione
16/09/2016

Mic Bright, come il publisher monetizza i video nativi su Facebook

L’editore rivolto ai millennials ha sviluppato un’unità pubblicitaria conforme alle regole del social network, che consente di far fruttare le proprie produzioni attraverso delle sponsorship

Mic Bright, come il publisher monetizza i video nativi su Facebook

Il publisher americano Mic, rivolto a un pubblico di millennials, ha introdotto un nuovo prodotto pubblicitario video per monetizzare le numerose clip che veicola su Facebook. “Mic Bright”, questo il nome della soluzione, viene considerato dal social come un branded content. In realtà è un modo intelligente per far fruttare l’imponente produzione video inserita nativamente, considerando che sul social non esistono pre-roll. Per questo Mic Bright consente ai brand inserzionisti - Microsoft ha scelto di essere tra questi - di veicolare il proprio logo durante alcuni secondi in cui i filmati del publisher vanno in onda. L’elemento grafico è visibile in alto a destra e viene poi proposto a schermo intero al termine della clip. Come scrive un lungo articolo del Wall Street Journal, le produzioni sono curate dallo staff editoriale di Mic e non sono commissionate dagli advertiser, che possono solo scegliere di legare il proprio nome a un determinato video. Per rispettare gli standard in materia di branded content di Facebook, Mic indica nel titolo il nome degli sponsor; per esempio è online “The Future Is Now with Windows”. Facebook è a conoscenza di questa tipologia di filmati e ha detto che sono conformi alle sue regole. A maggio, c’erano state delle frizioni tra il social e l’editore, quando quest’ultimo aveva lanciato un prodotto pubblicitario simile a un banner per i suoi video senza avvertire nessuno. Facebook aveva dunque aggiornato la sua policy e allertato numerosi editori, chiedendo a Mic di rimuovere quella soluzione. Una via per monetizzare In ogni caso, Mic pensa che Mic Bright sia una via per monetizzare i suoi video su Facebook. “Non è branded content - ha spiegato Christopher Altchek, ceo e co-founder - è un contenuto editoriale che produciamo ed è attrativo e per questo viene sponsorizzato”. È interessante notare che Mic, invece di vendere questi annunci a partire dal genere o da informazioni demografiche sull’audience, sta verticalizzando i suoi video in categorie come innovazione o emozione, concetti che spingono le persone alla condivisioni e sono ideali per le operazioni di comunicazione degli inserzionisti. Anche perché Mic ha una reach di 87 milioni di persone al mese su tutte le piattaforme in cui è presente, e la sua preziosa audience, composta perlopiù da millennials, è molto ambita. Altchek ha chiarito comunque che erogare unità più lunghe o larghe potrebbe interferire con le norme di Facebook sugli sponsored content. I punti di domanda relativi ad annunci come Mic Bright riguardano la misurazione e il fatto che i filmati di questo genere sono spesso visualizzati in schermi piccoli e al netto dell’audio. Un problema per i brand, ma così gli editori hanno un modo per monetizzare i contenuti sul social.